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Negli ultimi tempi il mondo delle cryptovalute ha conquistato anche il mondo del calcio, tra le società emergenti troviamo il rivoluzionario progetto di Coin of Champions. Nato nel mese di luglio 2021 e lanciato a tutti gli effetti sul mercato internazionale a ottobre, COC è un token che ha coinvolto alcuni nomi che in passato hanno scritto pagine di storia importanti sia sul rettangolo verde che all’interno del “diamante” di gioco.
Nonostante sia attivo da pochissimi mesi, questo nuovo token ha già ottenuto la nomina a Platinum Sponsor dei Globe Soccer Awards 2021, ed è pronto a lanciare iniziative mai viste prima, che vanno dal Fantacalcio ai Webinar. Da non dimenticare il lavoro nel sociale, con i tanti progetti a favore delle ONLUS e in aiuto dei più giovani.
I grandi Ambassadors di Coin of Champions
Proprio grazie a questi grandi obiettivi, Coin of Champions, al quale è possibile iscriversi cliccando qui, ha attirato svariate personalità del mondo dello sport, e non solo del calcio, che fungono da ambassadors per questo progetto. Dal momento del lancio, infatti, hanno investito in COC personalità del calibro di Marco Materazzi, Christian Vieri, Roberto Carlos e Wesley Sneijder. Poco dopo altri campioni come Diego Lugano, Ronaldinho, Alessandro Diamanti, Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta, Ogenyi Eddy Onazi, Boukary Dramè, Filippo Inzaghi, Sébastien Frey, Paco Costa, Amauri, Simon Randall, Gilberto Silva, Ricardo Rocha, Alessio Cerci e Giancarlo Fisichella si sono uniti a questo progetto. In questa sede andremo ad analizzare la vita e la carriera di uno di questi grandi sportivi.
Questa volta parliamo di un nome lontano dalla nostra sfera di conoscenza anche perché lo sport da lui praticato e che lo ha portato a giocare al più alto livello dello stesso, qui da noi è considerato “minore”. Il protagonista di questo articolo sarà Randall Simon, giocatore di baseball che ha militato in MLB (Major League Baseball) e famoso per un bizzarro episodio accadutogli durante una partita di campionato.
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Randall Simon, dalle isole Curaçao agli Stati Uniti d’America
Randall Carlito Simon nasce il 25 maggio 1975 a Willemstad, capitale delle isole Curaçao, situate nel Mar dei Caraibi meridionale, di fronte alle coste del Venezuela. È la più estesa e popolosa delle tre “isole ABC” (le altre due sono Aruba e Bonaire). La capitale è Willemstad e le lingue ufficiali sono l’olandese e il papiamento. Quelle che fino al 2010 furono chiamate Antille olandesi devono il nome attuale alla parola portoghese coração, che significa “cuore”. Simon approda nella Major League Baseball nell’estate del 1997 e viene firmato dagli Atlanta Braves.
Il debutto in campionato avviene il 1º settembre dello stesso anno e nella capitale della Georgia ci rimane per due anni. Nell’anno e mezzo successivo prosegue il suo viaggio nella East Coast firmando prima per i Florida Marlins e poi per i leggendari New York Yankees ma non scese mai in campo. Nel 2001 cambia il berretto e firma per i Detroit Tigers. A Mo-Town ci resta per una sola stagione, proseguendo così la sua carriera da girovago degli States. Nel 2003 vola in Pennsylvania e approda nella capitale, firmando con i Pittsburgh Pirates.
Sausagegate: quando Simon, durante una partita, colpì una mascotte vestita da salsiccia
Tra gli appassionati di baseball, Simon non è ricordato propriamente per le sue gesta all’interno del “diamante”, ma per essersi reso protagonista di una situazione particolarmente imbarazzante nel 2003.
Il 9 luglio, mentre giocava per i Pittsburgh Pirates, durante la “Sausage Race” dei Milwaukee Brewers, in cui quattro concorrenti che indossano costumi da salsiccia si sfidano in una gara podistica, Simon si chinò sulla ringhiera della piroga e colpì la studentessa universitaria Mandy Block (nel costume da salsiccia italiana) con una mazza, facendola cadere nella corsia di un altro corridore. La mazza colpì solo la parte superiore imbottita del costume, ben al di sopra della sua testa, facendole perdere l’equilibrio. Block rimase illesa e subì solamente un graffio al ginocchio. Simon, successivamente fu addirittura interrogato dalla polizia e multato di 432 dollari per condotta disordinata.
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La MLB lo sospese per 3 partite e lo multò di 2.000 dollari. Il nativo di Curaçao si è scusato con la studentessa e le ha inviato la mazza da baseball autografata, con la quale la colpì accidentalmente. Quando Simon tornò a Miller Park, questa volta con il berretto dei Chicago Cubs, acquistò salsicce italiane per un’intera sezione degli spalti, e durante la Sausage race, i suoi compagni di squadra lo trattennero giocosamente fino a quando tutte le salsicce passarono la piroga, mentre il manager Dusty Baker sorvegliava il rack delle mazze da gioco. In un’intervista di pochi mesi fa, la vittima dell’esilarante incidente, Mandy Block, cha dichiarato in di aver trovato l’incidente “comico” e di essersi sentita a disagio quando i media diedero contro a Randall Simon per il fortuito colpo.
La studentessa, dopo l’incidente, ricevette anche un viaggio gratuito per due persone a Curaçao, l’isola natale di Simon, da parte dell’Ente del Turismo di Curaçao. Una vacanza che compì assieme a sua madre nel marzo 2004. L’incidente fu ironicamente chiamato dalla redazione di ESPN, Sausagegate.
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Gli ultimi anni di carriera e il ritiro
Dopo essere stato ceduto dai Pittsburgh Pirates, come anticipato, passa ai Chicago Cubs e viene schierato in prima base assieme a Eric Karros. Simon batte con un impressionante 33,3% durante la postseason, ma la sua avventura con i Cubs termina dopo la sconfitta ai playoff per mano dei Florida Marlins. Nel 2004 viene ri-firmato dai Pirates, ma ai tifosi della squadra il suo ritorno non è gradito.
Nel 2005, Simon lascia la MLB per andare a giocare nella Mexican League. Firma un contratto con i Potros de Tijuana e in 64 partite mette su delle belle statistiche. Grazie alle sue performance nel campionato messicano, viene contattato dagli Orix Buffaloes, in Giappone. Simon accetta la corte e vola verso il Sol Levante. Con la maglia degli Orix non mantiene le percentuali dell’anno prima e nel 2006 torna a Tijuana per unirsi a Derrick White e George Arias, anche loro ex giocatori di MLB. Nello stesso anno viene selezionato dalla nazionale olandese per disputare il World Baseball Classic 2006 e in tre gare colpisce sempre con un confortante 30%.
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Poco dopo, fu ingaggiato dai Texas Rangers per un contratto di minor league. Dopo alcuni problemi di visto, si unì ad una squadra in Oklahoma. A settembre dello stesso anno, viene acquistato dai Philadelphia Phillies. Torna così a disputare una partita nel campionato di major dopo due anni. Nel 2007, ecco il ritorno in Messico, prima con i Culiacan Tomateros e poi firmando per i Veracruz Eagle.