- Continua a leggere sotto -
La storia, specialmente quella biblica, è piena di gesta eroiche. L’impresa per antonomasia, però, è quella che narra di Davide contro Golia. Fuor di metafora, lo scontro è diventato, nella vulgata e nel quotidiano, il simbolo del coraggio che può trionfare sulla forza. Nel calcio, e nello sport in generale, rappresenta la possibilità che i pronostici possono essere sovvertiti. In un Mondiale come quello di Qatar 2022, già ricco di sorprese, “citofonare” a Belgio e Germania per maggiori informazioni, eccone un’altra, ancor più roboante. Il Marocco, nettamente sfavorito, elimina la Spagna, una delle maggiori candidate al titolo, grazie ad una partita, tutto cuore e carattere, durata oltre 120 minuti.

Marocco-Spagna: Davide che batte Golia, ai rigori
Al via di Qatar 2022, il Marocco era ritenuta una buona nazionale, ma non nel lotto delle favorite. Inserita, oltretutto, in un girone di ferro, il suo percorso sembrava destinato ad infrangersi presto. Come le favole più belle, però, ecco la vittoria a sorpresa contro la Spagna. Molti i “padri” di questa vittoria. Certamente i calciatori capaci di accettare una partita di sacrificio, senza mai perdere la lucidità né la voglia di attaccare. Ma è impossibile non nominare anche il CT Hoalid Regragui. La differenza tecnica tra le due squadre è evidente. La Spagna, dai primissimi minuti, inizia a macinare il suo solito gioco fatto di tiki–taka asfissiante facendo viaggiare la sfera da un lato all’altro. L’ottima squadra di Regragui, però, affronta il match con consapevolezza e si adatta al canovaccio della vigilia.
- Continua a leggere sotto -
Leggi anche: Qatar 2022, Amrabat dopo Marocco-Spagna: “Orgoglioso di tutta la squadra”
Magari memore dell’ultima opera cinematografica di Paolo Sorrentino, il Marocco non si disunisce mai durante la partita. Pur con un dominio incontrastato nel possesso palla, la Spagna di Luis Enrique, però, non punge. A fine partita, su 13 tiri totali, contro i 6 del Marocco, la Roja ne indirizza solamente uno verso la porta difesa da un ottimo Bounou. La squadra africana, ultima rimasta nel Mondiale, rincula bene e prova anche a pungere in avanti, approfittando di qualche leggerezza della retroguardia spagnola. Mister Regragui prova anche a vincerla. È il minuto 81 e il CT marocchino opta per un triplo cambio. Tra i nuovi ingressi c’è anche l’idolo di un’intera tifoseria: Walid, Walino per i sostenitori del Bari, Cheddira. Rintanato nella propria trequarti, il Marocco necessita di un attaccante che abbia gamba e forze fresche. Il numero 21 può essere l’uomo giusto per farlo.
- Continua a leggere sotto -

Di tempo, però, ce n’è poco e i tempi regolamentari sfilano via senza altri sussulti. Nei supplementari, Cheddira, servito bene in area da una bella combinazione sulla destra, spreca, col sinistro, sparando su Simòn, portiere della Spagna. Il Marocco è bravo a sterilizzare la spinta offensiva della Roja, continuando a lasciarle saldamente in mano il pallino del gioco, senza mai rischiare troppo. Anzi è il Marocco a rendersi pericoloso, ma, ancora Cheddira, arrivato un po’ stanco, non concretizza al meglio un buon lancio in profondità. I rigori incombono sempre più minacciosi e Luis Enrique sceglie di far entrare un rigorista. Fuori Nico Williams, entrato al minuto 75, e dentro Sarabia. Proprio sui piedi dell’esterno del PSG capita l’occasione forse più ghiotta per la Spagna. Il suo destro al volo, però, scheggia il palo opposto e si spegne sul fondo.

Bounou, l’eroe che il Marocco merita e di cui ha bisogno
Dopo il palo di Sarabia al minuto 120+1 non accade più nulla: è tempo di rigori. Dopo Croazia–Giappone, ottavo del giorno prima, che ha visto sorridere i croati e piangere i nipponici, ecco anche Spagna–Marocco decisa dalla lotteria dei rigori. L’eroe senza macchia, capace di ipnotizzare gli spagnoli, facendo sognare un popolo intero, ha un nome e un cognome: Yassine Bounou. Gotham ha Batman, Metropolis ha Superman, New York Spiderman: il Marocco intero ha Bounou. Ironia della sorte: gioca in Spagna, nella Liga, con la maglia del Siviglia. Oltre al danno la, duplice, beffa: gli spagnoli, che lui ha condannato all’inferno con le sue parate, lo hanno premiato col trofeo Zamora. Il premio prende il nome dal portiere degli anni 20 del novecento. Viene assegnato ogni anno dal giornale sportivo Marca al miglior portiere de La Liga.
Pronti via e Sabiri, centrocampista della Sampdoria, spiazza Simòn. Sarabia, invece, per la Spagna, colpisce un altro legno. Secondo rigore per il Marocco: Ziyech, centralmente, non sbaglia. Soler, invece, si fa ipnotizzare da Bounou. Beunun, però, riaccende le speranze spagnole, sbagliando. A salire in cattedra e a non tradire quando serve, è ancora lui. Busquets si fa parare il terzo rigore da Bounou e ora la Spagna trema. Come ogni eroe che si rispetti, anche il portiere del Marocco ha bisogno di un alleato, di una spalla che lo supporti. Il “Robin” di Bounou si chiama Achraf Hakimi. Il terzino destro si presenta sul dischetto e, con la sfacciataggine dei grandissimi, sceglie il cucchiaio per condannare la Spagna. Può esplodere la festa del Marocco e la disperazione della squadra di Luis Enrique, contro ogni pronostico. Anche a Qatar 2022, c’è ancora spazio per i sogni.