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Goal II è il secondo film di una trilogia molto apprezzata tra gli amanti del calcio. La pellicola racconta le peripezie e le avventure di Santiago Munez: dal Messico al Real Madrid, inseguendo con sacrificio la sua passione per il calcio. Il film riproduce una realtà non così lontana da quella di numerosi calciatori partiti dalle periferie disagiate di grandi metropoli per poi arrivare a giocare in top club. Impegno e dedizione animano il nostro protagonista che, in una cornice di amore e amicizia, deve superare diverse difficoltà per raggiungere il suo sogno. Tra la necessità di doversi comportare come un vero professionista e tutti gli ostacoli che la vita gli pone, per Santiago Munez, la via del successo è stata tutt’altro che semplice.
Il regista è Jaume Collet-Serra, autore di famosissimi film thriller come La maschera di Cera, Orphan e L’uomo sul treno. Goal, al contrario, è un film solare, che parla di sport. Tuttavia, il regista deve saper riprodurre atmosfere molto diverse tra loro nello spostarsi tra Londra e Madrid: le due città in cui il film è stato girato. Il protagonista è naturalmente Kuno Becker, attore messicano divenuto celebre per il suo ruolo in questa trilogia. Quest’ultimo, come nel primo film, è affiancato dal suo amico e compagno di squadra, Gavin Harris (Alessandro Nivola) e da Glen Foy (Stephen Dillane), suo scopritore e procuratore, oltre che dalla compagna Roz Harmison (Anna Friel).

L’inizio del film: da Newcastle a Madrid
Santiago Munez è già una celebrità nella sua Newcastle. Il racconto, infatti, riprende esattamente da dove si era interrotto il primo film. Il protagonista, trasferitosi a Los Angeles dal Messico da bambino per cercare un futuro migliore, era stato notato dall’osservatore e futuro amico Glen Foy. Quest’ultimo scommette su di lui e lo porta a Newcastle per cercare un roseo futuro in Inghilterra. Dopo un faticoso ambientamento in una realtà così diversa e in un nuovo continente, Santiago diventerà una stella per i Magpies e li trascinerà alla qualificazione in UEFA Champions League.
Da qui, inizia la narrazione del secondo film. Le ottime prestazioni del messicano attirano le attenzioni del Real Madrid, che miete vendetta sugli acerrimi rivali del Barcellona. I Galacticos, in quel periodo, dispongono già di una squadra eccezionale, con i migliori calciatori del pianeta che interpretano se stessi nel film: David Beckham, Zinedine Zidane, Ronaldo, Raul e Iker Casillas. La corrazzata del Real Madrid, nel film, è allenata dallo scontroso tecnico olandese Rudy Van Der Merwe, interpretato da Rutger Hauer. Santiago decide, così, di accettare l’offerta del club spagnolo, gettandosi in nuova ed entusiasmante avventura.
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Il cambio di vita: l’arrivo a Madrid e la vita di un calciatore
Il nostro protagonista si trova, così, catapultato in una nuova realtà: dal nebbioso clima tipicamente britannico alla solare energia della capitale spagnola. Munez è pronto ad iniziare una nuova pagina della sua carriera in quello che il club più organizzato e vincente del pianeta calcistico. Il talento guida sempre il messicano che sembra pronto, a tutti gli effetti, a calarsi in una realtà piena di grandi campioni. L’unico lato negativo è che la fidanzata Roz decide di continuare a fare l’infermiera a Newcastle e la conciliazione tra la vita famigliare e sentimentale e quella lavorativa diventerà sempre più difficile.
Munez è proiettato, infatti, in una realtà energica ed estremamente coinvolgente, con la possibilità di disputare la coppa più prestigiosa al mondo: la UEFA Champions League. Intanto, per Santiago, è sempre più difficile resistere ai vizi che fama e soldi comportano, soprattutto dopo aver ritrovato al Real Madrid l’amico Gavin Harris, suo ex-compagno di squadra anche al Newcastle. I due si alternano spesso anche in campo, con il giovane messicano che inizia a segnare i primi gol con la nuova maglia e, tra feste e divertimento, tutto sembra andare per il verso giusto.

La vita fuori dal campo: non è tutto oro ciò che luccica
Il film – tra la fama e il successo – ci riporta però anche l’umanità della figura del calciatore, spesso dimenticata in mezzo ai molti guadagni. Per Santiago iniziano ad arrivare le prime complicazioni della nuova esperienza iberica. Ad un certo punto, infatti, Munez incontra un bambino che dice di essere suo fratello: la notizia sembra sconvolgerlo completamente, dato che il giovane protagonista era stato abbandonato dalla madre quando era soltanto un bambino e ignorava i contorni del suo nebuloso passato. Questa notizia porta Santiago a litigare con la fidanzata. Inoltre, si fa espellere in campo e sembra essere psicologicamente devastato: inizia così un periodo complicato e pieno di fragilità.
Santiago diventa sempre più irrascibile e pieno di frustrazione. Al termine di una rissa – dovuta a uno scatto rubato da un fotografo – Munez viene addirittura arrestato e costretto a passare una notte in prigione. La moltitudine di complicanze deve essere risolta e il protagonista capisce di aver bisogno di prendere in mano la situazione, ritornando sulla buona strada. Il calciatore incontra finalmente sua madre, dopo tantissimi anni e si chiarisce con lei. Quest’ultima gli racconta l’incredibile errore che ha portato al suo abbandono e, insieme all’altro fratello, sembrano riappacificarsi. A questo punto, Munez – dopo aver rimesso tutte le cose a posto – può finalmente tornare a concentrarsi sul campo.
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Un finale emozionante: la realizzazione di un sogno
Nel frattempo, il Real Madrid è tornato in finale di UEFA Champions League contro l’Arsenal di Thierry Henry. La partita è importantissima e il messicano che, secondo le scelte del mister, dovrebbe partire titolare, decide di accasarsi in panchina per far giocare l’amico Gavin Harris, bisognoso di essere in campo per venire convocato ai Mondiali. Come nel più classico dei film di sport, il racconto non può che concludersi positivamente. Tuttavia, il primo tempo non è dei migliori e i londinesi passano in vantaggio di due reti. Nella seconda frazione di gioco, Santiago Munez entra in campo per spalleggiare l’amico. I Blancos ribaltano le sorti del match e proprio grazie alle reti dei due protagonisti pareggiano. L’altra rete la segna David Beckam per la vittoria degli spagnoli della UEFA Champions League.
La storia, dunque, si conclude con il nostro protagonista che, partito dalle difficoltà di una vita da emigrato negli Stati Uniti, tocca i vertici più alti del panorama calcistico internazionale. Con impegno e dedizione, i suoi infiniti sacrifici vengono premiati e il successo viene raggiunto. Santiago – riunitosi anche alla sua famiglia e alla sua fidanzata – può adesso essere pienamente felice. Il film, dunque, proietta il copione di una vicenda inventata in un mix di immagini reali, con squadre e calciatori a recitare un ruolo da protagonisti. Per ogni appassionato di calcio, la visione è decisamente consigliabile per passare 115 minuti di spensieratezza e vivere una storia di sport, con un sottofondo di dinamiche calcistiche effettive.