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La stagione sta volgendo al termine ed i verdetti stanno per arrivare. Si sta per concludere un campionato pieno di sorprese e molto combattuto, con Milan e Inter che si giocano lo scudetto, con la Roma che sarà impegnata nella finale di Conference League e con Lecce e Cremonese che hanno già raggiunto il traguardo della Serie A.
Di questo e tanto altro abbiamo parlato con Luigi Garzya, ex difensore appunto di Roma, Lecce e Cremonese tra le altre. Una carriera da protagonista trascorsa a battagliare sui campi di Serie A. Con lui abbiamo affrontato anche il tema relativo alla stagione di Mourinho in giallorosso, con un occhio di riguardo per alcuni giovani talenti del nostro campionato.
Garzya: “Conference trofeo importante, Zalewski una sorpresa”
La tua carriera ad alti livelli ha avuto inizio con la maglia della Roma. Era la squadra allenata da Carlo Mazzone, un tecnico amatissimo dai tifosi giallorossi. In questa stagione è arrivato un allenatore come Mourinho, che ha riacceso la passione dei tifosi romanisti, portando la squadra a disputare la finale di Conference League. In merito a questa competizione, bistrattata e devalorizzata dagli addetti ai lavori, qual’è il tuo parere?
“A livello europeo è sempre difficile vincere e si tratta di una competizione importante. Chiaramente prima della Conference League c’è la Champions League e l‘Europa League, ma rimane comunque un trofeo prestigioso. In questa manifestazione ci sono squadre blasonate soprattutto in semifinale ed in finale”.
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A proposito di Mourinho il lavoro del portoghese sta portando i suoi frutti, soprattutto con questa finale raggiunta dopo la vittoria sul Leicester. In così poco tempo cosa ha aggiunto l’ex allenatore dell’Inter in uno spogliatoio ed in una città delicata come quella romana?
“Ci troviamo di fronte ad uno degli allenatori più vincenti in assoluto anche a livello internazionale. Mourinho ha portato una mentalità nuova, che era quella che mancava alla Roma. Il portoghese ha riportato i tifosi allo stadio, riuscendo a far compattare l’ambiente. Questo è merito del suo carisma, della sua forza e personalità. La distanza rispetto alle prime quattro della classifica è dipende esclusivamente dalla differenza di organico. Come prima stagione è ottima. Ha garantito vittorie entro tre anni ed invece rischia di vincere già al primo”.
Rimanendo sulla Roma si parla tantissimo della stagione di Nicolò Zaniolo. Il fantasista italiano non è ancora riuscito ad esplodere in maniera definitiva nonostante le sue enormi qualità tecniche. Secondo te da cosa dipende? Si parla con insistenza di una sua cessione ad una big, con la Juventus su tutte. Credi che per raggiungere la maturità calcistica debba lasciare una piazza difficile come quella romana?
“Le motivazioni contano sempre tantissimo. Bisognerebbe sapere se lui abbia realmente voglia di rimanere nella città eterna. Sul fatto che Roma non sia una piazza facile siamo tutti d’accordo, ma se un calciatore fa il suo mestiere da professionista esemplare, al di là del rendimento in campo, può avere solo vantaggi da una piazza come questa. Zaniolo è uno dei migliori talenti che abbiamo in Italia e come giocatore non si discute. Credo che nella testa di un ragazzo non sia facile quando ci sono le “sirene” che giungono da squadre più blasonate rispetto a quella di Mourinho“.
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Per un giocatore che fa fatica ce n’è uno che sta dimostrando sorprendentemente il suo talento. Parliamo di Nicola Zalewski. Ti aspettavi l’esplosione di questo giovane ragazzo romano?
“Lui è la dimostrazione concreta del lavoro che sta facendo Mourinho, che ha buttato nella “mischia” questo giovane ragazzo semi-sconosciuto. Zalewski è stato la sorpresa di questa stagione. Di lui mi ha colpito la sua personalità ed il suo modo di stare in campo. Non ha paura di rischiare la giocata, nonostante si trovi appunto in un contesto delicato. A Roma si vive e si respira calcio 24 ore su 24 e per un debuttante è ancora più difficile. Se si lavora bene sui vivai esce sempre qualcosa di buono”.
Garzya: “Il Milan merita il primo posto”
Passando agli altri temi che riguardano il nostro campionato è impossibile non parlare della lotta scudetto tra Milan ed Inter. Al momento sono i rossoneri a guidare la classifica. Pensi che la squadra di Pioli si trovi meritatamente in testa?
“Si, secondo me è l’unica squadra che non ha avuto quasi mai cali di tensione. Anche in questo caso devo dire che si tratta di una sorpresa. Io puntavo tutto sul Napoli, ero convinto che lo scudetto lo avrebbero vinto loro. Il Milan ha messo in mostra tanti giovani ed ha meritato, anche perchè ha giocato bene, esprimendo un bel calcio da vedere”.
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A proposito di squadre che giocano bene, il nostro campionato ci ha fatto scoprire delle belle realtà. Quali sono i tecnici che ti hanno sorpreso e che hai seguito con maggiore interesse?
“A me piacciono molto sia Italiano che Dionisi. Ci sono allenatori bravi in Italia e bisogna dargli fiducia. E’ giusto che venga dato spazio anche a loro. In Serie A si vedono sempre gli stessi. A volte c’è bisogno di pazienza da parte delle società e dei tifosi”.
Garzya: “Strefezza e Fagioli le sorprese di Lecce e Cremonese”
Durante la tua carriera hai giocato anche con le maglie di Lecce e Cremonese. Le due compagini sono appena state promosse in Serie A, con la promozione inaspettata dei grigiorossi. Per quanto concerne i pugliesi, quali sono stati i punti di forza della squadra di Baroni?
“Sicuramente la forza di quest’anno è stato il collettivo. In termini di reti la differenza l’ha fatta Coda, capocannoniere del campionato, che in Serie B i gol li ha sempre fatti. Strefezza è stato invece la sorpresa, che rispetto a quando giocava con la Spal è stato avanzato risultando spesso decisivo. Lucioni ha guidato la retroguardia in maniera esemplare. Il Lecce ha preso pochi gol e ne ha fatti tanti. Da menzionare anche la stagione del danese Hjulmand, giocatore molto forte. Lui è un ragazzo serio, stakanovista e credo che si adatterà e farà bene anche in Serie A“.
Spostando il focus sulla Cremonese, cosa ti senti di dire? Promozione diretta inaspettata? Quali sono stati i giocatori simbolo della squadra di Pecchia?
“Nessuno si immaginava una promozione diretta da parte loro, soprattutto perchè la squadra era molto giovane. Si dava per scontato il raggiungimento dei playoff, ma non certamente che salisse da seconda in classifica. Il punto di forza della Cremonese sono stati proprio i giovani. Di Fagioli ne parlava bene già Allegri che si era accorto di lui due anni fa. Nicolò aveva bisogno di disputare un campionato giocando titolare, a dimostrazione che in Italia i giovani di qualità ci sono. A lui consiglierei di fare un altro anno a Cremona. Stesso discorso che faccio anche per Carnesecchi. Hanno le qualità ma devono fare esperienza”.
Chi accompagnerà queste due squadre in Serie A? Che previsioni ti senti di dare per i playoff?
“E’ difficile indicare la favorita. Si tratta di un campionato sorprendente. Non avrei mai scommesso sulla Cremonese, piuttosto puntavo sul Benevento, sul Monza e sul Brescia. Ora con i playoff inizia un altro campionato. Fare pronostici è azzardato è una stagione talmente strana che può succedere di tutto”.