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Criptovalute

Coin of Champions, Marco Materazzi: dal calcio al token, una carriera all’insegna di carisma e leadership

VINCENZO BELLINO
VINCENZO BELLINO 6 mesi fa
Aggiornato 2022/01/06 at 8:39 PM
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18 Min di lettura
Marco Materazzi (Inter)
Marco Materazzi (Inter)
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Indice
Dal calcio di provincia all’esordio in Serie A col PerugiaEverton rosso relativo: carisma e grinta da vendereMamma Perugia lo riaccoglie: la Nazionale lo notaMondiale, scudetto 2007 e Triplete 2010: “Tutti pazzi per Materazzi”L’avventura indiana e l’Hall of Fame dell’InterUna vita da leader: dall’Inter a Coin of Champions

Coin of Champions è la nuova realtà del mercato della blockchain. La creatura fondata da Cesare Florio lo scorso luglio 2021 viaggia alla velocità della luce, pronta a mettere d’accordo anche i più scettici sul mondo delle criptovalute. A dar manforte al progetto, il contributo speciale degli Ambassadors, very important people appartenenti al panorama sportivo, calcistico e non. Un tempo professionisti con il pallone tra i piedi, con una mazza da baseball tra le mani o alla guida di una monoposto sul manto stradale dei circuiti di Formula Uno, il nuovo impegno del Team of Champions consiste nell’unire due universi che all’apparenza potrebbero sembrare contrapposti ma che in realtà hanno diversi punti in comune.

I capisaldi di questo progetto innovativo, infatti, sono strettamente collegati agli obiettivi, alle iniziative che coinvolgono principalmente i ragazzini, i bambini. Coin of Champions svolgerà anche una funzione sociale, cercherà di riavvicinare la componente giovanile allo sport più bello del mondo, di riaccendere quella passione che a causa del Dio Danaro, impersonificato dai ricchi procuratori che da tempo controllano club e calciatori, si è un po’ affievolita nella stragrande maggioranza dei cultori.

Ecco perchè la figura dell’Ambassador è di vitale importanza, le testimonianze offerte da chi ha scritto pagine importanti della storia dello sport contribuiscono ad aumentare la credibilità del progetto, oltre a favorirne una maggiore diffusione nel mondo, e allo stesso tempo a facilitare le operazioni di familiarizzazione degli holders con la nuova realtà crypto. Avere la possibilità di incontrare face to face il proprio idolo, avere la possibilità di ricevere dei consigli sui training da seguire per migliorare le proprie abilità calcistiche, farsi trasportare alla scoperta dei templi sacri (stadi) del panorama calcistico internazionale, sognando un giorno di emulare le gesta del proprio top player preferito o di calcare il suo stesso terreno verde di gioco (progetto Campione del Domani) è una delle tante chiavi vincenti di Coin of Champions, cui è possibile iscriversi cliccando qui.

 

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See the full ambassador list here
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— Coin Of Champions (@CoinofChampions) November 23, 2021

L’Ambassador, dunque, rappresenta l’asso nella manica che permette l’organizzazione e lo svolgimento delle varie attività. C’è chi si è aggregato prima, chi dopo, chi ci mette la faccia spesso e volentieri perchè è affascinato da questo nuovo mondo o perchè proprio come accadeva in campo spera di riuscire ad imporsi come guida, come punto di riferimento per i suoi colleghi. Un leader, un Marco Materazzi della situazione: dal Perugia all’Inter, protagonista indiscusso del trionfo Mondiale con la Nazionale di Marcello Lippi nel 2006, eroe insieme alla compagine nerazzurra, allenata allora da Josè Mourinho, nella storica stagione 2010 culminata con la conquista del Triplete.

Dal calcio di provincia all’esordio in Serie A col Perugia

La passione per il calcio la eredita dal padre Giuseppe, ex centrocampista di Lecce e Bari, e allenatore dei galletti nella stagione 1993-1995 e nel 2007, preceduta da un’esperienza sulla panchina della Primavera (1981-1983). Marco muove invece i primi passi nelle giovanili di Lazio e Messina, la sua carriera calcistica inizia nel Meridione, la Promozione con il Tor di Quinto, l’Interregionale con il Marsala e con il Trapani con cui sfiora il salto di categoria in Serie C1 nel 1995.

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Dopo essersi formato calcisticamente sui campi di provincia la prima grande occasione arriva dall’Umbria: il Perugia di Luciano Gaucci lo aggrega nella Primavera, una Primavera che oltre a Materazzi vanta calciatori del calibro di Gattuso e Storari. Il Grifone in finale supera 2-1 il Parma di Buffon, aggiudicandosi il trofeo, ma Matrix totalizza una sola presenza in Serie B e passa in prestito al Carpi.

Marco Materazzi (Perugia)
Marco Materazzi (Perugia)

L’esperienza in Romagna in Serie C1 rilancia le sue ambizioni. Il difensore goleador impiega cinque mesi per far ricredere il Perugia, bastano 7 gol e 18 presenze a Gaucci che decide di richiamarlo alla base in Serie A: l’esordio arriva il 2 febbraio 1997 contro quella che diventerà la sua squadra del cuore, l’Inter, che al Renato Curi non va oltre lo 0-0. Nella gara successiva al Delle Alpi timbra il cartellino allo scadere ma non riesce ad evitare la sconfitta contro la Juventus, la rivale di sempre in nerazzurro. Finirà nuovamente sul tabellino dei marcatori nelle battute conclusive del torneo nel 4-1 contro la Reggiana a Reggio Emilia, successo che non aiuterà gli umbri ad evitare la retrocessione. Aiuterà però Materazzi ad entrare in pianta stabile in prima squadra, indosserà la fascia di capitano nella stagione successiva e trascinerà il Grifone nel play-off promozione contro il Torino.

La cura Castagner a stagione in corso funziona eccome, il Perugia rimonta i granata, li aggancia al 4° posto e scrive la storia. Tovalieri apre, Ferrante pareggia, dagli undici metri Materazzi fa centro con il suo infallibile sinistro, i compagni lo imitano e Luciano Gaucci può festeggiare il ritorno in Serie A. Ancora una volta Reggio Emilia nel destino di Matrix che a suon di gol e prestazioni attira l’interesse dell’Everton e approda a Goodison Park.

Marco Materazzi (Everton)
Marco Materazzi (Everton)

Everton rosso relativo: carisma e grinta da vendere

Estate 1998, questa volta a squillare è il telefono di Gaucci. Walter Smith, nuovo tecnico dell’Everton, spinge per l’acquisto di Materazzi: “Abile nel gioco aereo, difensore aggressivo, bravo con i piedi, non vedo l’ora di poterlo allenare”. Matrix fa le valigie e approda in Terra d’Albione, sulla sponda blu del Mersey River. Tante aspettative che il ragazzo italiano ripaga con ottime prestazioni mettendo in mostra carisma e grinta da vendere; arrivano anche le prime marcature, trascina le Toffees in League Cup contro l’Huddersfield realizzando il gol vittoria con un preciso calcio di punizione, si ripeterà qualche mese più tardi nel 5-0 al Middlesbrough in cui il club di Liverpool ritroverà il successo dopo mesi difficili.

L’unico problema sono le sanzioni, gli eccessivi cartellini rossi non vengono visti di buon occhio dai supporters inglesi e complicano l’avventura straniera del talentuoso calciatore leccese. A peggiorare le cose anche l’infortunio rimediato contro il Coventry che lo costringe a chiudere in anticipo la stagione. Materazzi non si perde d’animo, quasi mai lo ha fatto in carriera, è consapevole dei propri mezzi, l’esperienza lontano dall’Italia, seppur difficile, sarà fondamentale per la crescita personale del ragazzo: “Mi ha insegnato qualcosa, mi ha aiutato, ho imparato cosa significa essere straniero in un nuovo paese”. 

Marco Materazzi (Perugia)
Marco Materazzi (Perugia)

Mamma Perugia lo riaccoglie: la Nazionale lo nota

“Volevo tornare in Italia anche per realizzare il sogno di indossare la maglia della Nazionale”. Detto, fatto. Mamma Perugia lo riaccoglie e il campionato 1999-2000 inizia nel migliore dei modi con due reti nelle prime tre partite, nonostante una vena realizzativa non esaltante il Grifone centra la salvezza con largo anticipo. L’anno seguente è quello della rivoluzione, Carlo Mazzone cede il passo all’emergente Serse Cosmi, il rapporto con il nuovo allenatore non decolla inizialmente, ma il feeling tra i due è solo questione di tempo.

“Il capitano lo decido io, altrimenti puoi anche accomodarti”. Materazzi indosserà nuovamente la fascia del Perugia, ne diventa il leader difensivo, Cosmi gli affida anche l’impostazione della manovra offensiva e lui lo ripaga con 12 gol, entrando in classifica marcatori, superando il record di Passarella (11) e guadagnandosi l’appellativo di difensore goleador. Colpi testa, calci di punizione, penalty, bomber Matrix punisce Milan, Inter, Napoli e regala un’altra salvezza agli umbri. Le ottime performance attirano l’interesse di Giovanni Trapattoni, che lo convoca in Nazionale Maggiore, e dell’Inter di Massimo Moratti: il 27 agosto 2001 debutta in maglia nerazzurra proprio contro il Perugia.

Mondiale, scudetto 2007 e Triplete 2010: “Tutti pazzi per Materazzi”

Il triennio 2021-2024 non si rivelò particolarmente fortunato per i colori nerazzurri. La prima stagione all’Inter a livello di risultati possiamo considerarla come la più triste della carriera calcistica di Materazzi, lo scudetto perso all’ultima giornata contro gli storici rivali della Juventus, l’eliminazione in semifinale di Coppa Uefa. L’anno successivo arriverà la Coppa Italia, conquistati ai danni della Roma, ma anche il ko ai quarti di finale di Champions League contro i cugini del Milan. Il periodo Cuper è uno dei più bui della storia della Beneamata.

Tutto cambia con il Mondiale 2006 e con l’arrivo sulla panchina meneghina di Roberto Mancini, anche se come con Cosmi non fu amore a prima vista. Il trionfo in Germania è decisivo. Prima di allora Matrix aveva preso parte ai Mondiali coreani del 2002, subentrando a Nesta, e all’Europeo 2004. Competizioni internazionali dall’epilogo simile per l’Italia che viene eliminata agli ottavi e alla fase a gironi, ma avrà modo di rifarsi con il contributo del centrale difensivo dell’Inter.

Materazzi
Marco Materazzi, campione del Mondo 2006

Inizialmente il classe 1973 non fa parte dello scacchiere titolare della retroguardia di Marcello Lippi che si affida a Zaccardo, Cannavaro, Nesta e Grosso. L’infortunio del difensore del Milan nelle fasi iniziali del match cruciale della fase a gironi contro la Repubblica Ceca, ribalta le carte in tavola. Sulle palle inattive secondo Fabio Caressa “Materazzi poteva essere una soluzione”, sarà molto di più: Matrix è una sentenza, cross di Pirlo dalla bandierina, stacco imperioso del centrale nerazzurro e per il resto sappiamo tutti com’è andata. Da lì in poi diventa un titolare inamovibile, scenderà in campo dal 1′ fino alla magica notte di Berlino, ad eccezione dei quarti di finale contro l’Ucraina, dove sconterà una giornata di squalifica per un’espulsione ingiusta rimediata agli ottavi contro l’Australia. La sua incornata vincente e il suo sinistro infallibile guideranno l’Italia verso la conquista del 4° titolo Mondiale: freddo e cinico anche dagli undici metri. Barthez si inchina, la Francia si inchina: il Cielo è azzurro sopra Berlino, il futuro è roseo per Materazzi.

Le performance Mondiali convincono Mancini a puntare su di lui, nel 2007 trascina l’Inter allo scudetto che arriva con 5 giornate d’anticipo ai danni della Roma, piegata nuovamente dopo la Coppa Nazionale di 4 anni prima. Siena, la città del Palio, consegna il tricolore ai nerazzurri che si impongono 2-1 con doppietta di Materazzi. Al termine della stagione saranno 12 le reti del difensore goleador che bisserà nuovamente il record realizzato per la prima volta in quel di Perugia.

Il momento è magico, l’Inter si impone anche nel 2008 all’ultima giornata, sempre contro la Roma. Sotto il diluvio del Tardini Zlatan Ibrahimovic manda in estasi i tifosi nerazzurri, la doppietta del centravanti svedese spegne i sogni di gloria della Roma. Il trend dei giallorossi non cambia nemmeno con l’approdo sulla panchina interista di Josè Mourinho che inaugura un altro ciclo vincente, l’ultimo di Materazzi con la maglia della Beneamata prima dell’addio nel 2011.

Marco Materazzi e Josè Mourinho all'Inter
Marco Materazzi e Josè Mourinho all’Inter

L’ex Perugia instaura un bellissimo rapporto con lo Special One, non giocherà tantissimo ma il suo carisma e la sua leadership faranno la differenza nelle diverse fasi del triennio portoghese in cui conquisterà altri due titoli nazionali, due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. La ciliegina sulla torta, oltre che sulla carriera dell’atleta, arriverà il 22 maggio 2010: al Santiago Bernabeu una doppietta di Diego Milito mette in ginocchio il Bayern Monaco e riporta la Champions League nella Milano nerazzurra a distanza di 45 anni dall’ultima volta. Negli ultimi minuti c’è gloria anche per Materazzi che aggiunge un altro trofeo prestigioso alla sua bacheca. Le lacrime di addio e l’abbraccio con Josè, promesso sposo del Real Madrid, suggella lo straordinario feeling tra i due. Un feeling che regala all’Inter lo storico Triplete.

L’avventura indiana e l’Hall of Fame dell’Inter

L’ultima stagione all’Inter iniziata con Benitez e conclusasi con Leonardo consegna a Materazzi gli ultimi due trofei della sua esperienza nerazzurra: il Mondiale per Club e la Coppa Italia. La sua carriera si concluderà in India dove ricoprirà la carica di allenatore-calciatore trascinando il Chennyahin alla vittoria del titolo nel 2015.

Matrix lascerà il mondo del calcio da vincente e non perderà mai occasione per mettere in mostra il proprio interismo, il proprio amore per la maglia del Biscione, figlio di un rapporto speciale con la tifoseria che lo ha sempre considerato un punto di riferimento, un beniamino per eccellenza, insieme ai vari Stankovic, Cambiasso e Javier Zanetti. Da qualche giorno, come la leggenda argentina, attuale vice-presidente del club, è entrato a far parte dell’Hall of Fame.

Il numero 23 per eccellenza della storia dell’Inter nel tempio dei più grandi: “Per gli interisti la cosa più importante è l’attaccamento alla maglia: io non sono nato interista, ma di sicuro morirò interista! Perché è un privilegio e un onore. Sono l’unico nella storia nerazzurra, fino a oggi, a essere diventato campione del mondo sia con la nazionale che con l’Inter“.

Una vita da leader: dall’Inter a Coin of Champions

Dal “Tutti pazzi per Materazzi” al “Tutti pazzi per Coin of Champions“. L’ex difensore dell’Inter insieme al fratello Matteo, Procuratore Fifa e Co-fondatore della nuova realtà del mondo blockchain, riveste un ruolo fondamentale all’interno del progetto. Come tutti gli ambassadors cercherà di dare credibilità al proprio lavoro e a quello degli esperti del Team Coc, con una attenzione particolare per i bambini, per i ragazzini che sognano una carriera come quella di Matrix.

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Non sarà come calcare un campo da calcio, Materazzi lo sa bene, ma la possibilità di aiutare i bambini ad avvicinarsi allo sport e a realizzare i propri sogni, come sostenuto anche dall’amico e collega Christian Vieri stimola il Campione del Mondo: “Per me tutto questo è fantascienza, non è semplice coniugare il token con quello che per me è stato il campo da calcio. La cosa che mi preme di più sono i bambini, dobbiamo cercare di attirare la loro attenzione, raccontare la storia del calcio, tentare di farli innamorare di questo sport”.

 

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VINCENZO BELLINO
Pubblicato da VINCENZO BELLINO
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Laureato in Lettere Moderne, giornalista pubblicista per Footballnews24. Amo lo sport in tutte le sue sfaccettature, ma seguo in particolare il calcio con le sue intriganti notizie di calciomercato. Il traguardo più importante è sempre il prossimo
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