Coin of Champions, palla agli Ambassadors: Gianluca Zambrotta

Innovazione e trasparenza sono due delle fondamenta su cui si poggia Coin of Champions, progetto rivelazione dell’anno 2021. La creatura di Cesare Florio sta compiendo passi da gigante, restando fedele alla propria idea e all’obiettivo che si è posta: diventare un punto di riferimento. Esserlo nel mondo delle criptovalute, poi, vuol dire esporsi in prima linea all’interno di un contesto sconosciuto ai più. La nebbia che ruota attorno al ruolo dei token, dunque, potrà essere schiarita tramite diverse iniziative: dal Fantacalcio ai vari Webinar, passando per il sostanzioso lavoro di beneficienza. E, nondimeno, grazie a chi ha deciso di prestare il proprio volto e la propria voce al progetto Coin of Champions, testimoniando come “la moneta dei campioni” sia tutt’altro che un semplice claim pubblicitario.

PER ISCRIVERTI A COIN OF CHAMPIONS CLICCA QUI

Coin of Champions, il peso degli Ambassadors

Ci si affaccia così sulla categoria degli Ambassadors di Coin of Champions, ex calciatori o atleti ancora in attività, alcuni protagonisti anche di altri sport. Sneijder, Frey, Vieri e Ronaldinho sono solo alcuni nomi di una vasta gamma di personalità che comprende contemporaneamente Roberto Carlos e l’ex pilota Giancarlo Fisichella, tra gli altri. L’obiettivo di Coin of Champions è ben delineato e il ruolo dei testimonial è una delle chiavi per raggiungerlo. Il suo successo ha coinvolto – e continua a coinvolgere – delle colonne portanti del calcio, che sono parte attiva della realtà che dal 2021 si sta imponendo sul mercato delle blockchain. Un altro importantissimo tassello è giunto da Dubai, sede dei Globe Soccer Awards 2021, manifestazione principe del settore calcio in cui COC è stata tra i Premium Sponsor. Una vetrina di assoluto rilievo, per protagonisti di altrettanto spessore.

Tra gli Ambassadors di Coin of Champions è impossibile non notare una folta rappresentanza di calciatori italiani. Anzi, per essere ancor più specifici, è doveroso rimarcare la presenza di diversi Campioni del Mondo con la nostra Nazionale. A partire da Marco Materazzi, ma anche del suo avversario di mille battaglie e compagno azzurro, Filippo Inzaghi. Senza tralasciare Alessandro Nesta, così come il terzino che lega forse più di tutti la propria carriera a quella dell’ex CT Marcello Lippi, ossia Gianluca Zambrotta. L’ex difensore di Milan, Juventus e Barcellona ha legato il suo nome a Coin of Champions a partire dal 6 agosto 2021, come segnalato da un suo post sul proprio profilo Instagram.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Gianluca Zambrotta (@gianlucazambrotta)

Gianluca Zambrotta, una carriera di corsa

Gianluca Zambrotta nasce a Como il 19 febbraio 1977 e muove i primi passi della sua carriera proprio nella sua città Natale. Si dice spesso che chi galoppa di corsa verso i propri obiettivi, non sia in grado di godersi il viaggio in tutte le sue tappe, godendo del senso di libertà a cui esso conduce. Di sicuro, non è il caso del terzino lombardo, che ha sempre dato la sensazione di non aver alcuna costrizione nell’interpretare il proprio ruolo, vista la naturalità con la quale gli è calzato sin da subito. Non dagli inizi, però: Zambrotta infatti nasce come esterno di centrocampo ed inizia a farsi notare nelle realtà di provincia del calcio italiano. L’esordio in Serie A avviene il 31 agosto 1997, in cui all’età di 20 anni si ritrova a sfidare il Parma nella cornice del San Nicola di Bari. I galletti hanno rappresentato per lui una rampa di lancio a tutti gli effetti, ma sempre dalla metà campo in su: la prima manciata di metri di una carriera vissuta di corsa da uno degli attuali Ambassadors di Coin of Champions.

La moneta più preziosa giunge più in là, con la prima chiamata della Nazionale. Allora Zambrotta è ancora un calciatore del Bari, ma la maglia dei pugliesi inizia a star stretta attorno alle sue qualità, che nel frattempo emergono anche dal punto di vista strettamente tattico. Le osserva da vicino la Juventus, che apprezza e conduce a Torino il giovane Gianluca nell’estate del 1999. Il passaggio in bianconero segna la svolta della sua carriera, grazie al ritorno di Marcello Lippi sulla panchina della Vecchia Signora. L’intuizione del tecnico viareggino, che sposta Zambrotta nel ruolo di terzino sinistro, lo trasforma da uno dei tanti esterni del calcio italiano a uno dei migliori difensori di fascia della Serie A.

L’ascesa di Gianluca è, a questo punto, inarrestabile. Con la maglia della Juventus conquista due Scudetti, più due revocati dallo scandalo Calciopoli, e disputa da assoluta stella una finale di Champions League, poi persa ai rigori con il Milan. La stagione 2002/03 vale l’inserimento nella lista del Pallone d’Oro, poi vinto da Nedved. Ma soprattutto apparecchia la tavola per un’altra tappa fondamentale che, di lì a qualche anno, avrebbe vissuto di corsa: il Mondiale del 2006. Laureatosi Campione del Mondo, Zambrotta vive la sua seconda giovinezza. Prima il trasferimento al Barcellona, poi al Milan dove chiuderà la sua carriera con un altro Scudetto nel 2011.

L’assist per Nedved ed il gol all’Ucraina

Non è semplice racchiudere una carriera longeva come quella di Zambrotta in due singole giocate. L’ex terzino azzurro, che oltre che ad essere un volto di Coin of Champions ha intrapreso la carriera di allenatore e dirigente, non è mai stato un goleador di professione, al contrario con la Juventus ha iniziato a rivestire il ruolo di assist-man che poi non ha più abbandonato. Lo dimostra la notte del 14 maggio 2003, con il passaggio illuminante a smarcare Nedved nella semifinale di Champions League. Il pallone di controbalzo taglia fuori tutta la difesa del Real Madrid, disegnando un parabola degna dei migliori centrocampisti. Zambrotta invece è stato un terzino ed è bene ricordarlo anche in occasione di un’altra sua giocata tipica.

La fortuna di essere un calciatore duttile lo ha portato a migliorare alcuni fondamentali, finendo per calciare indistintamente di destro e sinistro in modo preciso. Numerosi cross sono giunti da entrambe le corsie, ma dal suo piede è partito anche uno dei gol più belli dell’Italia al Mondiale 2006. Un sinistro da fuori che sblocca il quarto di finale contro l’Ucraina e che lascia increduli tutti, Lippi compreso. Ma testimonia ulteriormente – e lo si capisce dagli istanti successivi all’ingresso del pallone in rete – come si possa cogliere l’attimo anche in un mondo frenetico come quello del calcio. Anche vivendo una carriera di corsa, come ha fatto Gianluca Zambrotta.