Il ruolo del portiere è il più delicato all’interno di una squadra di calcio. L’estremo difensore, come suggerisce il nome è l’ultimissimo baluardo che ha il compito, tutt’altro che semplice, di chiudere la propria porta e di evitare i gol degli avversari. Il nostro campionato ha una grande tradizione in fatto di numeri 1, come testimoniano la Juventus, l’Inter, il Milan o la Roma. Oltre a questi club, un grande difensore dei propri pali si è affermato in Serie A negli anni Duemila.
Stiamo parlando di Sebastien Frey, ex-portiere della Fiorentina, attualmente in corsa per la Conference League. L’ex estremo difensore della Viola, oggi 18 marzo, compie 43 anni. Un giocatore dalle spiccate doti atletiche, dotato di grande carisma e leadership, che, nondimeno, era fra i migliori nel ruolo durante la sua epoca. Nella sua carriera ha girato tante squadre, quasi tutte in Serie A, ma ha associato il suo nome a un solo club. Per l’appunto, la Fiorentina.
Sebastien Frey, dalla Francia all’Italia: le avventure con Inter e Parma
Frey nasce a Thonon-les-Bains il 18 marzo 1980, intraprendendo la strada del padre Reymond, anch’egli portiere. Inizia la gavetta nelle giovanili del Cannes disputando da titolare il campionato di Division 1 1997/98, con 24 presenze e 40 gol subiti. Si segnala per la grande reattività e la bravura nell’uno contro uno, anche se mostra qualche lacuna nelle uscite. Comunque si guadagna la chiamata dell’Inter, su segnalazione di Walter Zenga, uno che di portieri ne capisce.
Approda in Italia nel 1998, occupando il ruolo di terzo, alle spalle dei più esperti Gianluca Pagliuca e Andrea Mazzantini. Il suo esordio con i nerazzurri avviene in quella stagione, il 21 marzo 1999. Nella gara contro la Sampdoria, vinta dall’Inter per 4-0, subentra a Pagliuca al 70′. La sua prima da titolare è datata 3 aprile 1999, contro la Fiorentina, quando diventa il portiere più giovane a giocare da titolare nella storia dell’Inter, all’età di 19 anni e 16 giorni. Chiude l’annata con 7 apparizioni e 10 gol al passivo.
Nell’estate 1999 Frey viene ceduto in prestito al Verona per accumulare esperienza. Il francese si rende protagonista di un’ottima stagione, conquistando la salvezza con gli scaligeri e sfiorando addirittura la qualificazione europea. Rientrato all’Inter per giocare da titolare, è autore di un campionato al di sotto delle aspettative, come tutta la squadra. Sebastien Frey è il portiere titolare nello storico derby dell’11 maggio 2001, quando la Beneamata soccombe per 6-0 sotto i colpi del Milan.
Complice una stagione deludente, l’Inter, nell’estate 2001 lo cede a titolo definitivo al Parma, dove giunge in sostituzione di Gigi Buffon, accasatosi nel frattempo alla Juventus. Con la maglia dei ducali, Frey si rende protagonista di ottime apparizioni, dimostrandosi un portiere affidabile e sicuro. Al primo anno con gli emiliani vince la Coppa Italia, pur senza mai scendere in campo durante la manifestazione. Nelle due annate successive, con i Crociati giunge per due volte consecutive al quinto posto.
Nella stagione 2004/05 un Parma in difficoltà in campionato, sfiora l’impresa in Coppa UEFA. I ducali arrivano in semifinale, prima di cadere sotto i colpi del CSKA Mosca. La sua ultima gara con gli emiliani è datata 18 giugno 2005, nello spareggio salvezza contro il Bologna, dove con una grande prestazione, contribuisce alla permanenza in Serie A dei gialloblù. Lascia il club dopo quattro stagioni e 132 presenze.
Sebastien Frey, gli anni d’oro: dalla Fiorentina al sogno europeo
Il 24 giugno 2005 Frey passa in prestito gratuito alla Fiorentina allenata da Cesare Prandelli, suo vecchio mister al Verona e al Parma, il quale l’ha chiesto a gran voce. Il transalpino è subito fra i protagonisti della stagione viola, dirigendo un reparto arretrato giovane e solido. L’ottima annata del francese si interrompe improvvisamente il 10 gennaio 2006, quando durante la sfida di Coppa Italia contro la Juventus, in uno scontro con Zalayeta, rimedia un trauma contusivo alla tibia, che lo costringe ai box per qualche mese.
Viene acquistato a titolo definitivo dalla Viola il 15 maggio 2006 per 5 milioni e mezzo di euro. Tornato dall’infortunio, riprende regolarmente il proprio posto fra i pali dei Gigliati, anche se inizialmente è un po’ frenato psicologicamente a causa del lungo stop. Ma Frey riesce a rimettersi presto sui binari e con la Fiorentina è autore di una grande stagione, nonostante il -15 di partenza post Calciopoli. La porta dell’estremo difensore transalpino è la meno battuta della Serie A. Solo 31 reti subite in 38 presenze.
Nel campionato 2007/08 la Fiorentina naviga sempre nelle zone alte, chiudendo quarta. Ma è in Europa che l’avventura viola è esaltante. Difatti, in Coppa UEFA, la squadra di Prandelli arriva fino alle semifinali, dopo aver eliminato Everton e PSV, arrendendosi solo ai rigori nella sfida contro i Rangers. Nella Champions League 2008/09, la Viola è inserita in un ostico girone, uscendo a vantaggio di Bayern Monaco e Lione. La retrocessione in Coppa UEFA, porta i Gigliati fuori ai sedicesimi.
Anche l’avventura continentale dell’anno successivo si rivela amara per i Viola. La Fiorentina sogna in Europa, passando da prima un girone tutt’altro che semplice, eliminando il Liverpool, ma agli ottavi incontra il Bayern Monaco. I bavaresi sono tra i favoriti per la vittoria finale ma la squadra di Prandelli se la gioca con i tedeschi per tutto l’arco dei 180′. Alla fine i toscani sono costretti ad alzare bandiera bianca, a causa della sadica regola dei gol in trasferta, ma uscendo tra gli applausi dell’Artemio Franchi.
Dopo la delusione in Champions League, la Fiorentina non riesce a invertire la rotta, terminando all’11° posto, rimanendo fuori dalle competizioni europee per la stagione successiva. Stagione che non inizia nel migliore dei modi per Frey. Infatti, il 3 novembre 2010, l’estremo difensore transalpino, in allenamento subisce un grave infortunio al ginocchio, con sollecitazione al legamento crociato anteriore. Dopo essersi operato, sarà costretto a 5 mesi di stop. La Viola lo sostituisce con Artur Boruc.
L’ex Parma rientra in campo nell’aprile del 2011, dove disputa le ultime gare fino al termine del campionato. In scadenza di contratto, la Fiorentina sceglie di non rinnovarlo e lasciarlo così partire a parametro zero. Il transalpino lascia Firenze dopo cinque stagioni, 218 partite totale e 222 gol al passivo. Un uomo amato dalla città e dalla tifoseria, sia per la bravura in campo, che per il carattere e la simpatia che mostrava anche fuori dal rettangolo verde.
Sebastien Frey, dal Genoa al Bursaspor: gli ultimi anni e il ritiro
Frey, dopo il quinquennio alla Fiorentina, allenata attualmente da Vincenzo italiano, si trasferisce a titolo gratuito al Genoa il 29 luglio 2011. Veste la maglia del Grifone per due stagioni, confermandosi affidabile, nonostante l’età che avanza. In entrambe le annate coglie due salvezze con i rossoblù, totalizzando 76 presenze totali fra campionato e Coppa Italia.
Nella sessione di mercato estiva del 2013, il 15 luglio, lascia l’Italia e la Serie A dopo quindici stagioni. Vola così in Turchia per vestire la maglia del Bursaspor. Il primo anno lo trascorre da titolare, totalizzando 27 apparizione e subendo 39 reti. Il suo club si piazza all’ottavo posto in Super Lig e conquista la qualificazione in Europa League. Il 14 luglio 1025 rescinde il contratto che lo legava ai biancoverdi, per poi annunciare il ritiro il 5 dicembre successivo.
Dopo aver chiuso la sua attività calcistica diventa opinionista a Parigi per Sky Sport. Nel 2021 entra a fare parte del progetto Wine of Champions di Fabio Cordella, per la produzione di vino che porta il suo nome. Frey è stato un portiere estremamente valido, fra i migliori in Italia del XXI secolo. Forse non ha raccolto quanto meritava, soprattutto in nazionale (2 sole presenze all’attivo). Ma si è fatto amare profondamente dalla città di Firenze e rimarrà per sempre scolpito nel cuore dei tifosi della Fiorentina.