Formula 1, Leclerc e il binomio inscindibile: Ferrari nel reiterato profondo rosso

La stagione Formula 1 di Charles Leclerc nel binomio inscindibile con Ferrari: dalla genesi del fallimento al profondo rosso

Nicola Liberti
7 Minuti di lettura

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Dopo esser stato l’ancora di salvezza negli anni cupi della Ferrari, Charles Leclerc è divenuto contemporaneamente stella più luminosa e speranza per i futuri trionfi della casa di Maranello. Costruito nell’Academy della rossa, divenuto grande agli occhi dei più con il cavallino rampante saldato sulla monoposto, Charles ha compiuto le prime gesta di una giovane quanto promettente carriera al fianco di Sebastian Vettel. Ecco che, nell’anno dell’addio del fuoriclasse pluri-iridato tedesco, il talento monegasco è chiamato a fare la voce grossa nelle zone d’alta classifica e riportare in Italia le vittorie che da troppo tempo mancano in casa Ferrari.

Ferrari, Leclerc e la genesi del fallimento

Charles Leclerc
Formula 1, Charles Leclerc Ferrari

Con la monoposto edizione 2022 tanto attesa dai tifosi della rossa, quanto a lungo minuziosamente preparata dal team ed erta a grande progetto da parte dell’ingegnere Mattia Binotto, si sono decantate nel periodo dei test le lodi della Ferrari, aggiungendo come finalmente Charles Leclerc avesse a disposizione un mezzo meccanico in grado di supportarlo ai fini della contesa per il titolo iridato. Dai test alle prime uscite, il binomio LeclercFerrari pare finalmente florido ed in grado di congiungersi nel tanto atteso vincolo di vittorie. All’avvio del Mondiale in Bahrein, la monoposto del cavallino rampante coglie una doppietta tanto sperata quanto mancante da troppo tempo. Charles la piazza davanti a tutti con tanto di giro veloce, seguito dal compagno di scuderia Carlos Sainz e dal principale rivale per il titolo che non conclude la propria gara.

Max Verstappen, arcigno sfidante sin dall’infanzia, coglie infatti un difficile avvio stagionale in controtendenza con il monegasco. Nel primo tris di uscite conclude la sola seconda tappa, in terra Saudita, con la vittoria su Leclerc al termine di un duello vinto grazie alla manna DRS. Primo, secondo, primo: l’avvio pare promettere una stagione degna dei tempi migliori, quelli dei sogni apparentemente maturi a sufficienza da tornare a Maranello. Il sesto posto nel GP dell’Emilia Romagna rallenta inizialmente la corsa iridata ripresa sin dalla tappa successiva con il nuovo secondo piazzamento alle spalle dell’olandese guidato dalle maree oranje a Miami.

Primi deboli quanto simbolici segni di cedimento giungono dalla Catalunya: con Leclerc saldo al comando della corsa dopo la pole position del sabato, la monoposto decide di abbandonarlo per la prima di lunghe volte. In Azerbaijan, due GP più tardi, storia e copione si ripetono: ancora gara non conclusa, ancora 0 punti, ancora crack meccanico e spauracchi di un’affidabilità vacillante che iniziano a vagare in corsia box.

Ferrari, Leclerc è profondo rosso

Leclerc, Ferrari
Formula 1, Charles Leclerc, Ferrari

Con un Max Verstappen presto ritornato in formato Mondiale, per Charles Leclerc zeri e podi mancanti gravano ancor più su morale ed una classifica che prende sempre più tinte oranje e la medesima piega delle stagioni precedenti. Canada e Silverstone regalando fievoli sprazzi di classe, mai opportunamente coronati dalle reclamate vittorie o podi. Giunto al Red Bull Ring, nella tana della casa rivale, il monegasco è chiamato a rifarsi e non delude le attese. Corpo a corpo di assoluto livello ed intrattenimento e trionfo nel novero ferrarista, salvo limare il gap Mondiale di sole 6 lunghezze. Il Paul Ricard si pone così come tappa cruciale al fine di ricucire in maniera importante il distacco dall’ormai ben definito contender per l’iride. La pole position del sabato, unita ad una collaborazione di livello con il fido scudiero Sainz inferiscono morale e speranza nel motore di Charles. In gara, però, il copione non si rivela essere quello scritto e sperata negli ambienti della rossa: Leclerc vola dapprima al comando, poi fuori pista. L’urlo con la F1-75 incastonata nelle protezioni transalpine riecheggia in casco e animi dei tifosi, malaugurata introduzione d’una seconda parte di stagione horror.

Ferrari, Leclerc e un dramma ridondante

Binotto e Leclerc
Formula 1, Mattia Binotto e Charles Leclerc

Il concludersi della stagione è una discesa lenta ed inesorabile verso un destino ormai scritto ed ampiamente annunciato. Il tridente dato da affidabilità latente, strategie di gara tra il curioso ed il terribilmente errato ed errori umani di pilota ed addetti ai lavori in tenuta rossa completano il quadro della stagione in casa Ferrari. Charles Leclerc è un diamante sulla via dello sgrezzarsi, lasciando così il solo trasparire di lampi di classe e maestria automobilistica d’alta scuola. Il peccare nella costanza è un fattore cruciale che irrimediabilmente segna Mondiali come quello appena trascorso. Quando chiamato alla ribalta nelle grandi occasioni, quelle per riaprire una stagione complessa, incappa in errori che gli sbattono la porta iridata in faccia. La monoposto a sua disposizione, a dirla tutta, è protagonista di una evoluzione sostanziale, rendendosi così protagonista di un difficilmente pronosticabile salto di qualità, tuttavia non sufficiente a garantire il proprio nome nella storia dello sport dato il mancato supporto costantemente eccellente di Charles e relativo team.

La stagione può dirsi dunque discreta dal punto di vista meramente prestazionale del pilota, con miriadi di fattori intaccanti il risultato finale: uno su tutti il team. Evoluzione, strategie e costanza mancano, supporto nei momenti chiave all’evidente prima guida, spesso non adeguatamente riconosciuta in tal modo, anche. Charles Leclerc guida così la stagione della rinascita Ferrari, dalla genesi del fallimento, al profondo rosso del grido transalpino che riecheggia sino al riproporsi del reiterato dramma nel chiudersi dell’anno.