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In un mondo legato alla tradizione ma allo stesso tempo costantemente proiettato verso il futuro come quello del calcio, il progetto di Coin Of Champions (COC) rappresenta una vera e propria rivoluzione. Il nuovo token, presente tra i Platinum Sponsor degli ultimi Globe Soccer Awards, ha conquistato e sta conquistando un ruolo sempre più di primo piano però non soltanto all’interno dello sport più amato e seguito del pianeta ma anche all’interno di tutto il mondo sportivo in generale. Lanciato da Cesare Florio solo qualche mese fa, precisamente lo scorso luglio, per poi essere presentato ufficialmente sul mercato nel mese di settembre, l’iniziativa Coin Of Champions è riuscita ad avere, nel giro di pochissimo tempo, un successo a dir poco straordinario, superando i 10.000 holders in un arco di tempo molto breve e portando dalla sua parte tantissime personalità di spicco del mondo del calcio e dello sport. Il progetto COC, che appartiene all’ambito della Blockchain e che punta ad introdurre nel mondo sportivo, in modo pratico, il concetto di token, tante volte in passato ignorato o guardato con diffidenza dai più, si è dimostrato fin da subito serio e attendibile, con una programmazione accurata a farla da padrone e con obiettivi sempre più ambiziosi anche nel breve periodo.
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Coin Of Champions, progetto che come detto lega il mondo dello sport a quello della Blockchain, sta riuscendo a conquistare l’attenzione di una fetta sempre più grande di persone, che iniziano, grazie a questa iniziativa, ad approcciarsi in modo sempre più convinto a questo mondo. COC sta riuscendo in questo grazie a tantissime iniziative e a progetti che introdurranno sempre di più il token anche nella quotidianità: da segnalare, su tutti, il progetto Metaverso, che permetterà a tutti gli appassionati di calcio sparsi in tutta Italia, attraverso l’utilizzo di token spendibili, di intraprendere tour virtuali negli stadi o anche di allenarsi a distanza insieme a grandi campioni del mondo calcistico. Altro aspetto da segnalare è però quello del grande e continuo sostegno a diverse ONLUS sia italiane che internazionali, con Coin Of Champions impegnato tra l’altro anche nel sostenere progetti di riqualificazione di molti centri sportivi e nel fornire supporto ai settori giovanili delle squadre. Un progetto, quello COC, destinato a crescere enormemente nel prossimo futuro ma già caratterizzato da tantissimi punti di forza, che conta anche sul sostegno di tanti Ambassadors di prestigio.
Gli Ambassadors di Coin Of Champions: presente anche Ricardo Rocha
Tra i tanti Ambassadors prestigiosi di Coin Of Champions, che hanno deciso di sposare questo progetto e si sostenere attivamente questa iniziativa avvicinando sempre più persone a questo mondo, ci sono diversi ex campioni del mondo del calcio, che negli anni recenti hanno fatto sognare con le loro gesta in campo gli appassionati di tutto il pianeta. Tra i tanti grandi nomi ci sono infatti campioni del calibro di Ronaldinho, Sneijder, Roberto Carlos e Pippo Inzaghi, senza dimenticare poi Alessandro Nesta, Gianluca Zambrotta o anche Chistian Vieri e Marco Materazzi. Tra gli ambasciatori del progetto COC è però presente anche un altro grande ex giocatore la cui carriera ha avuto inizio molto prima rispetto ai giocatori sopra citati e che i più giovani faranno maggiore fatica a ricordare. Stiamo parlando di Ricardo Rocha, roccioso difensore del Brasile laureatosi campione del mondo a USA 94 grazie alla finale vinta ai calci di rigore contro l’Italia.
La storia di Ricardo Rocha, dalle vittorie con il San Paolo al Real Madrid
Ricardo Rocha, nato a Recife, in Brasile, l’11 settembre 1962, ha iniziato la sua carriera a 20 anni, nel 1982, con la maglia del Santo Amaro. Un anno dopo arriva poi il salto nel Santa Cruz, squadra con cui otterrà il suo primo titolo, ovvero il Campionato Pernambucano, e che inizia a far imporre il giovane giocatore all’attenzione degli addetti ai lavori. Nel 1985, di conseguenza, arriva l’acquisto di Rocha da parte del Guarani, club in cui il difensore inizierà a giocare con sempre più continuità e con cui troverà il primo gol tra i professionisti. Le tre stagioni al Guarani non portano al suo palmares personale alcun titolo, ma sono nonostante questo caratterizzate da una grande crescita personale, con la soddisfazione per la prima convocazione con il Brasile nel 1987 e con la vittoria, nello stesso anno, dei Giochi Panamericani con la selezione guidata dal ct Carlos Alberto Silva. Le prestazioni sempre più in crescendo del giocatore, che prende parte con la sua nazionale anche alla Coppa America del 1987, finiscono con l’attirare le attenzioni anche del calcio europeo, con la prima grande svolta della carriera che arriva nel 1987 con la chiamata dello Sporting Lisbona.
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L’approdo nel grande calcio europeo, con il suo acquisto da parte dello Sporting Lisbona nell’estate del 1988, si rivela però più complicato del previsto: nella squadra portoghese allenata da Manuel José, Ricardo Rocha trova pochissimo spazio, mettendo insieme solo dieci presenze ma trovando però la soddisfazione del suo primo, e unico, gol europeo. L’esperienza negativa in Portogallo porta ad un ritorno immediato in Brasile, precisamente al San Paolo, squadra con cui Rocha si toglierà grandi soddisfazioni: in due anni, dal 1989 al 1991, arriva il doppio successo nel Campionato Paulista e quello del campionato brasiliano. Due stagioni di alto livello, che riporteranno Rocha in Europa, questa volta in Spagna alla corte del Real Madrid: con la gloriosa maglia dei Blancos, Rocha ha occasione di arricchire ulteriormente il proprio palmares, con le vittorie di una Coppa di Spagna e di una Supercoppa spagnola. Dopo due stagioni in Spagna riecco però il richiamo del Brasile, con Rocha che giocherà prima al Santos e poi al Vasco da Gama, con cui vince un campionato carioca nel 1994. Da lì, dopo l’incredibile gioia della vittoria del Mondiale americano nella finale contro l’Italia, anche se Rocha giocherà solo pochi minuti di quel torneo a causa di un infortunio nella gara dei gironi contro la Russia, ha inizio la fase discendente della carriera del giocatore, caratterizzata anche da un’esperienza in Argentina con il Newell’s Old Boys e chiusa poi con il Flamengo.
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Ricardo Rocha, la sua rete in Europa
La carriera di Ricardo Rocha (tra gli Ambassadors di spicco del progetto Coin Of Champions), difensore vecchio stampo che ha vissuto la gioia della vittoria di un Mondiale con il suo Brasile, è stata caratterizzata da pochissimi gol. Da segnalare ci sono infatti una rete con il Guarani, club in cui la carriera del difensore ha iniziato a prendere il volo, una con lo Sporting Lisbona, uno dei due club europei in cui ha giocato insieme al Real Madrid, e qualche altra marcatura sparsa tra Vasco da Gama e Newell’s Old Boys, prima e unica esperienza in Argentina del giocatore. Tra questi pochi sussulti, quello che verrà evidenziato qui consiste nella rete segnata con la maglia dello Sporting Lisbona. L’esperienza in Portogallo, per quanto negativa e al di sotto delle aspettative, è servita a fortificare il giocatore e a renderlo pronto per la vincente avventura al Real Madrid, ed ha regalato a Rocha, che ha trascorso quasi tutta la sua carriera in Brasile, la gioia di segnare in Europa: nella stagione 1988-1989, l’unica allo Sporting, il centrale, con un suo gol di testa su azione di calcio d’angolo, decide la gara casalinga contro la Farense. Questa resterà l’unica gioia della sua avventura portoghese, anche se qualche anno dopo, a USA 94, arriverà quella della vittoria mondiale con la sua nazionale.