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Volare, un’azione non concessa agli esseri umani per ovvie caratteristiche fisiche. Sembra quasi un castigo: l’uomo, in grado di compiere grandi gesta, non può vagare libero tra le nuvole. In merito lo scrittore francese Jean Giraudoux afferma: “L’aviazione è solo un trucco. Il solo volo che l’uomo abbia potuto realizzare fino a oggi è il salto”. Lo sport attraverso grandissimi atleti prova a regalare questo sogno. Tra questi c’è la storia di Gianmarco Tamberi, medaglia d’oro olimpica a Tokyo nel salto in alto.
La carriera di Gimbo non decolla subito verso il cielo. Anzi, proprio nel momento in cui sembra toccare le stelle, arriva una batosta che lo riporta subito sulla terraferma. 15 luglio 2016 un infortunio alla caviglia proibisce a Tamberi di partecipare alle Olimpiadi di Rio. Però è nota a tutti la galanteria del tempo, che in un solo momento ti restituisce tutto ciò che ha tolto. 1 agosto 2021 The Half-Shave salta così in alto da toccare il cielo e poi il resto è storia. Intervenuto in ESCLUSIVA ai nostri microfoni Gianmarco Tamberi ha parlato della spedizione all’Olimpiade di Tokyo, dei campionati nazionali italiani e dei prossimi obiettivi in vista del Mondiale.

Tamberi: “La maglia azzurra mi rende sereno. Ai campionati italiani non ero al top”
Nelle ore che hanno preceduto i campionati italiani hai avuto qualche problema fisico. Come stai adesso?
”La risonanza magnetica non ha evidenziato problemi gravi, ma rimane questo fastidio all’inserzione della gamba sinistra, quella di stacco, che un pochino mi preoccupa. Sarà la maglia azzurra a rendermi sereno e a farmi concentrare unicamente sulla gara”.
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Altro salto, altro oro. Quali sono le tue sensazioni dopo la vittoria ai campionati italiani? Sei pienamente soddisfatto?
“Se dicessi di essere pienamente soddisfatto mentirei. La gara non è andata per niente come mi aspettavo. Tuttavia mi porto a casa una bella vittoria, perché l’oro non era affatto scontato, anzi, vincere quando non si è al top della condizione e della convinzione è ancora più appagante. Detto questo, c’è anche un po’ di preoccupazione pre-Mondiale, ma è solamente motivo di sprono per impegnarmi al massimo e duramente nelle prossime settimane”.
Gara che ha visto una scaramuccia con Fassinotti. Cosa è successo?
“Scaramucce di campo, tutto chiarito. Ora si guarda al Mondiale che è il mio obiettivo stagionale”.
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Tamberi: “Ho ancora i brividi nel ricordare Tokyo. Riprendersi dall’infortunio è stata dura”
1 agosto 2021: sei entrato nella storia. Che emozione hai provato nel vincere una medaglia olimpica? Quali sono i ricordi più belli della spedizione di Tokyo?
“La medaglia di Tokyo è stata l’emozione più grande e più bella della mia vita. I ricordi più belli sono legati ai sacrifici che mi hanno portato lì. Se ripercorro tutta la strada che ho fatto dall’infortunio pre-Rio all’oro di Tokyo, ho sempre i brividi”.
Una delle prime cose che hai stretto a te dopo la vittoria alle Olimpiadi è stato il gesso che hai dovuto portare dopo l’infortunio. Quanto è stato difficile riprendersi fisicamente, ma anche mentalmente? Quali persone ti hanno sostenuto in quel periodo?
“Il periodo di recupero dall’infortunio non è stato affatto facile, sia per quanto riguarda il fisico, gli aspetti tecnici, che sono dovuto poi andare a ri-allenare, sia per quanto riguarda la testa, l’abitudine e la forma mentis necessaria alle competizioni. Fortunatamente, ho avuto accanto delle persone che mi hanno aiutato tanto e in tante cose. Non ringrazio nessuno per paura di dimenticare qualcuno, ma quelli che mi sono stati vicino lo sanno”.
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Tamberi: “La barba a metà è un rito scaramantico. Esperienza dell’All-Star Game indescrivibile”
Come nasce il soprannome half-shave?
“Nasce nel 2011, quando per smorzare la tensione prima di una gara mi sono fatto la barba a metà. Da allora è diventato un rito scaramantico. Evoca anche il mio spirito guerriero, come gli indiani che si facevano le due righe rosse in volto quando si preparavano per la battaglia”.
In un post su Instagram definisci sogno da bambino il momento in cui hai giocato all’NBA All-Star Game. Puoi raccontarci gli aneddoti legati a quei giorni?
”Essere il primo italiano a partecipare all’NBA All-Star Game è una sensazione indescrivibile. Il sogno di me bambino che diventa realtà. Non riesco a scegliere un solo aneddoto, sono state giornate piene e ricorderò per tutta la vita ogni singolo istante di questa esperienza”.
Spesso sei stato al centro di progetti di impegno sociale. Quanto è importante il connubio sport-società?
“È fondamentale. La visibilità che dà lo sport deve essere il traino per progetti che favoriscano il bene comune”.
Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?
”Sicuramente i Mondiali e poi il matrimonio con Chiara. Non vedo l’ora!”