Considerata una delle “Sette Sorelle” per il suo passato romantico e indimenticabile, nonostante gli ultimi anni in ombra, la Fiorentina è una delle squadre più iconiche e più rappresentative della Serie A, subito dopo le grandi vincenti. Iconiche le sue gloriose annate negli anni ’90 con Gabriel Omar Batistuta in attacco. È anche così che la Viola è diventata una delle squadre più tifate della penisola.
Visto l’ottimo bacino di tifosi, negli ultimi anni, la Fiorentina ha regalato bellissime coreografie. La famosa Curva Fiesole dello Stadio Artemio Franchi di Firenze, infatti, ha organizzato spettacolari show sugli spalti. I protagonisti di questi vanno dal giglio, simbolo della città, a Dante Alighieri, uno dei più famosi fiorentini di sempre, passando per Davide Astori, importante capitano della storia recente della società.

Fiorentina, le coreografie gigliate
Non in una sola occasione, gli ultras della Fiorentina hanno organizzato una coreografia raffigurante il giglio. In più di un caso la Curva Fiesole ha omaggiato il simbolo cittadino, riportato in rosso su sfondo bianco. Il giglio bottonato (detto anche “alabardato”), derivante dallo stemma araldico di Ugo di Toscana, è il segno distintivo di Firenze. È apparso sugli spalti, per esempio, nel giorno della celebrazione dei novant’anni dalla fondazione del club.
In alcuni casi, invece, i tifosi viola si sono limitati a riportare la scritta Firenze, ma è nel 1991 che si sono superati. Correva la stagione in cui Roberto Baggio aveva deluso tutti i supporter della Fiorentina, passando alla Juventus. Al suo ritorno all’Artemio Franchi, lo stadio lo ha accolto con una coreografia spettacolare che riportava lo skyline della città.

Fiorentina, Dante e Vlahovic
Non solo Roberto Baggio ha deluso i tifosi della Fiorentina passando alla Juventus, ma in tempi recenti lo ha fatto anche il centravanti serbo Dusan Vlahovic. Anch’egli, ancor di più del Divin Codino, ha scatenato le ire degli ultras viola, che gli hanno voluto lanciare un bel segnale al suo ritorno nel capoluogo toscano con la maglia bianconera addosso.
Il 2 marzo 2022, infatti, lo Stadio Artemio Franchi si è trasformato in un girone dell’inferno, più precisamente quello dei fraudolenti. Sugli spalti è apparso l’inconfondibile volto di Dante Alighieri, sommo poeta fiorentino, in mezzo alle fiamme degli inferi. In basso c’era anche uno striscione che citava: “Fiorenza, per lo’ nferno tuo nome si spande”.
Poco più tardi i tifosi della Fiorentina hanno issato un altro striscione, che recitava: “Non vo’ che più, malvagio traditor. Ch’a la tua onta, io porterò vere novelle”. Ancora un rimando a Dante, per omaggiare il celebre compatriota e per lanciare un’altra stoccata al classe 2000 ex Partizan Belgrado, uno dei tanti che non ha resistito al richiamo della Vecchia Signora.

Fiorentina, l’omaggio ad Antognoni
È chiaro che la creatività dei tifosi della Fiorentina si scatena quando affrontano la Juventus, la squadra con cui si respira la maggiore rivalità sul suolo italiano. È così che il 15 gennaio 2017 la Curva Fiesole, proprio contro i bianconeri, hanno dedicato una coreografia mozzafiato a Giancarlo Antognoni, bandiera viola dal 1972 al 1987 e anche rappresentante della società fuori dal campo tra il 2017 e il 2021.
Lo spettacolo sugli spalti comprendeva una fotografia del Campione del Mondo 1982 in maglia viola e la scritta “Unico 10” in bianco e rosso. Da pelle d’oca l’atmosfera che lo Stadio Artemio Franchi è riuscito a generare in quell’occasione, in cui tra l’altro ha avuto la meglio sugli nemici della Vecchia Signora con le reti tutte croate di Nikola Kalinic e Milan Badelj.

Fiorentina, il ricordo di Astori
Se Giancarlo Antognoni ha illuminato Firenze con la sua classe, c’è qualcun altro che l’ha fatto con il suo sorriso in tempi più recenti. Si tratta di Davide Astori, difensore viola tra il 2015 e il 2018 deceduto prematuramente durante una trasferta ad Udine. È stato capitano del club finché in vita ed è simbolo di tutto l’ambiente viola da quando se n’è andato via a causa di una morte cardiaca il 4 marzo 2018 nell’hotel che ospitava la squadra.

Da quel giorno tutto il calcio fiorentino si è stretto attorno alla sua figura, che è diventata un punto di riferimento anche per la Curva Fiesole. Quest’ultima in più di un’occasione gli ha dedicato coreografie da brividi, come quella apparsa sugli spalti appena una settimana dopo la morte di Davide Astori, nel match di Serie A contro il Benevento. In un particolarissimo clima di cordoglio con una semplice scritta “Davide 13” i tifosi hanno voluto dare un saluto al proprio ex leader.
Subito sotto è apparso anche uno striscione strappalacrime che citava: “Ci sono uomini che non muoiono mai. Ci sono storie che vengono tramandate in eterno. Buon viaggio capitano”. A fine febbraio 2019, in seguito, in occasione della gara tra Fiorentina e Atalanta di Coppa Italia, lo Stadio Artemio Franchi si è ripetuto regalando un altro show mozzafiato per omaggiare Davide Astori. Sotto la scritta “DA13” c’era un altro messaggio per l’ex centrale bergamasco: “Il tuo ricordo scolpito nella mente e la consapevolezza che niente potrà cancellarlo“.

Fiorentina, altre coreografie memorabili
Tra le altre spettacolari coreografie della Curva Fiesole della Fiorentina se ne ricordano altre contro la Juventus, una della stagione 1996/1997 e una dell’aprile 2016. Nella prima c’era un cuore rosso su sfondo viola con un elettrocardiogramma a completare l’opera. Nella seconda, invece, compariva un tifoso intento a incoraggiare i gigliati e la scritta “Garrisca al vento il labaro viola”, un verso dell’inno del club.
Un’altra famosa coreografia dello Stadio Artemio Franchi è quella vista a ottobre 2022 contro l’Inter. Essa rappresentava le mura della città in colore oro ed era allo stesso tempo dedicata al calcio fiorentino, antico sport tipico del capoluogo toscano. Inoltre a questo spettacolo sugli spalti sono stati abbinati due striscioni. Il primo recitava “Nessun sacrificio fu ritenuto inaccettabile di quella dolce libertà” in riferimento all’assedio di Firenze, contro la quale la città ha combattuto nel XVI secolo. Il secondo citava “Giunto sulle nostre sponde il nemico getta scudo e spada e s’arrende” per incitare i calciatori.