Non so cosa dirvi davvero
Tre minuti alla nostra più difficile sfida professionale: tutto si decide oggi
Ora noi, o risorgiamo come squadra, o cederemo un centimetro alla volta, uno schema dopo l’altro, fino alla disfatta
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica
8′. 11′. Doppio colpo ad infrangere la cortina d’emozioni di Milano, a trafiggere Mike Maignan, a porre sin da subito in ginocchio il Milan. L’Inter parte meglio, forte d’un centrocampo folto e più determinato, a schermare qualunque iniziativa avversaria, a non dare respiro alla prima impostazione, ai margini di manovra della mente calcistica delle maglie rossonere, troppo scosse dall’ambiente, dall’impatto con una squadra divenuta corazzata infrangibile nel primo tempo dell’Euroderby.

Siamo all’inferno adesso signori miei, credetemi
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica
Colpo su colpo, avanzata dopo avanzata, le zolle rossonere di San Siro si affossano, e con esse il Milan. Stefano Pioli, incapace di controvertere a gara in corso quanto posto sul campo dall’Inter, riassapora il tepore della discesa verso l’inferno, nuovamente. Un ambiente in ginocchio, costretto a subire la nuova batosta emotiva che si rifà al recente complesso passato di La Spezia, costretto a rinchiudersi con il gruppo a Milanello, terra dove le nubi della disfatta tornano a riaffiorare, a monopolizzare le menti.
Possiamo rimanerci, farci prendere a schiaffi
Oppure aprirci la strada lottando, verso la luce
Possiamo scalare le pareti dell’inferno, un centimetro alla volta
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica

Due anime scindono il Diavolo in parti distinte, quelle volte al compimento di un’impresa postasi dinanzi a sé per propri errori, al cospetto di chi si è dimostrato nettamente superiore nel primo tempo della contesa. L’anima razionale, quella che vede l’Inter come troppo superiore in interpreti, gioco dimostrato sin qui, capacità di affrontare il Milan stesso, quasi avvolto in una bolla psicologica infrangibile e dalla quale l’uscita in occasione delle stracittadine diviene impresa tra l’arduo e l’impossibile.
La vita è un gioco di centimetri, e così è il calcio
In entrambi questi giochi, la vita e il calcio, il margine d’errore è ridottissimo
Capitelo, mezzo passo fatto in anticipo o in ritardo e voi non ce la fate
Ma i centimetri che ci servono sono dappertutto, sono intorno a noi
Ce ne sono ad ogni minuto, ad ogni secondo
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica
Ancora anima razionale, la quale si rifà a risultati, statistiche e ad un passato avvolto dalle sconfitte quando le trame nerazzurre si pongono dinanzi al Diavolo. La stessa che analizza un momento complesso, su ambo lati mentali e fisici, di prestazioni e di mancanza d’interpreti: l’anima del Diavolo che condanna il Milan alla resa, ad un passo dal sogno.

In questa squadra si combatte per un centimetro
In questa squadra massacriamo di fatica noi stessi, e tutti quelli intorno a noi, per un centimetro
Ci difendiamo con le unghie e coi denti per un centimetro
Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri, il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta, tra vivere e morire
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica
La seconda anima del Diavolo poi si fa strada, a sopravanzare l’altra. Lato irrazionale ed emotivo, sportivamente illogico, ad emergere dalla settimana vissuta tra l’incessante pressione bollente tra le pareti dell’inferno nel quale ci si è calati. L’anima più pura, quella che avvicina il mondo al gioco, l’unica in grado di illuminare la rotta per la rinascita.
La stessa che porta a credere a fatti coscientemente pressoché impossibili, per raggiungere i quali il consueto impiego delle forze non può essere sufficiente, ma che nel caso in cui l’irrealizzabile dovesse essere spinto a collidere forzatamente con la realtà, costringerebbe il libro della storia a scrivere una nuovo pagina, da rime con mitica e leggenda dello sport.
In ogni scontro, è colui il quale è disposto a morire che guadagnerà un centimetro
Io so che se potrò avere un’esistenza appagante, sarà perché sono disposto ancora a battermi e a morire per quel centimetro
La nostra vita è tutta lì, in questo consiste
È in quei dieci centimetri davanti alla faccia, ma io non posso obbligarvi a lottare
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica

Illogico può infatti apparire riporre buona parte delle speranze nella tecnica estrosa della propria stella, out negli ultimi dieci giorni, e chiamata al rientro nel momento più buio. Rafael Leao è così in cerca di iscrivere il proprio nome nel firmamento, rientrando da stella attesa e bramata, con il peso sulle spalle del dovere di accendere sé stesso e la notte più importante, consapevole del fatto che “le avversità risvegliano in noi capacità che in circostanze favorevoli sarebbero rimaste assopite“.
Dovete guardare il compagno che avete accanto, guardarlo negli occhi, io scommetto che ci vedrete un uomo determinato a guadagnare terreno con voi, che ci vedrete un uomo che si sacrificherà volentieri per questa squadra, consapevole del fatto che quando sarà il momento, voi farete lo stesso per lui
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica
Irrazionale così anche il parallelismo tra Liverpool e Milano, tra Anfield e San Siro, aggrappandosi a chi sin qui non ha dimostrato di potersi esprimere ai livelli del recente passato. Uomo in grado di decidere grandi contese, di catalizzare le speranze di un popolo e spingerle in gol, Divock Origi diviene dunque protagonista in secondo piano, dalla copertina sbiadita dallo scorrere del tempo, chiamato al dovere di porre nuovo colore su di sé e su una settimana nera.
Questo è essere una squadra signori miei
Perciò, o noi risorgiamo adesso, come collettivo
O saremo annientati individualmente
È il calcio ragazzi, è tutto qui
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica

L’emotività, in ultima istanza, trasmessa dal calore di coloro che mai hanno mollato o abbandonato, con chiaro ed evidente cenno dovuto alla Curva Sud Milano. Stretti attorno alla squadra nel momento più complesso, quello nel quale la rinascita, col ritorno all’anima razionale, è questione insperata; chiamati al ruggito dinanzi nella cornice di un San Siro dalle trame spiccatamente di forza opposta, quali quelle dell’Inter padrona di casa.
Curva Sud e Milan, legame indissolubile come è chiamata a dimostrare la squadra in campo, nella propria notte da riflettori planetari puntati costantemente su di sé, notte nella quale gridare al mondo rossonero e del calcio la filosofia di un triennio nel segno di Stefano Pioli: “La paura se l’affronti scappa, se invece scappi te la paura ti corre dietro. Noi abbiamo solamente un motto e l’abbiamo sempre portato avanti: se vuoi puoi, le altre cose sono tutte una scusa“.
Allora, che cosa volete fare?
Al Pacino, Ogni Maledetta Domenica