12 gol in 5 partite ed un secondo posto blindato dal Genoa: è questo ciò che si evince da un’analisi più approfondita del tabellone generale della Serie B. Alberto Gilardino, sulla panchina del Grifone dallo scorso dicembre a seguito dell’esonero di mister Alexander Blessin, sembra aver trovato finalmente la soluzione a tutti i problemi di una squadra che soltanto ad inizio stagione faticava a reggere il ritmo delle altre formazioni sognanti di raggiungere la massima categoria italiana.
La retrocessione dello scorso anno in categoria cadetta non ha aiutato gli addetti ai lavori rossoblù a trovare subito un giusto equilibrio per la risalita in Serie A, nonostante le qualità tecniche dei propri giocatori fossero evidenti agli occhi dei più. L’arrivo del campione del mondo sulla panchina del Genoa ha riacceso in qualche modo tutte le speranze dei tifosi ma non solo. A dieci giornate dalla fine del campionato, il lavoro certosino di Gilardino sta finalmente regalando al Grifone l’espressione di un bel gioco, lontano dal catenaccio portato in campo dall’ex tecnico tedesco.

Genoa, una stagione in crescendo
Il poker inflitto dal Genoa al Cosenza nel corso del posticipo della 28ª giornata di Serie B è da vedersi come l’espressione della continua crescita della formazione di Alberto Gilardino. I 4 gol, seppure contro una squadra posizionata all’ultimo gradino della categoria cadetta, sono serviti a mettere a sicuro la seconda posizione, persa a seguito del solo punto guadagnato in casa del Cagliari.
La costante evoluzione del club ligure però non si limita al solo reparto offensivo che, come già detto, risulta in netta ripresa e tra i più in forma del campionato, ma anche dalla ritrovata solidità difensiva che ha permesso di far diventare lo stadio Luigi Ferraris un vero e proprio fortino. Il tecnico Gilardino è infatti riuscito a portare a casa ben sette match consecutivi senza subire reti, anche grazie all’adattamento della difesa alla formazione avversaria.

È forse proprio questa la giusta chiave di lettura per la risalita del Genoa in Serie A. L’allenatore non risulta statico e scontato nelle proprie scelte tattiche. L’assenza di giocatori di peso della formazione non diventa un ostacolo in sé per sé, ma piuttosto aumenta le possibilità di Gilardino di riuscire a sorprendere l’avversario grazie all’utilizzo di attori diversi sul campo, dotati ovviamente di qualità differenti ma pur sempre decisive.
Genoa, da Dragusin a Puscas: le armi di Gilardino
Le differenti visioni di gioco che Gilardino riesce a portare in campo sono propiziate in particolar modo dalla poliedricità di alcuni suoi fedelissimi, capaci di giocare spesso e volentieri in diverse zone del rettangolo verde. Tra questi troviamo certamente gli attaccanti, come Puscas e Gudmundsson, determinati e determinanti per il bene della squadra, ma anche dai difensori Vogliacco e Bani.

Una menzione d’onore però va a Radu Dragusin, membro della retroguardia del Grifone adattabile a centrale di difesa a quattro, ma anche come braccetto esterno dell’eventuale difesa a tre di Gilardino, bomber all’occorrenza. Infatti, la carta in più del tecnico piemontese pare essere proprio il rumeno che, grazie alla ritrovata fiducia persa nelle passate esperienze anche con Sampdoria e Salernitana, ha sbloccato un’ennesima skills, cioè quella di essere decisivo sottoporta che lo ha portato a segnare tre gol negli ultimi quattro match giocati dal Genoa.
Grazie a lui e a tutti i giocatori rossoblù, la squadra può tornare a sognare la Serie A, ottenendo di diritto il posto nel caso riuscisse a mantenere l’egemonia del secondo posto, dopo il Frosinone capolista. Gilardino potrebbe aver guarito quel “guasto d’amore” genovese: quel coro che comunque continuerà a rimbombare negli stadi di tutta Italia sia nell’eventualità di una promozione che della permanenza nella categoria cadetta.

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