Gianluca Zoppi in ESCLUSIVA: “Emotività alla base, Keita Baldé tra i primi nei test”

Gianluca Zoppi è intervenuto in esclusiva ai nostri microfoni parlando della sua filosofia di allenamento e del rapporto con Keita Baldé

Francesco Torrente
10 Min di lettura

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Il mondo del calcio, come quello dello sport in generale, va lavorando sempre più quei marginal gain che spesso mettono in risalto un atleta. È stato il caso di Keita Baldé quando approdò al Cagliari nel 2021 grazie allo splendido lavoro di Gianluca Zoppi, trainer che permise al senegalese di arrivare già pronto all’inizio della stagione con i blucerchiati dopo molto tempo lontano dal terreno di gioco.

Proprio Gianluca Zoppi, Giantrainer sui social, è intervenuto in esclusiva ai microfoni di FootballNews24.it parlando di quella che è stata la sua esperienza con i calciatori professionisti partendo dalla noble art per eccellenza, la boxe.

Gianluca Zoppi e Fabio Fognini
Gianluca Zoppi e Fabio Fognini

Gianluca Zoppi: “La preparazione del pugilato una delle più complete”

Qual è il suo background e che percorso ha svolto per diventare un trainer di rilievo?

“Avendo la passione per lo sport ho intrapreso questa carriera come trainer o preparatore sportivo nelle palestre. Successivamente mi sono affiancato al mondo del pugilato facendo un lungo percorso, partendo da aspirante istruttore, fino a diventare un tecnico sportivo della Federazione Pugilistica Italiana. Alla fine ho visto che tutte le esperienze provate su di me e sui vari atleti, tanto il neofita che il professionista, hanno dato dei frutti”.

“Io dico sempre che l’allenamento del pugilato è uno dei più completi al mondo perché richiede capacità muscolare, elastica, resistenza, fiato, coordinazione, riflessi. Piano piano mi sono quindi avvicinato ai professionisti, soprattutto del mondo del calcio. Ho ottenuto così dei risultati importanti, soprattutto dal punto di vista mentale. Purtroppo nel settore ci sono tanti scettici sul pugilato, senza comprendere che la preparazione di questa disciplina è fondamentale, soprattutto dal punto di vista emotivo”.

Gianluca Zoppi
Gianluca Zoppi

Gianluca Zoppi: “Molto dipende dalla testa”

Cambiano le attività che fai svolgere ad un portiere rispetto ad un calciatore di movimento?

“Il calcio moderno, rispetto al passato, è molto più fisico. Per questo motivo per un calciatore è importante avere un fisico tonico e agile allo stesso tempo. Come il pugilato è richiesta un’esecuzione ad alta velocità, movimenti ripetuti più volte soprattutto nell’arco della gara intervallati da tempi di recupero brevi. Nel calcio poi non si ha la possibilità di prevedere la durata di periodi di sforzo intensi perché è molto improvvisato”.

“L’allenamento che puoi far svolgere ad un portiere quindi è mirato sulla parte superiore, sulla reattività degli arti, su un calciatore di movimento, invece, viene allenato sempre in base al suo ruolo. Tendenzialmente un difensore deve riuscire anche a contrastare un attaccante. Ci sono attività specifiche per ogni situazione, io lavoro molto sulla stabilità e sull’equilibrio, cose molto importanti per i professionisti. Poi insieme al calciatore si vedono i punti dove si hanno delle lacune e lì si va nel dettaglio”.

Ha mai incontrato delle difficoltà dal punto di vista psicologico in un calciatore che ne hanno alterato le prestazioni?

“È capitato diverse volte, ma come succede a tutti. Si tratta di situazione soggettive che dipendono molto dalla testa. Come il pugile anche il calciatore può andare a mille in un allenamento e trovarsi in difficoltà nelle gare ufficiali. Su queste cose bisogna lavorare, io ho studiato e cerco di trasmettere anche questo al calciatore. Tante volte infatti si rivolgono a me per questo motivo: una persona al di fuori si può chiedere a cosa servono i pugni quando in realtà il pugilato sviluppa tutte le capacità motorie e condizionali attraverso una preparazione fisica mirata”.

“Allenandoti con un trainer è chiaramente differente rispetto a farlo in collettività. Nelle pause nazionali o al termine della stagione vengo spesso contattato da allenatori che vogliono integrare il mio allenamento proprio perché io lavoro molto anche sul controllo e sugli spostamenti, sugli appoggi. L’essere attento e riuscire a gestirti restando poi lucido anche quando sei stanco è fondamentale. Sono tutti allenamenti che permettono all’atleta di assimilare determinate capacità e poi applicarle sul ring o sul campo”.

Quanto è importante il rapporto personale che si instaura tra te e l’atleta?

“Hai centrato un aspetto davvero importante. Credo che equivalga alla stessa relazione che c’è tra i calciatori e il loro mister. Una capacità che ho sviluppato è quella di riuscire a trasmettere la fiducia, in molti mi dicono che sono un buon motivatore e questo è fondamentale, così hai già vinto. Un bravo coach è colui che aiuta l’atleta ad andare oltre i propri limiti attraverso ispirazione e motivazione. Chiaramente per far questo servono autorità e umiltà, ed è molto importante la fiducia che viene trasmessa”.

Keita (Cagliari) @Image Sport
Keita Baldé, Cagliari @Image Sport

Gianluca Zoppi: “Keita Baldé tra i migliori nei test”

Tra i vari atleti che hai allenato con chi hai avuto un’esperienza migliore?

“Con Keita Baldé ho avuto un’esperienza molto importante ed è quella che mi ha dato una grande soddisfazione. Prima che lui andasse al Cagliari ha svolto la preparazione con me dopo un mese e mezzo di stop e quando non fai il ritiro con la squadra parti già svantaggiato. Lui non lo fece né col Monaco né con la Sampdoria. Per fargli fare del lavoro sul campo mi feci aiutare anche da un preparatore atletico del calcio. Quando poi fece i test in Sardegna con Semplici risultò tra i primi in assoluto a livello di condizione”.

Come organizzi le tue lezioni a livello pratico in termini di date?

“In primis tengo sempre in considerazione gli impegni dell’atleta, poi adatto quindi la sua situazione al raggiungimento dell’obiettivo. Il mio allenamento è integrativo, motivo per cui non devo far coincidere le classi con i programmi della società. La maggior parte delle volte riesco ad allenare frequentemente i calciatori durante le pause, altrimenti anche una volta ogni 10 giorni visto che lavoro maggiormente su stabilità e bilanciamento”.

“Loro hanno sempre delle tabelle da seguire e non si possono sovrastare con i miei allenamenti. Tendenzialmente, nel corso della stagione, quando mi danno disponibilità lavoriamo molto sull’addome, sull’equilibrio, è di più uno scarico che però fa molto bene perché si rilassano di fatto”.

Questi allenamenti sono applicabili anche ai giovani e ai calciatori sul finire della carriera?

“Assolutamente sì. Mi è capitato di allenare ragazzi adolescenti che giocano nelle giovanili fino a calciatori con tantissima esperienza come Criscito e Caputo, per me questo è motivo di orgoglio. Io alleno molti giovani che assorbono tanto, ma quando alleno questi grandi giocatori per me vuol dire tanto perché significa che vogliono mettersi ancora in gioco e tenersi in forma. Anche loro poi ne traggono dei benefici, soprattutto dal punto di vista mentale perché ti diverti e stacchi dal tuo lavoro vero e proprio”.

Esultanza Napoli @livephotosport
Esultanza Napoli @livephotosport

Gianluca Zoppi: “Napoli avanti, ma tutto è possibile”

Pensi che il Napoli possa avere un crollo a questo punto della stagione o che lo Scudetto sia già assegnato?

“Il calcio è strano. Per quello che si vede il Napoli sembra chiaramente destinato a mettere le mani sul titolo, ma non si può mai dire. Spesso lo paragono alla boxe: il pugile forte che vince tutto può sempre andare al tappeto. Chiaro che gli azzurri siano favoriti, ma finché l’arbitro non fischia o suona la campana tutto è possibile”.

Pensi che le italiane rimaste in gioco in Europa possano fare un buon percorso?

“I presupposti ci sono tutti, il problema è che a parlare è il prato verde. Sulla carta possono far bene, poi è logico che le chiacchiere restano tali. A volte alleno un calciatore che ha sbagliato un gol apparentemente semplice e mi dicono che non si può sbagliare un’occasione così, il fatto è che a parole è tutto facile, bisogna provarci, non parlare di fronte allo schermo. Un giorno va bene e ti cercano tutti, il giorno dopo sbagli qualcosa e ti puntano il dito contro”.

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