Francisco Ramòn Lojacono, il tanguero della Fiorentina: tra dribbling, gol e vita spericolata

Francisco Ramòn Lojacono ha lasciato ricordi indelebili nei tifosi della Fiorentina, ripercorriamo la sua vita tra dribbling, gol e vita spericolata

Redazione
11 Minuti di lettura

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Nel 1983 al Festival di Sanremo, Vasco Rossi presentava in gara “Vita Spericolata“, uno dei brani più controversi della storia della rassegna musicale. Se la canzone in questione non fosse una rappresentazione piuttosto fedele della vita del cantante, si potrebbe pensare che quando Vasco l’ha scritta stesse pensando a Francisco Ramòn Lojacono. Ripercorriamo insieme le esperienze di vita dentro e fuori dal campo, i dribbling stupefacenti prima di ogni gol segnato e le notti brave che caratterizzavano il Toro di Baires, dagli inizi in una povera Argentina, passando per i gol con la maglia della Fiorentina, fino agli stadi più importanti d’Italia.

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Lojacono ai tempi dell'Alessandria con Pelé
Lojacono ai tempi dell’Alessandria con Pelé

Gli inizi della carriera in Argentina e l’arrivo in Italia

Francisco Ramòn Lojacono nasce nel 1935 nel quartiere Matadores di Buenos Aires, figlio di un emigrato italiano, ha chiaramente l’Italia nel sangue. Cisco, così lo chiamano, non è un calciatore, lavora come verniciatore di automobili e a tempo perso pratica quella che è la sua vera passione, il calcio. Un talent scount del San Lorenzo de Almagro lo nota durante una partita del Club Ercilla Juniors, la squadra del suo quartiere, e decide di proporgli un periodo di prova. Nel club del quartiere di Boedo, Ramòn scala da subito le gerarchie e in soli due anni si ritrova ad esordire in prima squadra, subentrando al centravanti José Florio.

Ormai tra i più promettenti del calcio argentino, Francisco si trasferisce al Gimnasia La Plata in seguito a uno scambio che porta a Buenos Aires Raul Gutierrez. Con la maglia de El Lobo, il giovane talento trova finalmente la sua consacrazione, segnando 18 gol in campionato. Al termine della stagione si guadagna le stime del suo ex club, che farebbe follie per riaverlo in squadra, ma il Gimnasia non ne vuole sapere nulla e Lojacono tornerà a casa soltanto l’anno successivo.

Nel dicembre del 1956, all’oscuro di tutti, parte alla volta dell’Italia col suo migliore amico e agente in cerca di una squadra che lo ingaggi. Il primo club a cui si propone è il Milan, che però non si mostra interessato e rifiuta di acquistarlo. Cisco non demorde e si propone al presidente della Fiorentina Befani, che appena lo vede non esita un secondo e gli propone il suo primo contratto in Serie A, andando contro il parere di Bernardini, allora allenatore della viola, che ha già sentito parlare delle sue scorribande notturne e non intende allenarlo.

Lojacono saluta Rivera in Fiorentina-Milan
Lojacono saluta Rivera in Fiorentina-Milan

La prima esperienza in Italia tra Fiorentina e Vicenza

Quando la Fiorentina decide di ingaggiare Lojacono, non tiene conto della regola sugli extracomunitari che impedisce al club toscano di tesserare ufficialmente il talento argentino. Cisco viene mandato così in prestito al Lanerossi Vicenza, dove esordisce subito in campionato proprio a San Siro contro il Milan. Apparentemente appesantito e spaesato, dimostra subito tutte le sue qualità e va a segno con un gol spettacolare alla sua prima in Serie A.

Nonostante il suo fisico tarchiato e robusto, è chiaro da subito che il suo talento sia un dono del cielo, che gli consente di muoversi con la facilità di un fuscello e di concludere a rete con la cattiveria e la precisione che in pochi riescono ad avere. Quando si smarca in campo e accarezza la sfera come solo i sudamericani sono in grado di fare, tutti sugli spalti rimangono estasiati di fronte a ciò che accade davanti ai loro occhi. A Vicenza diventa un idolo e la stessa Fiorentina ha modo di vederlo all’opera, quando proprio contro i viola Cisco regala il pareggio ai suoi grazie a un gol al volo che è l’emblema delle sue doti tecniche.

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La maglia da titolare con la Fiorentina e i conflitti con l’allenatore

Alla guida tecnica della Fiorentina, c’è Fulvio Bernardini, allenatore pragmatico e molto legato a schemi e doveri dei calciatori in campo e fuori. Da subito il mister viola si era opposto all’ingaggio di Lojacono, ritenendolo non adatto al suo calcio e soprattuto fuori da quella che era la sua idea del calciatore professionista. Nonostante ciò, il grande obiettivo dei toscani di vincere il campionato di Serie A consente a Cisco di guadagnarsi comunque il suo posto in squadra, ma nel ruolo inedito di esterno di sinistra.

Più volte, quando intervistato, il Toro di Baires dichiara di voler essere libero in campo, così come nella vita di tutti giorni, a dimostrazione di quello che è il suo carattere ribelle e contrario a ogni forma di costrizione. Il rapporto con Bernardini si incrina sempre di più, così come con la società di proprietà di Befani, che lo stima e resiste a tutte le richieste dal calciomercato che arrivano da Napoli, ma non riesce mai a domarlo totalmente.

In campionato però Francisco Ramòn Lojacono non tradisce mai le aspettative, nonostante si alleni poco, partecipi a feste notturne e coltivi la sua passione sfrenata per il gioco d’azzardo, continua a dare spettacolo e a segnare gol bellissimi capaci di incantare i tifosi viola. Firenze è letteralmente ai suoi piedi, le sue magie riescono nell’intento di distrarre il popolo fiorentino dalla mancanza di trofei vinti, e lui stesso apprezza le attenzioni della gente che gli consentono di vivere come un vero e proprio divo di Hollywood.

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Le continue bizze e la rottura con la Fiorentina

Nell’ultima stagione di Lojacono con la maglia della Fiorentina, il Toro argentino è sempre al centro della lente d’ingrandimento dell’opinione pubblica. In campo non manca occasione per dimostrare il suo essere ribelle, anche con i propri compagni di squadra. Il punto di rottura avviene a Roma, quando davanti all’intero stadio, dopo uno screzio rifila uno schiaffo in pieno volto a Gratton che lo aveva incolpato di non avergli passato la palla.

Befani è stufo dei suoi continui comportamenti dentro e fuori dal terreno di gioco, e dopo anni di resistenza alle offerte per l’attaccante di Buenos Aires, alla fine cede alla Roma che si dimostra disposta a fare il passo più lungo della gamba per lui. Così Cisco raggiunge i suoi nuovi compagni nella capitale, città che si avvia verso un periodo caratterizzato da feste, bella vita e soprattutto vizi.

Lojacono in Alessandria-Pro Patria
Lojacono in Alessandria-Pro Patria

Roma e la vita spericolata di Lojacono

Neanche a dirlo, il fascino della Dolce Vita romana colpisce subito Francisco Ramòn Lojacono, da sempre attratto dalle avventure, dal gioco d’azzardo e dalla ribellione. Quando arriva a Roma, il tifo giallorosso impazzisce completamente, qualcuno dice che agli avversari serviranno due portieri per contrastarlo, e lui chiaramente approfitta del suo status. Al campo di allenamento si vede poco e niente, i fotografi e i paparazzi lo beccano spesso nei grandi eventi della movida capitolina, ogni volta in compagnia di donne bellissime e sempre diverse.

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La società vorrebbe opporsi a questo suo modo di comportarsi, ma poi la domenica entra in campo, accarezza il cuoio del pallone e fa innamorare di nuovo tutti quanti. In un’intervista dichiarò che in campo avrebbe dato sempre il massimo, per evitare di essere contestato per le sue scorribande notturne. La dimostrazione reale di queste sue dichiarazioni pubbliche, avviene in una partita tra Roma e Juventus allo Stadio Olimpico, dove Lojacono fa il suo ingresso in campo con una vistosa fasciatura che avvolge la spalla destra, per una lussazione.

Il Toro semina il panico in campo e segna il gol del 2-1 finale per i giallorossi, nonostante la menomazione visibile a tutti. In seguito si scoprirà che fino a 2 ore prima dell’incontro, si trovava a letto con una bellissima donna mentre i medici gli facevano iniezioni di novocaina per placare il dolore al braccio.

Cisco e le donne, da Claudia Mori a Anna Magnani

Claudia Mori
Claudia Mori

Oltre alla passione per il calcio, Lojacono ha sempre avuto un interesse irrefrenabile per le donne, che lo ha accompagnato per tutta la sua vita. Tra le sue amanti più famose spicca una giovanissima Claudia Mori, appena diciottenne, beccata nella sua camera d’albergo mentre Cisco si trovava in ritiro con la Nazionale italiana. Anche Anna Magnani sarebbe finita nelle sue braccia, in una notte di tango e chiacchiere, culminata all’alba. Negli anni successivi alla sua avventura a Roma, si troverà a cambiare casacca in molte occasioni, fino al termine della sua carriera. Cisco muore all’età di 67 anni, il 9 settembre del 2002 in seguito a un infarto, ma l’eredità di ricordi che ha lasciato a Firenze e al calcio italiano rimarrà per sempre scolpita nella storia di questo sport.

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