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La stagione 2021/2022 in Serie A del Genoa, appena terminata con la retrocessione dopo 15 anni di massima serie non può fare felice i tifosi rossoblù. Tuttavia, quest’annata ha visto arrivare a Genova una nuova proprietà che ha portato con sé una ventata di aria fresca dopo 18 anni di presidenza di Enrico Preziosi. Il progetto dei 777 Partners è serio e ambizioso, la disponibilità economica non manca. Se saprà circondarsi di staff e collaboratori competenti, il Genoa può ambire ad aprire un ciclo importante, anche se l’anno prossimo dovrà partire dalla Serie B. I tifosi hanno dimostrato che poco importa se questa è stata una delle stagioni più tragiche della storia recente rossoblù con appena 28 punti conquistati, frutto di sole 4 vittorie e 16 pareggi, il Grifone è pronto a tornare a volare in alto e vuole farlo senza porsi limiti.
La nuova proprietà del Genoa e il passaggio in corsa
L’evento clou della stagione del Genoa è il passaggio di proprietà dalle mani di Enrico Preziosi a quelle dei 777 Partners. Il club ligure cambia guida dopo 18 anni passando dalla conduzione dell’imprenditore irpino che aveva rilevato e salvato il Grifone dal fallimento nel 2003. Dopo una risalita dalla Serie C alla Serie A culminata nel 2009 con il piazzamento in Europa League, a seguito delle vicende legate alla Licenza Uefa nel 2015 e a una gestione del club egoistica e non lungimirante, l’ambiente si è piano piano allontanato, finendo per entrare in contestazione con il suo presidente. La società americana con sede a Miami acquista prima il 99,90% delle quote, mantenendo la figura di Preziosi all’interno del Consiglio di Amministrazione il 23 settembre 2021, salvo poi escludere l’ex presidente rossoblù dal CdA lo scorso 20 maggio.
777 Partners è una società di investimenti privati che opera dal 2015, anno della sua fondazione, in diversi ambiti tra cui quello sportivo. Dal 2018 infatti la società di Josh Wander è proprietaria del 6% del Siviglia. Dopo l’acquisto del Genoa, la holding americana ha fatto investimenti anche nello Standard Liegi, Vasco da Gama e Red Star FC. Le intenzioni della nuova proprietà sono quelle di creare nel club più antico di Italia, un ciclo di successi che porti il nome del Genoa ad essere conosciuto nei più importanti palcoscenici. Dopo i primi 8 mesi di carica e una retrocessione preannunciata, la nuova compagine dovrà dimostrare la pasta di cui è fatta. La prossima stagione sarà il loro primo test ufficiale che farà capire tante cose sulla concretezza delle loro parole.
Gli errori commessi dal Genoa nel mercato estivo
La stagione inizia sotto la guida di Davide Ballardini, che nell’annata precedente è riuscito a condurre ad una salvezza tranquilla il Grifone. Tuttavia già dalle prime battute si intuisce che la musica è cambiata; nella prima giornata di campionato a San Siro contro l’Inter si presenta una squadra ancora incompleta e totalmente inadeguata. Gli ultimi giorni di mercato regalano qualche colpo, ma nessuno di questi riesce ad incidere particolarmente. Gli investimenti su Caicedo e Fares, uniti a tanti altri innesti come Hernani, Touré, Galdames, Sabelli, Ekuban e Sirigu non riescono mai ad entrare sintonia. Ballardini si trova ad iniziare la stagione in salita, dopo aver perso moltissime pedine importanti rispetto alla stagione precedente, su tutti: Scamacca, Zappacosta, Perin, Shomurodov e Strootman.
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Già dopo poche giornate si capisce che il Genoa va incontro all’ennesima stagione travagliata. Quello che maggiormente colpisce è la fase difensiva: la nuova guardia difesa da Salvatore Sirigu, fresco campione d’Europa, fa acque da tutte le parti. E così il Genoa fatica a trovare punti, perché anche quando l’ispirato Destro la insacca, la difesa ne subisce uno di più. Il passaggio di proprietà avvenuto il 23 settembre 2021 e le grandi ambizioni degli americani cozzano ben presto con la situazione e dopo il pareggio in casa dell’Empoli per 2-2, la nuova società solleva dall’incarico l’allenatore di Ravenna sostituendolo con l’esordiente in Serie A Andriy Shevchenko.
La gestione dei tecnici del Genoa nel corso della stagione
Se si pensa ad Enrico Preziosi è facile collegarlo ai numerosi esoneri che hanno contraddistinto la sua carriera da presidente del Genoa e non solo. Nei 18 anni alla guida dei rossoblù sono ben 21 gli allenatori esonerati. Lo stesso Ballardini è stato più volte richiamato ad aiutare a risollevare il club ligure a stagione in corso. L’abitudine ad esonerare gli allenatori a stagione in corso per responsabilizzare i giocatori e cercare di dare una svolta all’ambiente è pratica assai diffusa nel calcio moderno. Meno praticato è rimettere sotto contratto lo stesso allenatore per ben quattro volte, affidandogli l’impresa di quattro salvezze al limite del miracoloso, salvo poi non confermarlo o esonerarlo a stagione appena iniziata. La storia di Davide Ballardini con il Genoa è questa. Anche se l’ultimo esonero arriva per mano della nuova proprietà, il copione è lo stesso delle precedenti volte.
Dopo la gestione Ballardini, la squadra passa sotto la guida dell’ex allenatore della nazionale ucraina Andriy Shevchenko. Qua inizia la parentesi più brutta della stagione rossoblù, l’allenatore ex pallone d’oro non riesce mai ad imprimere la sua impronta. Il gioco è sterile, l’attacco del Grifone subisce una netta involuzione e passa da l’1.55media gol a partita di Ballardini allo 0,33 con Shevchenko. In 9 partite di campionato Shevchenko ottiene solamente 3 punti. L’allenatore ucraino si rivela il più grande errore della gestione americana, che il 10 dicembre ingaggia il giovane, ma già esperto Johannes Spors affidandogli il ruolo di Direttore Generale rossoblù. Sarà lo stesso direttore ex Vitesse ad arruolare il terzo allenatore di stagione: Alexander Blessin, ma di questi due profili parleremo in modo più approfondito più avanti.
Gli errori commessi dal Genoa nel mercato invernale
Il mercato di riparazione del Genoa è difficile, la situazione di classifica recita penultimo posto e 11 punti all’attivo. Nonostante la disponibilità economica dei 777 Partners; Johannes Spors fa fatica a convincere i giocatori ad unirsi al progetto. Il mercato si articola prima in uscita, dove alcuni giocatori insoddisfatti fanno le valigie per volare altrove: Fares e Caicedo che dovevano essere pedine imprescindibili per il Genoa, abbandonano Villa Rostan con più rimpianti che gioie. Il mercato in entrata invece segue una linea guida ben definita e ben precisa: investimenti mirati, giocatori giovani e in rampa di lancio. Spors porta in Italia Hefti e Ostigard, Gudmundsson e Yeboah, Amiri e Frendrup oltre a Calafiori e Piccoli. Un mercato moderato, non spendaccione, basato sulla fiducia nel progetto di prospettiva.
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Alcuni acquisti rendono subito in campo, stupendo per voglia e atletismo. Quello che manca sono i gol degli attaccanti, nessuno degli acquisti invernali riesce ad invertire la tendenza sotto porta. Trovare la via del gol diventa un problema anche sotto la gestione Blessin. Il Genoa chiude con il peggior attacco del campionato. La responsabilità ricade sicuramente sul direttore, reo di aver investito su dei giocatori sicuramente di prospettiva, ma che col senno di poi si sono dimostrati ancora acerbi e non pronti alla Serie A. 27 gol in 38 partite di cui 9 realizzati dal già presente in rosa Mattia Destro, non aiutano il Grifone a rilanciarsi nella corsa alla salvezza.
Blessin e Sport interpreti del nuovo progetto del Genoa
Il Genoa, però, deve ripartire da loro. Spors e Blessin sono i due elementi di spicco nella negativa stagione rossoblù. Giovani ma con esperienza, istruiti e preparati. Certo hanno ancora molto da imparare e l’impatto con il calcio italiano non è stato pienamente superato. Ma il direttore tedesco ha già ottenuto dei successi con il Vitesse, club nel quale ha avviato un ciclo importante. Blessin invece ha stupito nella piccola Oostende portandola a giocarsi la possibilità di una qualificazione europea. Entrambi hanno orbitato per diversi anni nel ricco e competente mondo Red Bull. Vogliosi, cattivi, determinati e spavaldi sono caratteristiche che fanno parte del DNA dei due tedeschi.
Da quando Alexander Blessin è sbarcato a Genova, il Grifone sarebbe salvo al 16esimo posto. Frutto dei 16 punti ottenuti in altrettante gare. Risultato importante se si considera che i rossoblù hanno affrontato 9 squadre tra le prime 10 della classe. Calcio pragmatico e quel famoso gegenpressing, questi i cardini del gioco dell’allenatore tedesco. Lo sterile attacco, involuto ulteriormente con appena 7 gol in 16 gare, è l’unico aspetto in cui l’ex allenatore dell’Oostende ha deluso parecchio. Ma il tempo e la fiducia sono dalla sua parte. I tifosi lo amano per quel suo fare espansivo e passionale. Con il suo carisma e la sua passione è riuscito a far breccia anche nei cuori dei tifosi più restii. Il percorso insieme, parafrasando le parole di Josh Wanders, è appena iniziato e l’obiettivo comune è quello di vivere la Serie B come una tappa di passaggio.
I tifosi del Genoa e la reazione alla retrocessione
Altro elemento di spessore nella stagione del Grifone, sono stati i tifosi. Non è facile trovare precedenti analoghi nel nostro campionato. L’amore incondizionato e ingiustificato che i tifosi del Genoa hanno dimostrato nei confronti della propria squadra supera ogni possibile razionalità. I tifosi del Genoa erano reduci da diverse stagioni complicate: i risultati deludenti e l’aperta contestazione alla proprietà avevano, in un certo senso, smorzato quell’entusiasmo che da sempre contraddistingue il popolo genoano. Il cambio di proprietà e la situazione di difficoltà che la squadra stava vivendo ha ricompattato l’ambiente. I tifosi hanno seguito i propri colori in ogni dove, in casa e in trasferta; registrando numeri importanti visto la situazione pandemica che ha condizionato buona parte della stagione (per tutto ciò che è concerne alla capienza degli stadi). I tifosi hanno risposto presente in ogni dove e a ogni orario. Dalla trasferta di lunedì alle 18:30 a Verona, a quella di Venerdì sera a Milano, passando per le più distanti Venezia e Napoli. In ogni stadio in cui il Genoa ha giocato, vi era sempre un consistente spicchio rossoblù pronto ad incitare e difendere i propri colori, aldilà del risultato.
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Lo spettacolo coreografico creato in diverse occasioni in casa e trasferta ha stupito l’Italia intera. Non domi i tifosi rossoblù hanno risposto in grande numero anche all’ultima chiamata stagionale. In occasione di Genoa-Bologna, già matematicamente in Serie B, hanno prima colorato lo stadio attraverso una coreografia che riportava i simboli della città e successivamente hanno sfilato con i propri colori per le strade, in quello che è stato ribattezzato: il corteo dell’orgoglio. L’ambiente Genoa si è schierato apertamente già da tempo. Ora sta alla società non deludere i loro tifosi.