Gli anni 60′, 70′ ed 80′ che hanno caratterizzato il mondo delle corse sono stati senza alcuna ombra di dubbio i più belli ed emozionanti nella storia della Formula 1. Anni caratterizzati da epici trionfi, ma anche da immani tragedie che hanno segnato per sempre il cuore di tutti gli appassionati del grande Circus. Come dimenticare piloti del calibro di Jim Clark, vincitore di ben due titoli mondiali, e tragicamente scomparso in un incidente il 7 Aprile 1968.
Come dimenticare corridori del calibro di Emerson Fittipaldi, primo brasiliano ad aggiudicarsi il titolo di campione del mondo a bordo della McLaren. O magari anche corridori come Niki Lauda e James Hunt, protagonisti ei epici duelli nel campionato del mondo 1976, vinto poi dal pilota britannico. Ed infine piloti come Gilles Villeneuve – da tutti soprannominato l’Aviatore – Ayrton Senna, Alain Prost, Nelson Piquet e Nigel Mansell.

Uomini – prima ancora che piloti – pronti a tutto pur di realizzare i propri sogni, in grado di realizzare delle imprese a dir poco leggendarie. Le quali ancora oggi vivono nella mente e nel cuore di tutti gli appassionati del mondo della Formula 1. Ma adesso andiamo a rivivere insieme quella che è stata la carriera di uno dei più talentuosi italiani che il Circus abbia mai avuto. Vale a dire il grande ed indimenticabile Elio De Angelis, pilota dal talento puro e sopraffino.
Ancora oggi ricordato per la sua gentilezza, il suo garbo e la sua grande passione per la musica. La cui vita si è interrotta il 15 maggio 1986 a bordo della Brabham BT55 su circuito del Paul Ricard per via di un tragico incidente. Un destino fin troppo crudele per il giovane pilota romano – voluto fortemente da Colin Chapman – che avrebbe potuto dare ancora molto al mondo della Formula 1. La cui scomparsa viene ricordata ancor oggi con grande dolore e rimpianto.
I primi passi nel mondo delle corse
Elio De Angelis nacque a Roma il 26 marzo 1958 da una famiglia benestante ed eredita la passione per il mondo delle corse da suo padre Giulio – ex campione di motonautica – che in quel periodo possedeva una ricca società di costruzioni. Fin dall’età di soli 14 anni inizia a farsi strada nel mondo dei kart dove ottiene le sue prime vittorie, tra cui la il titolo europeo nel 1976. Successivamente – visti gli ottimi risultati – suo padre Giulio decide di regalargli una Chevron.
Monoposto con la quale Elio De Angelis fa il suo esordio in Formula 3 aggiudicandosi nel 1977 il titolo nazionale, prima di approdare in Formula 2. Categoria nelle quale però ottiene dei risultati tutt’altro che entusiasmanti. Tuttavia le sue ottime prestazioni unite alle sue evidenti doti tecniche non passano in alcun modo inosservate, e gli valgono l’interesse di varie scuderie di Formula 1, tra le quali spiccano la Brabham e la Tyrrell.

Fu proprio il grande Ken Tyrrell ad offrigli un contratto per la stagione seguente, per poi alla fine tirarsi indietro. A tal punto che Elio De Angelis decise di fare causa alla famigerata scuderia inglese, ma purtroppo i soldi ottenuti non si rivelarono sufficienti per pagare le spese legali. Malgrado quindi le non poche difficoltà la Ferrari si dimostrò interessata al giovane pilota romano, a tal punto che il Drake decise di inserirlo in un programma giovani offrendogli un posto alla Minardi.
Sarà solo l’inizio di una carriera costellata non solo da grandi successi, ma anche da anche da atroci e profonde delusioni che segnarono per sempre la vita del talentuoso pilota romano. Ricordato anche e soprattutto per la simpatia, il suo garbo, e per sue indiscussi doti di ottimo pianista, con il quale amava intrattenere i suoi colleghi all’interno del Circus.
21 gennaio 1979: il debutto in Formula 1 alla guida della Shadow
Dopo aver ottenuto i primi successi nelle serie minori dando sfoggio del suo immenso talento e delle sue indiscutibili doti tecniche, nel 1979 Elio De Angelis riesce finalmente ad approdare sul grande palcoscenico della Formula 1 guadagnandosi la fiducia della Shadow. Sebbene il contratto prevedeva il pagamento di circa 25.000 dollari per ogni singolo Gran Premio di Formula 1. Ma alla fine contattando vari sponsor riuscì a procurarsi l’intero budget per poter disputare la stagione.
Il debutto in Formula 1 arriva esattamente il 21 gennaio 1979 in occasione del Gran Premio d’Argentina, prima prova del Mondiale. Partito dal 16° posto sulla griglia di partenza, il pilota romano si rende protagonista di una gara a dir poco spettacolare, riuscendo a concludere il Gran Premio iridato con un ottimo 7° posto, preceduto da piloti del calibro di Emerson Fittipaldi e Mario Andretti, con quest’ultimo suo futuro compagno di squadra.
Durante la stagione – malgrado una vettura non competitiva – Elio De Angelis si rende protagonista di prestazioni a dir poco spettacolari, che gli valgono l’interessamento da parte del Team Manager della Lotus Colin Champman – fine scopritori di talenti – alla ricerca di un sostituto del grande Carlos Reutmann, approdato tra le fila della Williams. E così nel 1980 il giovane pilota romano approda alla corte della scuderia inglese, con la quale conseguirà i suoi primi successi in Formula 1.

27 gennaio 1980: il primo podio con la Lotus in Brasile
Nel 1980 dopo aver concluso la sua prima stagione in Formula 1 alla guida della Shadow al 15° posto e con soli 3 punti conquistati, Elio De Angelis approda tra le fila della Lotus del grande Colin Chapman. Colpito dalle grandi doti tecniche del giovane pilota romano e dalla sua formidabile capacità di mettere a punto la monoposto. Ma l’inizio della nuova stagione non è sicuramente dei migliori, complice uno sfortunato ritiro in occasione nel Gran Premio d’Argentina.
Ma le cose cambiano in occasione del Gran Premio del Brasile tenutosi il 27 gennaio 1980. Fin dalle qualifiche Il principe nero si dimostra deciso più che mai a conseguire il suo primo successo in Formula 1 concludendo la sessione con un ottimo 7° posto, con la pole position conquistata dal pilota della Renault Jean Pierre Jabouille. Davanti alle Ferrari di Gilles Villeneuve e Didier Pironi. É il preludio di una gara che si rivelerà a dir poco spettacolare.

Fin dalle battute iniziali Il Principe Nero si rende protagonista di una rimonta davvero epica, riuscendo a concludere il Gran Premio con un ottimo secondo posto, alle spalle di René Arnoux a bordo della Renault, regalando una gioia immensa a Colin Chapman. L’uomo che più di tutti ha creduto nel talento messo in mostra dal giovane pilota romano. Se avesse vinto Elio De Angelis avrebbe potuto anticipare Sebastian Vettel, divenendo il più giovane vincitore di un Gran Premio di Formula 1.
Oggi record appartenente al neo campione del mondo Max Verstappen. Alla fine Il Principe Nero conclude la stagione con un buon 7° posto e 13 punti all’attivo conquistati. Mondiale poi vinto da Alan Jones a bordo della Williams, dopo un bellissimo testa a testa col pilota brasiliano Nelson Piquet, primo pilota brasiliano ad aggiudicarsi la bellezza di tre titoli mondiali.

15 agosto 1982: la 1ª vittoria in occasione del Gran Premio d’Austria
Nel 1982 dopo aver concluso le sue prime due stagioni alla guida della Lotus Elio De Angelis riesce finalmente ad ottenere il suo primo successo in Formula 1, in occasione del Gran Premio d’Austria tenutosi il 15 agosto 1982. Scattato dalla 7ª posizione sulla griglia di partenza col tempo di 1’31’626, il giovane corridore romano si rende protagonista di una rimonta a dir poco spettacolare, gareggiando alla pari di piloti del calibro di Nelson Piquet ed Alain Prost.
Alla fine dopo una lotta davvero serratissima riesce a tagliare per primo il traguardo precedendo per soli 0.5 secondo il collega finlandese Keke Rosberg, ottenendo il suo primo successo con la scuderia inglese e regalando una gioia immensa al grande Colin Chapman. Unico acuto in un stagione contraddistinta dalla tragica morte di Gilles Villeneuve avvenuta l’8 maggio 1982 in occasione delle prove del Gran Premio del Belgio.
Poi vinta con una sola vittoria conseguita in occasione del Gran Premio di Svizzera proprio dal pilota finlandese di Formula 1 Keke Rosberg, con all’attivo ben 44 punti conquistati. Padre di Nico Rosberg divenuto poi campione del mondo nel 2016 a bordo della Mercedes.
1984: il 3° posto nella classifica finale del Mondiale
In seguito alla misteriosa morte di Colin Chapman avvenuta il 16 dicembre 1982 – poi sostituito nel 1983 da Peter Warr – la stagione successiva per Elio De Angelis si rivelò davvero molto difficile. Con appena due punti in cassaforte, ottenuti in occasione del Gran Premio d’Italia risalente all’11 settembre 1983. Nel 1984 a bordo della Lotus 95T disputa quella che sarà molto probabilmente la sua migliore stagione in Formula 1.
Il Principe nero inizia subito conseguendo un ottimo 3° posto in occasione del Gran Premio del Brasile, preceduto soltanto da Keke Rosberg a bordo della Wiliams-Honda e Alain Prost sulla McLaren. In seguito è terzo al Gran Premio di San Marino, al quale seguono due ottimi terzi posti in occasione dei Gran Premi di Detroit e Dallas, a testimonianza degli enormi progressi compiuti dalla scuderia inglese. Orfana ormai del grande Colin Chapman.
Il campionato del mondo 1984 si rivela molto positivo per Elio De Angelis, che conclude la stagione con un ottimo 3° posto, preceduto soltanto dallo strapotere delle McLaren Porsche guidate da Niki Lauda e Alain Prost. Con il pilota austriaco che riesce ad aggiudicarsi il suo terzo ed ultimo titolo Mondiale precedendo il suo compagno di scuderia di solo mezzo punto. Alla fine infatti la classifica piloti recita: Niki Lauda 72, Alain Prost 71,5.
L’ultimo anno alla guida della Lotus
Galvanizzato dal bellissimo terzo posto ottenuto al termine del campionato del mondo 1984, nel 1985 Elio De Angelis si presenta ai nastri di partenza deciso più che mai a conquistare il suo primo titolo mondiale. E l’inizio si rivela sicuramente molto confortante. Il Principe Nero ottiene in occasione del Gran Premio del Brasile, prima prova del mondiale di Formula 1, uno splendido terzo posto. Alle spalle del suo connazionale a bordo della Ferrari Michel Alboreto.
E di Alain Prost a bordo della McLaren Porsche. Con il Professore che ha ancora negli occhi il titolo mondiale soltanto sfiorato nella passata stagione, e vinto per lo mezzo punto dal suo ormai ex compagno di squadra Niki Lauda. Ma la soddisfazione più grande Elio De Angelis la ottiene in occasione del Gran Premio di San Marino.

Partito dalla terza piazza sulla griglia di partenza, con la pole conquistata dal suo nuovo compagno di squadra Ayrton Senna, il pilota romano da sfoggio di tutto il suo immenso talento rendendosi protagonista di una gara a dir poco epica. Contraddistinta da un bellissimo duello con Thierry Bousten alla guida della Arrows e Patrick Tambay alla guida della Renault.
Alla fine grazie alla squalifica accorsa ad Alain Prost, l’indimenticabile Elio De Angelis consegue la sua seconda ed ultima vittoria in Formula 1, divenendo il primo pilota italiano a vincere una gara di Formula 1 in Italia. E precisamente dalla vittoria conseguita da Ludovico Scarflotti nel Gran Premio d’Italia del 1966.
L’addio alla Lotus e la tragica morte con la Brabham
Dopo aver concluso la stagione 1985 con il 5° posto nella classifica generale del Mondiale – complice anche il 3° posto al Gran Premio di Montecarlo – Elio De Angelis decide di trasferirsi alla Brabham, dove trova il connazionale Riccardo Patrese. Con il quale fino a quel momento non aveva avuto un buon rapporto. Nonostante gli ottimi propositi la casa inglese, con la BT55 – sogliola – di Gordon Murray era lontana anni luce dai successi conseguiti pochi anni prima.

Dopo l’8° posto conseguito in Brasile, ed i tre ritiri consecutivi nei Gran Premi di Spagna, San Marino e Montecarlo il 14 maggio 1986 il giovane pilota romano si reca al circuito del Paul Ricard a Le Castellet per una sessione di test. Purtroppo nell’occasione la sua monoposto perse l’alettone posteriore mentre Elio De Angelis procedeva a grade velocità. La monoposto sbandò centrando due barriere, rovesciandosi più volte e prendendo fuoco.
Soccorso fin da subito da diversi piloti come Nigel Mansell ed Alain Prost, con il professore che malgrado le fiamme cercò di estrarre il collega dall’abitacolo della vettura senza però riuscirvi. Con l’eliambulanza arrivata sul posto con colpevole ritardo. In seguito a tale incidente il giovane asso della Formula 1 riportò lesioni traumatiche e di soffocamento che alla fine si sarebbero rivelate fatali. La sua morte accompagnata dalle lacrime dalle lacrime della sua compagna Ute, fu pianta da molti.

Diego Armando Maradona decise di tributare un ricordo al suo grande amico, e l’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga inviò un telegramma di condoglianze ai familiari. Un destino davvero ingiusto quello del pilota romano, ricordato da tutti con grande e profonda commozione. Innamorato della vita, del suo lavoro, della sua fedele compagna Ute. E della musica, con la quale suonando il piano amava intrattenere tutti i suoi colleghi del Circus.