Cambia la pista, cambia la temperatura, cambiano le condizioni del tracciato ma il vincitore è sempre Max Verstappen, aggiudicatosi anche il GP di Spagna, settimo round del mondiale di Formula 1. Super Max precede al traguardo le Mercedes di Hamilton e Russell, mentre Perez arriva quarto davanti a Sainz. Il madrileno precede Stroll e Alonso, mentre un sorprendente Guanyu Zhou termina nono. Male Leclerc, undicesimo e fuori dai punti. Diamo i voti ai protagonisti del gran premio.
Formula 1: rinasce Russell, Sainz impotente
GEORGE RUSSELL: 10. Dei piloti di vertice, lui era quello passato un po’ sotto traccia, senza far parlare troppo di sé. E probabilmente anche in Spagna la sua gara non è saltata all’occhio. Ragazzi, stiamo parlando di una super rimonta, da 12° a terzo, con una Mercedes finalmente bilanciata, alle spalle di Hamilton. Dopo un periodo sottotono, Giorgione conquista il primo podio stagionale. REDIVIVO.
LEWIS HAMILTON: 9. Dopo l’ottima prestazione di Monaco, lo possiamo dire: la Mercedes è tornata ma, soprattutto, il Re Nero è tornato. Freddo, lucido, nessun errore. Solo tanto ritmo e pura costanza, oltre alla consueta gestione impeccabile della gara. Una seconda posizione che sa di vittoria per Hamilton, dietro l’alieno Verstappen. WELCOME BACK LEWIS.

GUANYU ZHOU: 8. Che gara! Scattato dalla tredicesima casella, mette in piedi una gara solida, dove tira fuori il massimo da questa Alfa Romeo non certo da zona punti. Memorabili i duelli orientali con Tsunoda (7), da cui esce spesso vincitore. Nono al traguardo, bravo. COMBATTENTE.
MAX VERSTAPPEN: 7. Voto un po’ più basso del solito, è giusto dare spazio anche agli altri. Ma poi c’è quella bandiera bianconera, veramente senza senso, a causa dei track limits. Max, che bisogno hai di spingere con quella astronave? Una spiegazione esiste: Verstappen è un campione che vuole stravincere, andare al limite, perché nel suo vocabolario non esiste la parola “gestione”. Verso il terzo mondiale. CANNIBALE.
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CARLOS SAINZ: 6. Premessa. Si guadagna la sufficienza per la seconda posizione ottenuta in qualifica. Bravo e aggressivo alla partenza, poi si rende conto di non averne e gestisce il vantaggio sugli inseguitori. Ma ha potuto ben poco a bordo di questa Ferrari e contro queste Mercedes. Hamilton e Russell ne fanno un sol boccone dello spagnolo, seguiti da Perez (7), con Carlos che deve accontentarsi di un quinto posto. IMPOTENTE.
Formula 1, le insufficienze: Alonso gentleman, Norris sprecone
FERNANDO ALONSO: 5. Ma come? Nando, uno dei candidati al podio persosi fra le strade di casa, proprio in Spagna, dove ha ottenuto l’ultimo successo dieci anni fa. L’Aston Martin fa fatica a Barcellona e l’asturiano si limita a condurre la macchina al traguardo, senza prendersi rischi inutili. Come con Stroll (7), che decide quasi di scortare fino alla bandiera a scacchi. GENTLEMAN.
CHARLES LECLERC: 4. Siamo sicuri che resterebbe in Ferrari fino ai 60 anni? Una 19a posizione di partenza che complica ulteriormente una gara già di per sé alquanto difficile. Non riesce mai ad avere lo spunto, rimanendo plafonato dietro all’amico Gasly (6) e finendo anche fuori dai punti. ABBATTUTO.
LANDO NORRIS: 3. Un autentica prodezza in qualifica, terzo, vanificata dal contatto al via con Hamilton, che segna definitivamente la sua gara. Condannato alla sosta anticipata, termina mestamente al 17° posto, mancando un’opportunità che difficilmente gli ricapiterà. SPRECONE.

VALTTERI BOTTAS: 2. Il boscaiolo si è perso definitivamente. Colui che contendeva (o almeno provava) il mondiale a Sir Lewis Hamilton, oggi lo troviamo penultimo, quando il proprio compagno di squadra giunge a punti con la stessa monoposto. UMILIATO.
FERRARI: 1. Questa era davvero l’ultima possibilità per redimersi. Dopo una seconda posizione agguantata con le unghie da Sainz in qualifica, in gara, la Rossa è sprofondata. Zero prestazione, zero gestione gomme, zero ritmo, zero grinta, zero chances di raddrizzare questo mondiale di Formula 1. Per quanto Vasseur (incolpevole, sia chiaro) provi a rimanere calmo e fiducioso, questa vettura è totalmente sbagliata. Adesso lo si può davvero ammettere. ARRIVEDERCI AL 2024.

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