Il mondo del ciclismo è segnato dalle imprese eroiche che i corridori compiono lanciandosi in gare lunghissime con ogni condizione meteo. I Grandi Giri sono indubbiamente adatti a chi, nel corso di diverse tappe, riesce a tenere sotto controllo il proprio fisico scalando le montagne più dure al mondo. Poi ci sono le Classiche del Nord, gare dalla durata di un giorno che tuttavia segnano nel profondo la carriera di un ciclista. Sono cinque le classiche monumento, ma possiamo affermare con sicurezza che due di queste sono una spanna più in alto delle restanti tre. Il Giro delle Fiandre e la Parigi-Roubaix sono infatti le corse che hanno in assoluto più storia e per questo, ma non solo, sono più prestigiose.
Fiandre e Roubaix, la Settimana Santa del ciclismo
A contraddistinguere queste due corse, come appena detto, non è solo la storia. Le avversità presenti nel Giro delle Fiandre e nella Parigi-Roubaix non sono paragonabili a nessun’altra gara a livello mondiale. Il pavé è sicuramente la caratteristica principale, che riporta alla mente i ricordi del ciclismo eroico dei primi anni del XX secolo, quando ancora molte strade non erano asfaltate e i corridori erano costretti a gareggiare su sentieri sterrati e, appunto, sulle pietre. Tutto ciò rende indubbiamente queste due corse imprevedibili: tante volte i problemi meccanici hanno la meglio sui ciclisti che si imbattono in forature o peggio, in cedimenti strutturali del telaio per via dellevibrazioni che lo sollecitano oltre il limite.
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Dal punto di vista storico è la corsa francese ad avere la meglio, la cui prima edizione si corse nel lontano 1896. Fu però dal 1897 che la Parigi-Roubaix, come diventerà poi tradizione, si disputò proprio la domenica di Pasqua, sancendo uno degli appuntamenti sacri nel mondo del ciclismo. Sacro perché con il Giro delle Fiandre corso di consuetudine appena sette giorni prima della gara transalpina formano il duo della Settimana Santa del ciclismo. Una dichiarazione che per ovvi motivi ha del profano se si pensa alla Roubaix come l’Inferno del Nord, ma per questo particolare sport la sofferenza è un must e più se ne vede più si è appagati.
Fiandre e Roubaix per entrare nella storia
Nel corso degli anni sono numerosi i corridori che hanno potuto mettere nella propria bacheca queste due corse. Vincere il Giro delle Fiandre o la Parigi-Roubaix permette l’accesso di diritto nella storia di questo sport. Ne sanno qualcosa i campioni come Moser, Boonen o Cancellara, per non parlare poi di Merckx e di van der Poel, fresco vincitore della Classica belga per ben due anni di fila. Quest’ultima è infatti considerabile un po’ come il Mondiale delle Classiche del Nord, proprio perché il Belgio rappresenta il paradiso del ciclismo. Le Fiandre sono infatti il sogno di tutti i cicloamatori che percorrono chilometri solo per percorrere i segmenti leggendari della corsa come il Koppenberg, l’Oude Kwaremont e il Paterberg.
Dall’altro lato invece le asperità della Parigi-Roubaix, una corsa odi et amo. Impossibile non odiare una gara così crudele, un vero inferno per chi percorre quelle strade utilizzate solamente dai trattori durante il corso dell’anno e da qualche folle cicloturista che decide di partire all’avventura nel Nord della Francia. Iconico il passaggio sul pavé della Foresta d’Arenberg o sul Carrefour de l’Arbre, i due segmenti più duri dei 250 chilometri che spesso risultano decisivi con le fiammate dei grandi campioni. Sonny Colbrelli vinse l’edizione del 2021 corsa a ottobre, data in cui la pioggia decise di rendere ancora più epico il racconto. Difficile stabilire quale sia la migliore, ma entrambe hanno un’anima forte nel ciclismo di oggi con le radici che risalgono ad un lontano passato, ricco di passione e sacrificio.
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