AlphaTauri, Tsunoda capriccioso: bentornato Ricciardo
ALPHATAURI 5: Un anno da incubo, fra piloti inaffidabili e sviluppi mancati. Quel settimo posto costruttori, che doveva essere l’obiettivo, alla fine è sfumato per soli tre punti. Macchina sicuramente non all’altezza, anche se i piloti ci hanno messo del loro.
YUKI TSUNODA: 5. Lui è il primo colpevole, più che altro perché ha corso l’intera stagione. Gli errori sono stati tanti, troppi, spesso insensati e totalmente fuori luogo. Quella ruotata a Piastri in Messico è, tutt’ora, inspiegabile. Ha letteralmente buttato via punti che, col senno di poi, sarebbero stati decisivi. Poi non sono mancate le solite lamentele via radio. Ha talento ma deve ancora crescere. INFANTILE.
DANIEL RICCIARDO: 7,5. Lui è la vera bella notizia in casa AlphaTauri (e chissà in casa Red Bull). Rimesso alla guida a metà stagione, ha subito ripreso confidenza con il mezzo e ha messo in campo tutta la sua esperienza, oltre alla classe che non ha mai perso. La gara del Messico è stata un piccolo capolavoro, di risultato e di ritmo. RITROVATO.
LIAM LAWSON: 6,5. Ha corso solo cinque gran premi ma tanto è bastato per farci capire che il ragazzo ha stoffa. Nono posto alla terza gara, per di più a Singapore, pista non proprio semplicissima, estromettendo anche Verstappen dalla Q3. È sufficiente. DATEGLI UN SEDILE.
NYCK DE VRIES: 4. Chiude anzitempo la stagione, dopo dieci gare senza nessun acuto, con tanta, troppa distanza da Tsunoda. Helmut Marko ha puntato su di lui. E, come spesso succede nel mondo Red Bull, chi non porta risultati, va fuori. INADEGUATO.