Cala su Milano la cornice dell’Euroderby, morsa sportiva ed emotiva a serrare idee e pensieri della città intera. Sfida in due atti alla terza edizione, 18 anni dopo l’ultima, a 20 esatti dalla prima. Torna a rallentare il ritmo meneghino ed accelerare il battito, per 7 giorni, per scongiurare traumi dal futuro. Semifinale da rima con stracittadina per eccellenza, l’élite italiana convogliata a San Siro con sguardo sulla suggestiva vetrina della resa dei conti di Istanbul, a far riaffiorare traumi del passato. Il presente è invece avvolto in vincoli di complessa decifrabilità e rivalità cittadina; il presente sgorga per le vie di Milano: il presente è l’Euroderby Milan–Inter.

Milano, Euroderby nel segno della Scala
San Siro si adorna delle vesti consuete delle notti di gala, divenendo arena per la sfida assoluta tra i possessori delle chiavi della città quali Stefano Pioli e Simone Inzaghi. I due gladiatori progettano la contesa scacchistica ai margini dell’arena, per lasciare il dovuto margine di gioco agli etoile di rossonero e nerazzurro tinti. Dalla Scala del Calcio a quella di Milano, nel segno degli etoile a vivere il confronto in due atti con i riflettori delle notti che chiamano a sé la storia puntati addosso.
Riflettori come fari ad infiammare il terreno di San Siro od a mettere in luce doti tecniche per surriscaldare il tifo sugli spalti, tassello cruciale per il passaggio del turno. Riflettori, infine, tipici di una Scala di Milano che è pura tradizione cittadina, la stessa incarnata appieno dai portatori dei dogmi storici a tracciare DNA e valori di Milan ed Inter, quali Sandro Tonali e Nicolò Barella. Testa a testa a centrocampo a rievocare i grandi duelli del passato leggendario dei rispettivi club, ad accrescere la mitica legata all’evento più atteso.

Milano, è Euroderby dal Castello ai Navigli
Dalla Scala sino a Castello Sforzesco, custode ineluttabile della storia di città, stracittadine e memoria dei club. Le stesse nelle quali rifugiarsi con retorica, per diluire le angoscianti dosi di attesa interminabile a culminare nel ghiacciante fischio d’inizio.
Scorrono dunque timori e pensieri lungo le vie della città intera, sgorgando tra i Navigli posti a spaccare irrimediabilmente Milano in due fazioni distinte. 7 giorni avvolti nella divisione di tifo, elemento culturale inscindibile dal patrimonio cittadino. Lo scorrere veloce è cosa per pochi, certamente non per il tempo in occasioni simili, certamente invece per gli interpreti in campo chiamati a sferzate come mai in precedenza. Una contesa in due atti in via di definizione sulle fasce.
Quelle offensive con Rafael Leao in cerca di integrità muscolare e minutaggio nella notte più rilevante di carriera. Quelle difensive, sul solo scacchiere tattico, trovano in Theo Hernandez e Dimarco i degni frontman del Naviglio sgorgante sugli out di San Siro, deciso a risolvere il dramma meneghino.

Milano, l’Euroderby divino vista Duomo
Notti nelle quali affrontare e risalire la corrente, la stessa che porta il circus itinerante rossonerazzurro a culminare nella piazza del Duomo, teatro di emotivamente violente e burrascose notti di celebrazioni per ambo le parti. La consueta folla ai piedi del simbolo della città che non potrà sottrarsi al tingersi di due soli colori al termine della seconda sfida si riversa lungo le tribune di San Siro, non prima di un rapido ed accennato sguardo al firmamento nel quale sperano di inscrivere una volta ancora le 5 lettere del club simbolo di una vita intera.
Sguardo citato che non può che cogliere la Madonnina a svettare su Milano, dimensione divina dell’Euroderby, posta inevitabilmente sulla guglia più della Cattedrale, la più difficilmente raggiungibile, a rappresentare anima e cuore chiave per risolvere in proprio favore l’intricato rebus di campo.

Il cielo si adorna di nubi a poche ore dal primo fischio, le stesse che avvolsero lo storico atto II dell’Euroderby, quelle dei fumogeni del 2005 che ancora oggi cingono d’assedio i ricordi, destinate a dissolversi alle ore 21 sotto la pioggia tipica delle notti volte alla storia. Il filo conduttore tra passato e vie della città rotto dal fischio d’inizio, perché oggi è Milan–Inter: oggi è più che mai Euroderby di Champions League.

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