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Come un delfino è ispirato alla storia vera di Domenico Fioravanti, ex nuotatore e primo atleta a vincere sia i 100 che i 200 metri rana in una edizioni di giochi olimpici ma nel 2004 a causa di un ipertrofia cardiaca fu costretto al ritiro. Il film lanciato nel 2011 dal regista Stefano Reali è suddiviso in due parti, vede come protagonista Alessandro Dominici (interpretato da Raul Bova) è un nuotatore professionista che al culmine del successo deve interrompere la sua carriera agonistica per motivi di salute, porta con sé il trauma della morte del padre che all’età di solo 12 anni lo ha visto annegare per l’affondamento della sua barca.
Il nuotatore a quel punto inizia ad essere deriso dai colleghi Luca Marin, Filippo Magnini, Alessia Filippi e Emiliano Brembilla (interpreti di loro stessi), nonostante Dominici abbia la volontà ancora di mettersi in gioco il suo manager Ugo e il suo allenatore continuano a fare muro alle sue richieste, a quel punto improvvisamente riceve visita da un suo vecchio amico divenuto prete che lo invita ad allenare dei ragazzini testardi con precedenti penali, di una comunità minorile situata nella città di Messina per dare a loro un margine di vitalità e speranza
La nuova gara di Dominici: “il tuo cuore non sarà mai né vecchio né stanco”

Dunque nella prima parte del film vediamo come Alessandro Dominici sia amato dal suo pubblico ma ormai ha 33 anni e il ritiro sembra vicino, tutti puntano su il rivale arrogante Fabio Guadagnini, che durante un torneo lo batte nei 100 metri stile libero. Alessandro subito dopo la gara inizia a sentirsi male, a tal proposito, viene sottoposto ad esami medici che lo impongono a rimanere a riposo almeno due mesi per rischio arresto cardiaco. Durante una festa mentre è affranto da ciò che stava accadendo si avvicina un prete è un suo vecchio amico, Don Luca (interpretato da Ricky Memphis) che informato di tutto lo invita ad andare con lui a Messina dove gestisce una comunità di ragazzi malviventi dicendogli “Il tuo cuore non sarà mai né vecchio né stanco“, per allenare una squadra tesserata da lui fondata chiamata i Ragazzi del Sole
Allora Dominici accetta la proposta e si dirige verso la Sicilia dove conosce gli aiutanti che lavorano nella casa-famiglia, Spartaco e l’assistente sociale Giulia, inoltre si presenta ai ragazzi: Nico, Nasca, Nazi, Andrea, Bernardo e Rocco, qualcuno fa lavori per la famiglia Scalese pericoloso clan mafioso che non è per niente contento dell’arrivo del nuotatore in città. Alessandro prende le retini in mano ed inizia allenare i Ragazzi del Sole, gli inizi sono difficili ma con costanza e impegno riesce ad iscrivere la squadra dei giovani in un torneo regionale nella quale pagano l’inesperienza perdendo le gare individuali, ma nella staffetta è tutta un’altra storia inaspettatamente vincono una medaglia di bronzo, ciò fa notizia in città e ovviamente infastidisce molto la cosca Scalese, che allo scuro di tutti decide di appropriarsi della struttura gettando l’acido fenico nell’acqua dove si allenano i ragazzi, mettendo a rischio la vita del giovane Andrea che si è gettato in piscina per esercitarsi.
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Dominici disputa la gara più importante: “L’acqua può essere anche amica, che aiuta a proteggerti”

Nell’altra parte del film di Stefano Reali notiamo la volontà di lottare per un traguardo che sembra irraggiungibile, il giovane ragazzo Andrea fortunatamente è fuori pericolo, ma i Ragazzi del Sole non potranno più usufruire della struttura acquistata dagli Scalese, a quel punto Alessandro Dominici spinge per ristrutturare una piscina olimpionica sequestrata alla mafia, ma per finanziare le spese i giovani devono conquistare un primato in una gara, a tal proposito, l’allenatore decide di continuare ad allenare i ragazzi nella sua vecchia isola direttamente nell’oceano pare un’impresa difficile ma Alessandro crede e vede qualcosa di importante in quei giovani.
Arrivati sull’isola i Ragazzi del Sole si allenano con impegno e costanza lottavano per un vero obiettivo, grazie a Dominici capiscono che la vita era tutt’altra cosa rispetto a quanto avevano visto fino ad all’ora, e che il nuoto e la magia dell’acqua poteva essere per loro speranza e protezione, come citato dallo stesso mister rivolgendosi alla squadra: “L’Acqua può essere anche amica, che aiuta a proteggerti“. Dopo 3 mesi di preparazione giunge il giorno più importante, il gruppo arriva a Roma dove si disputerà la gara.
La vittoria dello Sport

Nel finale di questo film pieno di emozioni assistiamo a quando con lo sport si può arrivare all’impossibile, nonostante le mille difficoltà, sforzi e sacrifici, la volontà di raggiungere un obiettivo credendo in ciò che si fa è la base per la vittoria, i giovani durante la gara si aiutano a vicenda capendo che l’unione di gruppo è la vera forza, durante il torneo hanno qualche intoppo perdono anche il giovane Nico, è proprio in quel momento Alessandro Dominici che li aveva guidati fino lì decide di dargli un aiuto, portandoli a vincere la medaglia d’oro, aveva vinto la gara più importante mentre i Ragazzi del Sole avevano vinto contro tutto e tutti, aveva vinto lo sport.