Formula 1, la storia della Brawn GP: la scuderia che in un anno conquistò il mondiale

La storia della Brawn GP, la scuderia capace di conquistare il mondiale di Formula 1 nel suo unico anno di partecipazione

Lorenzo Ferrai
9 Minuti di lettura

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La Formula 1 è sempre stato uno sport tanto bello quanto imprevedibile. Nella massima categoria dell’automobilismo vige una regola sostanziale: la monoposto più competitiva vince, indipendentemente da chi ci sia alla guida. Le macchine competitive si costruiscono in virtù delle modifiche regolamentari, imposte dalla FIA (Federazione Internazionale dell’Automobile). Tali cambi regolamentari vengono proposti e attuati piuttosto frequentemente, ufficialmente per questioni di sicurezza. Non di rado, però, è capitato che le normative della Formula 1 subissero dei cambiamenti atti a riequilibrare e rimescolare i rapporti di forza tra le diverse scuderie. Altrettanto frequentemente alcune scuderie sono andate a sviscerare i diversi articoli normativi allo scopo di individuare delle zone grigie in cui sviluppare i propri punti di forza.

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Brawn GP
Brawn GP

Nasce la Brawn GP

Uno dei casi più eclatanti di aggiramento delle regole è senza ombra di dubbio quello della Brawn GP, che dominò e vinse il mondiale nel 2009. Per capire le sue origini bisogna fare un passo indietro, al termine della stagione precedente. Il 2008 si è chiuso con il netto dominio -per il secondo anno di fila- di McLaren e Ferrari. La McLaren conquista in modo rocambolesco il titolo piloti con Lewis Hamilton all’ultima gara. Il Cavallino Rampante si aggiudica il mondiale costruttori con Felipe Massa e Kimi Raikkonen, rispettivamente secondo e terzo nella classifica piloti.

Il 4 dicembre 2008 la Honda annuncia il proprio ritiro dal mondo della Formula 1, con la scuderia che viene messa in vendita. Ross Brawn, ex team manager della Ferrari, acquista la struttura affibbiandole il proprio nome. Il team, ufficialmente fondato il 6 marzo 2009, viene denominato Brawn GP e la vettura viene presentata in occasione dei test svoltisi nel circuito di Barcellona. La monoposto, motorizzata Mercedes, esibiva una livrea in gran parte bianca con inserti gialli e neri che partivano dall’ala anteriore, attraversavano l’intera carrozzeria andando a ricongiungersi con il retrotreno. Quello che suscitava grande scalpore era la quasi totale assenza di sponsor, eccezion fatta per il marchio Bridgestone– fornitore unico di pneumatici in F1- che decorava il musetto.

I cambi regolamentari e le prime controversie

La monoposto viene ribattezzata BGP 001, costruita seguendo i vecchi progetti creati dalla Honda. Anche i piloti vengono prelevati dalla defunta scuderia giapponese, ovvero il britannico Jenson Button e il brasiliano Rubens Barrichello. La Brawn GP si presenta ai test pre-stagionali a Barcellona avvolta da un alone di mistero. Seppur nata dalle ceneri della Honda, era pur sempre una vettura sconosciuta e mai scesa in pista. Sin dalle prime battute, la neonata scuderia dimostra di essere nettamente superiore alle principali avversarie –Ferrari, McLaren, Williams, Red Bull– suscitando non poche polemiche.

Le accuse rivolte alla casa debuttante, nella fattispecie, si riferivano alla presenza del doppio diffusore montato sulle monoposto di Button e Barrichello. Quell’anno, infatti, la FIA aveva attuato una drastica limitazione delle appendici aerodinamiche, che negli anni precedenti erano la chiave della deportanza. Esse risultavano dannose per la monoposto quando questa era in scia ad un’altra macchina, danneggiando l’aderenza in curva. Per ovviare a questo problema la FIA introduce la monogomma liscia (slick) per aumentare l’aderenza e consentire di seguire più da vicino le altre vetture. Questo cambio di normative implica l’allargamento dell’alettone anteriore e il contemporaneo restringimento dell’ala posteriore.

Brawn GP
Brawn GP

Il dominio nelle prime gare

Con tutti i malumori che la Brawn ha suscitato sin dalle primissime apparizioni, si arriva alla prima tappa del campionato 2009, disputatasi a Melbourne in Australia. Il week-end di gara è, come prevedibile, appannaggio del neonato team di Brackley. Button, partito dalla pole position, si aggiudica il Gran Premio seguito da Barrichello. Il pilota inglese bissa il successo anche nel secondo appuntamento a Sepang, in Malesia. La corsa viene interrotta poco dopo metà dei giri completati per via di un violento acquazzone abbattutosi sulla pista. La direzione gara decide così di assegnare i punteggi iridati dimezzandoli a causa del mancato raggiungimento del 75% della distanza di gara.

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Button, dopo aver conquistato il gradino più basso del podio in Cina, inanella quattro vittorie di fila. Dopo sette apparizioni, lo score dell’ex pilota della Honda parla di sei successi e un terzo posto. Jenson occupa la prima posizione nella graduatoria generale con un vantaggio quasi incolmabile. Parallelamente, sono piuttosto deludenti le prestazioni della McLaren e della Ferrari, campione uscente dei costruttori. Il partner di Button, Rubens Barrichello, nonostante la minore continuità nei risultati, era riuscito a issarsi al secondo posto in classifica iridata, per merito soprattutto di tre piazzamenti d’onore. I risultati conseguiti da entrambi i piloti testimoniavano il dominio incontrastato della scuderia di Ross Brawn.

Brawn Gp 2009
Brawn Gp 2009

La sofferta seconda parte di stagione

La Brawn era stata in grado di cannibalizzare la prima metà del campionato, acquisendo un margine di vantaggio clamoroso sulle Red Bull, le avversarie maggiormente attrezzate. A partire dal Gran Premio di Gran Bretagna, però, la Brawn non risulta più sfavillante come era apparsa nelle prime sette uscite, complice la scarsità di budget a disposizione di Ross Brawn. L’arretramento prestazionale del team anglosassone si manifesta in modo lampante sul proprio pilota di punta. Button, dopo essersi abituato a tagliare per primo il traguardo, collezionerà solamente due podi nelle successive dieci gare: un secondo posto a Monza e un terzo posto nell’appuntamento conclusivo ad Abu Dhabi. Barrichello riesce ad approfittarne parzialmente, agguantando due vittorie ma senza mai essere in grado di impensierire concretamente il proprio compagno di box, ormai irraggiungibile in classifica.

Nelle battute conclusive del campionato a migliorare e a rifarsi sotto per l’iride sono le Red Bull, progettate dal britannico Adrian Newey. La scuderia anglo-austriaca ha pagato la mancanza di affidabilità riscontrata nelle prime uscite. Gli aggiornamenti portati nelle gare successive hanno favorito i miglioramenti in pista ma senza che questi si siano rivelati sufficienti per impensierire le vetture di Ross Brawn. Il gap creatosi a inizio anno diventa in questo modo impossibile da colmare, con la Red Bull che si deve accontentare del secondo posto nel mondiale costruttori.

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Rubens Barrichello, Ross Brawn e Jenson Button
Rubens Barrichello, Ross Brawn e Jenson Button

Epilogo

La Brawn si aggiudica entrambi i titoli, costruttori e piloti, consentendo a Jenson Button di laurearsi campione del mondo per la prima e unica volta nella sua carriera. La Red Bull ha tentato di dare battaglia fino all’ultima curva ma l’incostanza delle monoposto di Newey, ha costretto il team di Milton Keynes ad alzare bandiera bianca. Non prima però di aver fatto intravedere al mondo della Formula 1 le qualità di un ragazzo destinato ad affermarsi in futuro: il tedesco Sebastian Vettel.

La Brawn GP è riuscita in un’impresa che non ha eguali nella massima categoria del motorsport. Il team di Ross Brawn è stato infatti l’unico finora capace di vincere entrambi i mondiali nell’unica stagione disputata come costruttore. Il 16 novembre 2009, due settimane dopo la fine del mondiale, il costruttore tedesco Mercedes-Benz, fornitore dei motori della Brawn GP, acquista il 75% della scuderia in collaborazione con il fondo Aabar di Abu Dhabi. L’anno successivo, nel 2010, in Formula 1 entra come costruttore la Mercedes, destinata a lasciare il segno nella storia di questo sport.

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