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In quegli anni l’Italia era denominata ufficialmente Regno d’Italia, il regime fascista di Benito Mussoli aveva soppiantato il regime monarchico della dinastia dei Savoia e lo Statuto Albertino, esteso a tutto il Regno nel 1861, era l’equivalente dell’odierna Costituzione. Parallelamente ad un’Italia politica, esisteva già un’Italia del pallone: la televisione, inventata nel 1885, era entrata in maniera più o meno omogenea nelle case di tutti i cittadini, e la nostra Nazionale, 88 anni prima di Qatar 2022, ci aveva già regalato la gioia del primo titolo Mondiale con il CT Vittorio Pozzo. Ripensare a tutto questo adesso, fa uno strano effetto. Chi lo avrebbe mai detto che le sorti del nostro Paese sarebbero cambiate così drasticamente, tanto dal punto di vista politico, quanto in quello sportivo. Eppure, mentre ormai, vecchie e nuove generazioni si sono abituate a vivere l’Italia come una Repubblica democratica, sicuramente nessuno si è ancora abituato a vedere gli azzurri fuori dalla seconda Coppa del Mondo consecutiva.

Partendo da quel Mondiale, passando dal “catenaccio e contropiede” di Trapattoniana memoria, alle notti magiche di Italia ’90, fino ai giorni nostri. In poco più di 80 anni il calcio italiano ha subito una vera e propria rivoluzione. Ad esempio, ormai la tecnologia in campo è entrata in pianta stabile allo scopo aiutare arbitri e assistenti. Allo stesso modo, sono state tante le riforme attuate al massimo campionato italiano, che lo hanno portato ad essere come lo vediamo oggi: dal girone unico a 16 squadre introdotto nella stagione 1929-1930 alle attuali 20. Dalla chiusura delle frontiere ai calciatori stranieri dal 1966 al 1980, ai posticipi serali introdotti nella stagione 1993-94. Fino ad arrivare all’assegnazione dei 3 punti a vittoria introdotti nella stagione 1994-95. Anche la formula della Coppa Italia era diversa, infatti nella stagione 1937-38, quando Juventus e Torino diedero vita alla prima finale stracittadina, il match non prevedeva una sfida secca, bensì prevedeva una partita di andata e una partita di ritorno.
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Coppa Italia, Torino-Juventus 1-3: gli ospiti sbancano il Filadelfia
Dopo la prima edizione nella stagione 1922-23, e la sua riproposizione nella stagione 1926-27, interrotta prematuramente, la Coppa Italia fu introdotta a cadenza annuale dalla stagione 1935-36. Durante la stagione 1937-38 dunque, la competizione era appena alla sua 5ª edizione. Essa ebbe inizio ufficialmente il 5 settembre 1937 e si concluse l‘8 maggio 1938. La partita di andata si giocò nello storico Stadio Torino Filadelfia, domenica 1° maggio 1938 alle ore 15:30. La finale di quell’edizione è stata la prima disputata con la formula della doppio scontro. Inoltre, per la prima volta dall’introduzione della competizione, ha avuto luogo una finale stracittadina. Infine, è stata la prima volta in cui i bianconeri hanno alzato il trofeo. Il Torino arrivò a quell’appuntamento dopo aver superato nell’ordine: Spezia ai sedicesimi di finale, SIAI agli ottavi di finale, Brescia ai quarti di finale e Milan in semifinale. In virtù del pareggio per 2-2 il match con i rossoneri fu ripetuto e, nella seconda sfida il Toro si impose per 3-2. La Juventus invece, superò rispettivamente: l’Aquila, l’Alessandria, l’Atalanta e l’Ambrosiana-Inter.
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La squadra allenata da Mario Sperone in quell’occasione scese in campo con un 3-5-2 formato da: Maina; Brunella, Ferrini, Cadario; Ellena, Neri, Gallea, Baldi, Buscaglia; Bo, D’Odorico. Dinanzi ai rivali del Torino la Juventus allenata da Virginio Rosetta scese in campo con un 3-3-4 formato da: Bodoia; Foni, Rava, Depetrini; Monti, Varglien, Bellini; De Filippis, Gabetto, Tomasi, Borel. Al termine dei primi 45′ le due squadre rientrarono negli spogliatoi sul risultato di 1-1. Nella prima stracittadina tutta torinese, a passare in vantaggio fu la Vecchia Signora, grazie alla rete di Savino Bellini su assist di Aldo Borel al 25′. I padroni di casa al 36′ riequilibrarono il punteggio grazie al gol di Walter D’Odorico. Nel secondo tempo però, probabilmente a causa della fatica causata dal doppio impegno con il Milan, nell’ultimo quarto d’ora il Toro crollò e i bianconeri dilagarono. Prima al 73′ con Lodovico De Filippis, poi all’85’, ancora Savino Bellini chiuse i conti su assist di Ernesto Tomasi. Alla fine del match, la Juventus sbancò il Filadelfia con il risultato finale di 1-3, ipotecando di fatti il risultato in vista del match di ritorno.

Coppa Italia, Juventus-Torino 2-1: i bianconeri non perdonano
Esattamente ad una settimana di distanza dal primo round, l’8 maggio 1938 alle ore 15:30, andò in scena il match di ritorno della finale di Coppa Italia tra Juventus e Torino. Teatro di questa sfida fu il vecchio Stadio Olimpico, che a quel tempo si chiamava Stadio Municipale Benito Mussolini. L’impianto prese il nome dell’omonimo dittatore, in quanto fu proprio il Duce a pretenderlo nel 1933, per ospitare le manifestazioni ginniche del regime fascista. In quello stesso anno lo stadio iniziò ad ospitare anche le partite casalinghe della Juventus. Nel 1945 con la caduta del regime, fu preferibile cambiare nome optando per un neutrale Stadio Comunale, nome mantenuto fino al 2005. Dopodiché, in seguito alla nomina come sede ufficiale dei Giochi Olimpici invernali nel 2006, si decise di commemorare l’evento rinominandolo Stadio Olimpico. Infine, quando nel 2016 i bianconeri si sono trasferiti nella nuova casa dello Juventus Stadium, il vecchio impianto è stato intitolato Stadio Olimpico Grande Torino, in memoria di quella squadra già leggenda che la tragedia di Superga ha reso immortale.

In virtù del risultato maturato nel match di andata, la gara di ritorno sarebbe stata solo una formalità per i padroni di casa. Nonostante tutto però, la Juventus si presentò all’appuntamento con la formazione tipo, la medesima scesa in campo sette giorni prima. Così come i loro rivali, anche il Torino ripropose gli stessi 11 scesi in campo una settimana prima, tuttavia la situazione era completamente diversa: il Toro doveva cercare di compiere un’impresa pressoché stoica. Per poterci riuscire i granata avrebbero dovuto partire fortissimo e così fu: al 19′ gli ospiti passarono in vantaggio con il gol di Fioravante Baldi e la partita sembrò prendere una piega diversa. Tuttavia, fu solo un’impressione, perché nel giro di pochi minuti i bianconeri ribaltarono il risultato. Prima al 27′, Guglielmo Gabetto ristabilì la parità su assist di Aldo Boel. Poi al 39′, sempre Gabetto portò avanti i suoi, su assist di Luis Monti. Da qui in poi il risultato rimase invariato fino al triplice fischio finale. La Juventus vinse anche la partita di ritorno con il risultato di 2-1 e, con un risultato totale di 5-2, alzò al cielo la sua prima Coppa Italia.