Non stanno deludendo in quanto a spettacolo i 5 maggiori campionati d’Europa, con un neo però piuttosto evidente: di questi sono 4 quelli con il prossimo campione già pronto ad essere incoronato, complice un notevole vantaggio sulle inseguitrici: +8 del Real Madrid sul Barcellona in Spagna, +12 del PSG in Francia, +13 del Bayer Leverkusen in Germania e addirittura +14 dell’Inter sui cugini del Milan. Solo la Premier League in tal senso è imprevedibile, con ben 3 pretendenti al titolo.
In tale scenario è la lotta all’Europa ad aver attratto maggiormente l’attenzione, con un punto in comune trai vari campionati decisamente sorprendente: in tutti i paesi sopracitati troviamo un underdog in corsa per la Champions League, un’impronosticabile di inizio stagione che sta tenendo testa a super potenze decisamente più quotate. Tra gioco espresso, idee vincenti dei propri allenatori ed interpreti, scopriamo i segreti delle 5 rivelazioni sparse per l’Europa: Bologna, Aston Villa, Girona, Stoccarda e Brest.
Un Bologna moderno: Thiago Motta traccia la via
Impossibile non partire da casa nostra, da un Bologna d’autore che sta andando oltre ogni più rosea aspettativa. Merito di un Thiago Motta che si sta rivelando uno degli allenatori più interessanti del panorama europeo, e che, dopo il buon 9° posto dell’anno scorso, lo vede ora lottare per la Champions League al pari delle solite potenze italiane.
Partita dopo partita, l’italo-brasiliano sta dimostrando che per esprimere un gioco bello e vincente e battagliare per l’Europa non c’è bisogno di spese milionarie o di campioni affermati. Una fluidità che parte dalla difesa (la 3ª migliore della Serie A), con terzini piuttosto bloccati per non pestare i piedi alle ali, ma centrali come Beukema e Calafiori chiamati ad un lavoro di impostazione determinante, alzandosi quasi all’altezza del centrocampo e sostituendosi a Freuler ed Aebischer. La magia creata del Bologna inizia poi dalla cintola in su.
La creazione degli spazi: centrocampisti e ali in sinergia
La manovra risulta più che mai fluida grazie al continuo movimento degli interpreti scelti da Thiago Motta, mai statici in una singola posizione. Mezz’ali come Fabbian, Moro o anche Ferguson, libero svariare su tutta la trequarti, hanno licenza di allargarsi per permettere la regia di Freuler o dei centrali di difesa, che possono andare direttamente su Zirkzee o trovare le ali che vengono dentro il campo, in una continua creazione di spazi da occupare.
Ciò si traduce in un possesso palla pensato, votato alla pazienza, in attesa del varco giusto lasciato da un avversario che fa fatica ad assorbire tali continue rotazioni. Non è un caso che il Bologna occupi le posizioni più alte tra le squadre che fanno più tocchi nel proprio terzo di campo e tra quelle che recuperano più palloni nella propria trequarti. Zero fretta e manovra ragionata, in pieno stile De Zerbi, e i risultati ottenuti da Thiago Motta si vedono.
Bologna sforna talenti: Ferguson e Zirkzee punte di diamante
Certo, le idee contano, come d’altro canto gli interpreti per metterle in pratica. Sotto l’ala protettiva di Thiago Motta, sono davvero tanti i talenti messisi in mostra che stanno facendo le fortune del club felsineo. A partire da nuovi arrivi quali Beukema, Kristiansen e Ndoye, passati da sconosciuti a punti fermi della squadra, per poi passare ad insospettabili come Saelemaekers e Fabbian. E poi ci sono i big.
Se Posch e Orsolini, anche se con qualche alto e basso, sono liete conferme, due sono gli exploit che stanno lanciando il Bologna alla conquista dell’Europa: il primo è un Lewis Ferguson sempre più centrocampista totale, alla Koopmeiners, in grado di fraseggiare basso con i centrocampisti come andare a supporto della punta per colpire. Il secondo è Joshua Zirkzee, finalmente autore di quell’esplosione tanto attesa che, in Emilia o no, gli varrà la Champions.
Futuro Thiago Motta: tra Bologna e Juventus: parla l’agente
Inevitabile che, con un rendimento tale, il futuro di Thiago Motta possa assumere le sfumature più varie, con tanti grandi club che osservano interessati. Il contratto in scadenza il prossimo giugno non fa che alimentare i dubbi sulla sua permanenza a Bologna, ben consapevole che alla finestra c’è una Juventus che pensa fortemente a lui per aprire un nuovo ciclo e affrontare campionato e Champions dell’anno prossimo.
Così ha parlato l’agente sul destino di Thiago Motta: “L’unica realtà è il contratto in scadenza, al momento non ho trattative con nessuno e non so dire se resterà a Bologna. Nono accordi né dialoghi, si parla del nulla”. Buio totale insomma, ammesso che ciò sia vero, ma per parlare di Juventus ci sarà tempo. Il Bologna non è più una semplice underdog, con il sogno Europa che conta più vicino che mai.
Aston Villa con vista Champions: Unai Emery sottovalutato?
Del Bologna abbiamo abbondantemente parlato, ma come detto le 5 rivelazioni di quest’anno toccano tutti i maggiori campionati d’Europa. In Inghilterra c’è forse quella meno inaspettata ma comunque sopra tante squadre che, ai blocchi di partenza erano nettamente favorite. 4° in classifica in Premier c’è un Aston Villa che sta confermando le ottime cose mostrare nella stagione scorsa, con evidenti migliorie.
La Conference League, nella quale affronterà il Lille ai quarti di finale, si sta tramutando in qualcosa di decisamente più prestigioso. Una bella Villa con vista Champions League per la squadra di Birmingham, costruita mattoncino dopo mattoncino da un sapiente Unai Emery. Qualche esperienza opaca, specialmente all’Arsenal, l’ha avuta l’allenatore spagnolo, ma ci si chiede se, per risultati ottenuti e gioco espresso, non sia spesso stato sottovalutato.
Mister Europa League: dal Siviglia al Villarreal
Il progetto Aston Villa si sta rivelando perfetto per Unai Emery, vista la sua propensione a far bene con squadre medio alte: è cosa nota che lo spagnolo sia mister Europa League, visto che sono ben 4 le coppe che può vantare nel suo palmares. 3 consecutive con il Siviglia costituiscono tutt’ora un record che nessuno ha soltanto avvicinato, e che gli è poi valsa la chiamata prima del PSG e poi dell’Arsenal.
Tornato in patria, ecco la 4ª Europa League alzata alla guida del Villarreal, in quella che è la competizione di cui è il re indiscusso. Non si potrà ripetere la storia anche con l’Aston Villa, visto che il trofeo da vincere a fine stagione è la Conference League, mentre in campionato l’obbiettivo è ormai quella Champions che un’intera città sta sognando.
Intensità e verticalità: Douglas Luiz e Watkins gli uomini in più
E quali sono i segreti di quest’Aston Villa? Come spesso succede in Premier League, l’intensità è alla base di tutto, con Unai Emery che pretende un ritmo alto e transizioni veloci. Di qui la propensione alla verticalità, per cercare di innescare subito gli attaccanti senza perdere troppo tempo nel giro palla. Gli uomini in più sono senz’altro Douglas Luiz e Watkins.
Il centrocampista brasiliano è a 10 gol stagionali da mediano, e l’equilibrio che dà alla squadra è fondamentale per potersi sbilanciare e sprigionare il potenziale offensivo. La punta inglese, nel giro della nazionale, ne ha messi a segno 22 in 42 presenze, e il suo istinto del gol è raro. Due i punti di vantaggio dell’Aston Villa sul Tottenham, che ha una gara in meno; dovesse però arrivare un aiuto dal Ranking UEFA, anche il 5° posto potrebbe risultare sufficiente per la Champions League.
Girona infernale: Michel dalla “B” all’Europa
Finora abbiamo visto un Aston Villa sugli scudi ma comunque ricco e ben strutturato ed un Bologna non da piani così alti ma certezza del nostro campionato. Ma c’è chi veramente sta compiendo un’impresa, ed è il Girona ne LaLiga. Trattasi di una delle più inaspettate tra le 5 rivelazioni di quest’anno, certa di un posto in Europa e vicina al sogno Champions League.
Momentaneo 3° posto alle spalle del Barcellona, a +7 dall’Atletico Madrid e, soprattutto, +9 dal Athletic Bilbao 5°. Un lavoro straordinario ed impronosticabile fatto dal club di proprietà del City Football Group, che detiene ovviamente il Manchester City e numerosi club, tra i quali anche il Palermo. Merito di tale impresa va attribuito anche a Miguel Angel Sanchez Munoz, meglio conosciuto come Michel, che ha portato il Girona dalla “Serie B” al sogno Europa.
Michel I di Vallecas: dal Rayo al Girona
Proprio così lo avevano soprannominai i tifosi del Rayo Vallecano, squadra a cui ha dedicato l’intera carriera di calciatore: Michel I di Vallecas, perché, nonostante tutto, “continua ad essere uno di noi”. E non poteva partire proprio che lì la sua avventura da allenatore, prima delle giovanili e poi della prima squadra, con cui conquista la promozione ne LaLiga nel 2018 per poi venire esonerato la stagione successiva, complice l’ultimo posto in classifica.
Stesso medesimo percorso con l’Huesca: prima il salto in massima serie e poi cacciato con la squadra in fondo alla graduatoria. Poi la chiamata del Girona, e qui sì che la musica cambia: 6° posto in Segunda Division, vittoria dei play-off e promozione, con il primo anno de LaLiga terminato con un ottimo ed inaspettato 10° posto. Pensare di fare meglio sembrava utopia pura, ma ora è magicamente diventata la Champions League l’obbiettivo.
4-3-3 classico: da Tsygankov ai 3 in doppia cifra
Non grandissime invenzioni nella disposizione tattica di Michel, ma tanta intensità, grinta, e ordina tattico. Un classico 4-3-3 che ha visto esplodere Yan Couto, di proprietà del Manchester City, e rinascere giocatori come Eric Garcia e Blind in difesa. A centrocampo l’ago della bilancia è Aleix Garcia, che fa gioco e permette a Herrera e Martin di spingersi avanti. La potenza del Girona però è in attacco.
A partire da un Tsygankov che sembra aver finalmente trovato la sua dimensione, dopo tanti anni di belle promesse non mantenute. Ci sono poi i 3 in doppia cifra che, in un attacco da 62 gol in 30 gare (solo il Real Madrid con 66 ha fatto meglio), fanno la differenza: Savio con 10 reti, pronto ad abbracciare il Manchester City a fine anno, Dobvyk con 16, vera sorpresa del campionato, e Stuani con 13, impeccabile a 37 anni anche da bomber di riserva. L’Europa chiama, ed il Girona sta rispondendo presente.
Stoccarda vincente: prima il baratro, poi l’Europa
Se già il Girona costituiva una sorpresa maggiore rispetto ad un Bologna o all’Aston Villa, anche ciò che sta succedendo in Germania merita particolare attenzione. Da stoccata vincente, tipica della scherma, a Stoccarda vincente il passo è breve, anche se il risultato è di fatto lo stesso. Sta letteralmente volando la squadra di Hoeness, anch’essa, come per le prime 3 delle 5 rivelazioni di cui abbiamo parlato fin qui, con la Champions League in tasca.
Tolto un inarrivabile Bayer Leverkusen che si avvia verso il titolo, lo Stoccarda occupa la 3ª piazza a soli 3 punti dai campioni del Bayern Monaco e con un margine di ben 7 lunghezze sul Lipsia 5°, cosa che rende l’accesso alla prossima Champions un obbiettivo molto vicino. Un qualcosa di veramente incredibile al di là delle squadre più potenti che si sta tenendo dietro, visto il baratro che, fino a poco tempo fa, la squadra ha sfiorato.
3 is the magic number: dal play-out alla Champions
Rispolverando una vecchia pubblicità di telefonia mobile che lanciava lo slogan “3 is the magic number”, si nota come lo Stoccarda abbiamo preso in parola tale assunto, ribaltandolo in poco meno di un anno. Erano i primi di giugno del 2023 quando i ragazzi allenati da Hoeness, arrivato ad inizio aprile in una situazione disastrosa, si accingeva ad affrontare il play-out con l’Amburgo, dopo il terz’ultimo posto finale nella regular season.
Doppio confronto vinto e retrocessione scongiurata esattamente come un anno prima, con la salvezza ottenuta all’ultima giornata ai danni dell’Herta Berlino. Un anno dopo eccoci qui a raccontare uno Stoccarda in piena volata Champions, forte di un 3° posto che neanche il tifoso più incallito poteva immaginare. Solidità, compattezza ed un paio di giocatori sugli scudi là davanti stanno mettendo in piedi un’impresa Europa coi fiocchi.
Non solo Guirassy
Impossibile non partire dal bomber della squadra, rimasto per lunga parte della prima stagione sulle media dei vari Haaland e Mbappé. La stagione di Serhou Guirassy dice 25 gol in 23 partite stagionali, con un infortunio ad inizio 2024 che lo ha limitato non poco. Un investimento da soli 9 milioni di euro, recapitati dal Rennes, per un giocatore destinato ad infiammare il prossimo mercato. Accanto al guineano, ottima stagione anche per Undav, arrivato in prestito dal Brighton di De Zerbi e autore di 16 centri, per una Champions League storica per il club.
Il Brest vola: riscatto Roy 12 anni dopo
Ma si sa, una sorpresa in stile Bologna, Stoccarda o Girona ci può sempre essere in ogni stagione. In Francia però ciò che sta facendo il Brest era davvero insospettabile. Partiamo dal presupposto che parliamo di una squadra il cui budget totale equivale al 6% di quello del PSG ma, al netto di un largo distacco, i biancorossi sono appena dietro alla squadra di Luis Enrique, al secondo posto.
Dopo una serie di stagioni con una salvezza più o meno tranquilla, a gennaio 2023 arriva Eric Roy sulla panchina del Brest, e di per se è già una notizia sorprendente: dopo aver dedicato la vita al Nizza sia da giocatore che come tecnico e direttore sportivo, lascia il club dopo una causa legale per licenziamento ingiustificato, proseguendo la carriera solo nel ramo dirigenziale (Lens e Watford). Ora il riscatto 12 anni dopo l’ultima volta su un panchina, in un piccolo club come quello bretone trascinato alle soglie della qualificazione alla prossima Champions League.
Difesa di ferro: Brassier leader attenzionato
Alla base del successo della squadra di Roy c’è una difesa di ferro, la migliore della Ligue 1 con soli 20 gol in 27 gare. Compattezza ed ordine sono i mantra su cui si poggia a squadra, oltre ad un Brassier leader della retroguardia ed attenzionato anche sul mercato: a gennaio ci ha provato senza successo il Milan, ed è probabile che il tutto possa ripartire in estate.
Qualche difficoltà in più davanti, dove il miglior marcatore è Del Castillo con 6 gol, incalzato dall’interista Satriano con 4. Sufficiente comunque per la seconda piazza, ma ci sarà da sudare: 1 punto di vantaggio sul Monaco, 4 sul Lille e 7 sul Nizza, in una volata al cardiopalma. Le Underdog d’Europa sognano la Champions League, ma le gambe non dovranno tremare sul più bello. Bologna, Aston Villa, Girona, Stoccarda e Brest ci credono.