Formula 1, 5 ottobre 2014: Gran Premio del Giappone, l’incidente di Bianchi

Il 5 ottobre 2014 avvenne l'incidente di Jules Bianchi durante il Gran Premio del Giappone: la storia della Formula 1 cambierΓ  per sempre

Lorenzo Ferrai
17 Min Read

La Formula 1 Γ¨ per antonomasia la disciplina che implica la costante ricerca del limite. È lo sport che incarna piΓΉ di qualsiasi altro l’immagine della velocitΓ , letteralmente della Β«corsa contro il tempoΒ». La principale competizione automobilistica viene sempre catalogata come un mondo costantemente in bilico fra la vita e la morte. La Formula 1 Γ¨ una disciplina composta da venti monoposto che sfrecciano in ogni circuito, dalla magica e veloce Monza alla stretta e angusta Monaco. La velocitΓ  Γ¨ tutto in questo universo. Un pilota che entra in macchina e scende in pista supera i 300 km/h. Per questo non puΓ² essere considerato come tutti gli altri esseri umani.

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La Formula 1 Γ¨ un mondo magico, composto da uomini che hanno scritto pagine importanti di storia, non solo motoristica. Queste date storiche rimangono scolpite all’interno del panorama motoristico e quasi sempre richiedono un cambiamento irreversibile ma necessario. La storia della Formula 1 Γ¨ colma di avvenimenti -spesso tragici- che impongono una revisione e una modifica regolamentare da cui non si torna piΓΉ indietro. L’incidente fatale che capitΓ² a Jules Bianchi il 5 ottobre 2014 durante il gran premio che si corse a Suzuka obbligΓ² la Formula 1 a intraprendere una strada, fino ad allora sconosciuta, che la proiettΓ² in una nuova dimensione.

Hamilton e Nico Rosberg, Mercedes 2014
Hamilton e Nico Rosberg, Mercedes 2014

Il 2014, la Formula 1 cambia volto: l’inizio dell’era ibrida

Il 2014 puΓ² essere considerato un anno zero per il mondo delle corse. Il circus Γ¨ reduce dalla dittatura della Red Bull del pilota tedesco Sebastian Vettel, durato dal 2010 al 2013. Il pilota tedesco ha dominato le quattro edizioni precedenti, con il solo Fernando Alonso erettosi senza successo a degno rivale per il titolo. La Formula 1 nel 2014 cambia radicalmente il proprio regolamento tecnico, passando ai motori ibridi V6 in sostituzione a quelli aspirati V8. Viene reintrodotto il turbocompressore, per la prima volta dal 1988, il motore sarΓ  un 6 cilindri a V con cambio semi automatico a otto rapporti. Appare il sistema ERS – Energy Recovery System – che consente al pilota di recuperare l’energia liberata durante la frenata, oltre a essere in grado di raccogliere l’energia termica del turbocompressore del motore.

Alcune differenze regolamentari rispetto alle annate precedenti riguardano anche la morfologia della vettura. Per ragioni di sicurezza, l’altezza massima del musetto viene portata a 185 millimetri, mentre prima era di 550 millimetri. La larghezza dell’ala anteriore Γ¨ ridotta a 1650 millimetri, a differenza dei 1800 delle stagioni precedenti. I concorrenti che partecipano al campionato di Formula 1 dovranno scegliere un numero di gara, dal 2 al 99, che li accompagnerΓ  per tutta la loro carriera e non potranno piΓΉ cambiarlo. Il numero 1 rimane riservato al campione del mondo in carica, il quale potrΓ  decidere se utilizzarlo o meno. I gran premi in calendario sono diciannove, con l’esordio del GP di Russia, nell’autodromo di Sochi.

Il dominio Mercedes: RedBull seconda forza, delusione Ferrari

Il campionato debutta in Australia, nella pista di Melbourne, in cui Nico Rosberg coglie la prima vittoria stagionale alla guida della teutonica Mercedes W05, mentre il compagno di squadra Lewis Hamilton Γ¨ costretto al ritiro, cosΓ¬ come il campione del mondo in carica, Sebastian Vettel. Sul podio australiano salgono anche le due McLaren con l’esordiente Kevin Magnussen e il veterano Jenson Button. Il prosieguo della stagione Γ¨ caratterizzato dal totale dominio delle due frecce d’argento. Hamilton e Rosberg danno vita a una lotta serratissima, costellata da scontri duri in pista. La seconda forza del mondiale Γ¨ la Red Bull, campione uscente. Sebastian Vettel viene affiancato da Daniel Ricciardo, al debutto con la nuova squadra. L’australiano sarΓ  l’unico a spezzare il dominio Mercedes durante la stagione, conquistando tre vittorie nel proprio anno d’esordio con il team austriaco.

Alonso alla guida della Ferrari
Alonso alla guida della Ferrari

La grande delusione si rivela invece essere la Ferrari. La rossa era sempre stata in lizza per le posizioni di vertice nelle stagioni precedenti, ma il progetto della F14 T si rivela un flop completo. La monoposto Γ¨ costantemente nervosa e difficile da gestire per i due piloti Fernando Alonso e Kimi Raikkonen -tornato a Maranello dopo cinque stagioni- che faticheranno per tutto il corso del campionato. A fine anno saranno solamente due i podi raccolti dal Cavallino Rampante, entrambi di Alonso. Stupisce invece la Williams, che si impone come terza forza del mondiale. Alla guida della monoposto inglese, l’esperto brasiliano Felipe Massa – trasferitosi dalla Ferrari– e il finlandese Valtteri Bottas. Desta una buona impressione anche il giovane Jules Bianchi, in forza al team Marussia e possibile futuro pilota Ferrari, il quale a Monaco coglie i primi punti in Formula 1, classificandosi al nono posto.

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Il mondiale 2014, il duello fra Hamilton e Rosberg: dal Bahrain al Giappone

Hamilton e Rosberg si rendono protagonisti di duelli spettacolari in pista. In Bahrain, al terzo appuntamento della stagione, Lewis conduce la corsa seguito a ruota dal compagno di squadra. Il tedesco supera a piΓΉ riprese il proprio collega di team, ma l’anglo-caraibico non si fa pregare e ribatte colpo su colpo agli attacchi di Rosberg. I due contendenti continuano il proprio mondiale andando avanti a braccetto, procedendo punto a punto. Durante il Gran Premio del Belgio avviene un altro corpo a corpo con annesso contatto. Rosberg affianca Hamilton sul rettilineo del Kemmel, Lewis allunga la staccata e il compagno lo tocca con l’ala, procurandogli una foratura che lo costringerΓ  al ritiro. L’inglese si rifΓ  andando a trionfare nell’appuntamento notturno di Singapore, approfittando del guasto meccanico di Nico e scavalcandolo in graduatoria generale.

Nico Rosberg e Lewis Hamilton, Mercedes 2013
Nico Rosberg e Lewis Hamilton, Mercedes 2013

Dopo l’appuntamento del sud-est asiatico, il circus fa tappa in Giappone per la quindicesima prova del mondiale. Hamilton comanda la classifica con 241 punti mentre Rosberg lo segue a 238. In una battaglia iridata alquanto serrata tra i due alfieri della Mercedes, il circus si presenta a Suzuka in quello che sarΓ  un week-end che cambierΓ  per sempre la storia della Formula 1.

I presupposti non sono sereni fin dal venerdΓ¬. La FIA apprende la notizia del possibile arrivo in terra nipponica del tifone Phanfone, che costringe la federazione a posticipare al sabato la decisione sull’orario di partenza della gara. CiΓ² nonostante, le prove libere e le qualifiche si svolgono in circostanze di tracciato asciutto. Il teutonico Nico Rosberg conquista la sua dodicesima pole position davanti al proprio compagno di squadra, mentre la direzione gara stabilisce regolarmente l’inizio del gran premio.

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Leggi anche: Formula 1, dalla storica Ferrari di Schumacher al dominio Mercedes: la storia del GP del Giappone

Suzuka
Suzuka

Il tragico week-end di Suzuka

La gara prende il via domenica 5 ottobre, con la pioggia che fa la sua comparsa sul tracciato. La direzione gara decide per la partenza del gran premio dietro la Safety Car, anche se la corsa viene interrotta giΓ  dopo il primo giro con l’esposizione della bandiera rossa, per poi riprendere dopo circa una ventina di minuti. Intorno al quindicesimo passaggio, i piloti rientrano ai box per montare le coperture da bagnato intermedio, con Rosberg saldamente al comando davanti a Hamilton. L’anglo-caraibico dimostra di averne di piΓΉ rispetto al compagno, gli si avvicina e lo scavalca verso metΓ  gara, con un gran sorpasso all’esterno in curva 1. Si mette in mostra al contempo anche l’australiano Daniel Ricciardo con una serie di bei sorpassi che lo conducono fino al quarto posto alle spalle di Vettel.

Al giro 43, la Sauber del tedesco Adrian Sutil esce alla curva Dunlop finendo contro le barriere, la direzione gara espone la bandiera gialla in quel punto. Poco dopo, sul luogo giunge anche Jules Bianchi che va a colpire il trattore intento a spostare la vettura del tedesco. Il francese Γ¨ in gravi condizioni, cosΓ¬ la race direction opta per la bandiera rossa al quarantaseiesimo giro. La gara non sarΓ  piΓΉ ripresa. La classifica viene stilata con i risultati del quarantaquattresimo passaggio. Hamilton vince, davanti a Rosberg e Sebastian Vettel che conquista quello sarΓ  il suo ultimo podio in Red Bull. Bianchi viene trasportato d’urgenza al reparto di terapia intensiva dell’ospedale di Yokkaichi. Qui subisce un intervento per ridurre un ematoma al cervello, formatosi a seguito dell’impatto contro il veicolo utilizzato dai commissari.

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Jean Todt alla FIA
Jean Todt alla FIA

L’inchiesta della FIA e la morte di Bianchi

L’incidente di Bianchi segna irrimediabilmente l’intero mondo dei motori. Al termine dell’evento nipponico numerosi piloti e volti noti nel panorama della Formula 1 criticano l’operato della direzione gara. Tra questi, spiccano Felipe Massa, Adrian Sutil e l’ex-campione del mondo Jacques Villenueve, i quali stigmatizzano la direzione gara per la gestione della corsa. Di pensiero differente invece il tre volte iridato Niki Lauda, secondo il quale la FIA non avrebbe avuto responsabilitΓ  in seguito all’accaduto. La FIA, tramite il presidente Jean Todt, istituisce una speciale commissione d’inchiesta per indagare sui fatti di Suzuka. Il problema principale riguardava la mancata uscita della Safety Car nonostante un trattore si fosse attivato per rimuovere una macchina. In quel momento era semplicemente stata esposta la bandiera gialla ma le condizioni erano critiche poichΓ© il tracciato restava umido e scivoloso.

L’indagine si chiude nel mese di novembre 2014, quando la commissione assolve tutti i soggetti coinvolti nell’incidente del pilota della Marussia, compreso il direttore di gara Charlie Whiting. Sempre a novembre Jules Bianchi viene trasportato a Nizza per proseguire le cure. Il transalpino non riprenderΓ  mai conoscenza, rimanendo in coma per nove mesi. Alle 2:45 italiane del 18 luglio 2015 la famiglia Bianchi annuncia tramite i profili ufficiali di Jules la dipartita del pilota francese presso l’ospedale di Nizza. Bianchi Γ¨ il primo pilota a morire in pista dopo il funesto week-end di Imola nel 1994. Le misure di sicurezza nei circuiti erano notevolmente aumentate a seguito degli incidenti fatali di Roland Ratzenberger e del fenomeno brasiliano Ayrton Senna. Ma la tragica domenica di Suzuka aveva dimostrato che la Formula 1 doveva compiere ulteriori passi avanti per evitare altri epiloghi simili in futuro.

Halo
Halo

Una nuova era per la Formula 1: l’avvento dell’Halo

Dopo l’incidente e la conseguente morte di Jules Bianchi, il mondo della Formula 1 si riscopre improvvisamente pericoloso e obbligato a introdurre nuove misure di sicurezza per salvaguardare l’incolumitΓ  dei piloti. Dalla FIA giungono allora delle sollecitazioni ai diversi team per proporre un’introduzione di nuovi sistemi per proteggere l’abitacolo. L’idea piΓΉ intrigante proviene dalla Mercedes. La casa di Stoccarda suggerisce l’introduzione dell’Halo. Si tratta di un sistema in titanio agganciato al telaio in tre punti diversi e atto a proteggere il casco del pilota. Difatti viene posizionata intorno all’abitacolo, prendendo una forma a Y. L’Halo viene testato nel 2016 e reso obbligatorio nei campionati Formula nel 2017. Data l’impossibilitΓ  per le case costruttrici di rivedere i propri progetti in breve tempo per adattare l’Halo alla forma delle vetture, la FIA ufficializza l’introduzione dell’Halo a partire dalla stagione 2018.

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L’Halo viene testato per garantire che il pilota potesse conservare il proprio campo visivo senza risentire piΓΉ di tanto della presenza del dispositivo di sicurezza. Gli studi condotti dalla FIA stabiliscono che l’Halo avrebbe alzato del 17% la percentuale di sopravvivenza in caso di impatti di oggetti contro il casco del pilota. Non tutti gli addetti ai lavori nel mondo della Formula 1 perΓ² si schierano a favore del nuovo sistema di sicurezza. Voci autorevoli quali Niki Lauda, Lewis Hamilton e l’olandese Max Verstappen hanno espresso il loro disappunto nei confronti dell’Halo. Le principali critiche riguardano l’estetica della vettura e la visibilitΓ . A favore dell’Halo si esprime invece il pluricampione del mondo Jackie Stewart. Sir Jackie paragona il sistema di protezione alle cinture di sicurezza introdotte durante gli anni ’60, anch’esse accolte con scetticismo ma poi diventate la norma nell’automobilismo.

Halo salvavita
Halo salvavita

Da Leclerc a Zhou: tante vite salvate dall’Halo

L’Halo compare nelle monoposto di Formula 1 nel 2018, rivelandosi immediatamente decisivo. Durante la partenza del GP del Belgio, a La Source, Nico Hulkenberg tampona Alonso che decolla appoggiandosi sull’Halo della monoposto del monegasco Charles Leclerc. Anche Romain Grosjean si salva grazie all’Halo durante il GP del Bahrain 2020. Dopo un contatto con Daniil Kvyat, la Haas del transalpino va a incastrarsi nel guard rail a bordo pista, spezzandosi e prendendo fuoco. Grosjean esce praticamente illeso, nonostante alcune lievi ustioni alle mani e ai piedi. La dinamica dell’incidente rivela che l’Halo ha assorbito l’impatto con le barriere, spostandole e preservando il casco del pilota.

Nel 2022 l’Halo evita altri due incidenti probabilmente fatali, entrambi durante il week-end di Gran Bretagna, nel GP di Silverstone. Nella gara di Formula 2, l’israeliano Roy Nissany viene salvato dall’Halo che attutisce l’impatto con la vettura di Dennis Hauger. La vera tragedia si sfiora durante l’appuntamento della Formula 1, dove viene coinvolto Zhou Guanyu. In partenza, il francese dell’AlphaTauri Pierre Gasly urta George Russell. Il britannico della Marcedes si gira e colpisce l’Alfa Romeo di Zhou. Il pilota cinese si ribalta e, procedendo a testa in giΓΉ va a colpire violentemente le reti di protezione vicino agli spalti. È stato l’Halo a consentire a Zhou di non toccare terra con il casco, salvandogli di fatto la vita.

Probabilmente l’Halo non avrebbe salvato la vita di Jules Bianchi in quella funesta domenica del 2014. Analizzando l’angolo di impatto fra il francese e il trattore in movimento, Bianchi avrebbe comunque subito gravi conseguenze. Il martirio di Jules ha consentito di salvare molti suoi colleghi e amici da una sorte che sarebbe potuta essere ben altra.

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