Dopo aver conosciuto il nome del nuovo Pallone d’Oro, resta da scoprire chi sarà colui che riceverà il Golden Foot 2022. Il premio, giunto alla sua ventesima edizione, viene assegnato a quei giocatori di almeno 28 anni che si sono distinti per risultati sportivi, individuali e di squadra, e per la loro personalità. Il vincitore ha l’onore di lasciare l’impronta dorata dei piedi sulla leggendaria Promenade des Champions. Una sorta di Walk of Fame collocata nella splendida Montecarlo con tutte le impronte e gli autografi dei vincitori delle passate edizioni. Il primo giocatore a ricevere il Golden Foot fu il nostro Roberto Baggio nel 2003, anno in cui militava nel Brescia. Dopo l’attaccante vicentino, altri tre giocatori italiani sono riusciti nell’impresa di conquistare questo premio, che ti inserisce direttamente nell’olimpo del calcio.
Oltre al classico Golden Foot, nella serata di Montecarlo c’è un riconoscimento per quei campioni che hanno scritto la storia del calcio e prende il nome di Golden Foot Legends Award. Nella lista delle leggende entrate nella Promenade des Champions ci sono nomi illustri come quelli di Diego Armando Maradona e Pelè. La tradizione calcistica italiana, però, ha fatto in modo che anche dodici stelle azzurre potessero illuminare il cielo di Montecarlo. Il primo fu il Golden Boy Gianni Rivera, ma ci sono anche campioni come Gigi Riva, Paolo Rossi e Franco Baresi, solo per citarne alcuni. L’ultimo campione italiano ad avere l’onore di ricevere il premio del Golden Foot per le legende è stato Paolo Maldini.
Golden Foot, quattro italiani illuminano Montecarlo
Come detto in precedenza, la prima stella a brillare a Montecarlo fu quella di Roberto Baggio. L’ex attaccante del Brescia vinse il Golden Foot nel 2003. Il Divin Codino è stato uno dei giocatori più forti, se non il più forte, della storia del calcio italiano nonostante i numerosi problemi fisici che hanno tormentato la sua carriera. Restando in tema di grandi attaccanti italiani, anche Alessandro Del Piero nel 2007 ricevette il premio del Golden Foot. Pinturicchio è stato il simbolo della Juventus per 19 stagioni, di cui undici trascorse con la fascia di capitano al braccio. Del Piero ha vinto di tutto con la maglia bianconera, sia a livello nazionale che internazionale. Non bisogna, poi, dimenticare l’impresa effettuata in Germania nel 2006, quando la Nazionale italiana salì sul tetto del mondo vincendo il Mondiale. Il numero dieci della Juventus segnò una rete in semifinale contro i padroni di casa.
E parlando di Campioni del Mondo nel 2006 il terzo vincitore italiano del Golden Foot è stato Francesco Totti nel 2010. Il leggendario capitano della Roma ha dedicato la sua intera carriera ad una sola squadra. 25 anni con la maglia giallorossa, conditi dallo storico Scudetto del 2001, da due Coppe Italia e due Supercoppe Italiane. Fondamentale il suo rigore nei minuti di recupero contro l’Australia nel 2006 per portare l’Italia ai quarti di finale del Mondiale. Dopo tre grandi numeri dieci, nel 2016 fu il momento di brillare a Montecarlo per quello che probabilmente è stato il miglior numero uno italiano. Stiamo parlando, ovviamente, di Gianluigi Buffon. Il portiere carrarese è stato la bandiera della Juventus per quasi venti anni, conquistando la bellezza di dieci Scudetti tra gli altri titoli. All’età di 44 anni Buffon delizia ancora il mondo del calcio con le sue parate al Parma, squadra grazie alla quale ha esordito nel professionismo.
Golden Foot, da Rivera ad Antognoni: le prime leggende azzurre
Nel 2003 Roberto Baggio non fu l’unica stella italiana a splendere a Montecarlo. Oltre al talento ex Brescia ci fu il mitico Gianni Rivera, il quale ricevette il premio del Golden Foot per le leggende. L’icona del Milan può essere considerato come il primo grande numero dieci della storia del calcio italiano. L’anno seguente fu la volta di Dino Zoff di entrare tra le leggende di Montecarlo. Lo storico portiere della Juventus fu tra i grandi protagonisti di quella Nazionale italiana che nel 1982 conquistò il mondo vincendo il Mondiale in Spagna. Per il terzo anno consecutivo un campione italiano lasciò la propria impronta nella Promenade des Champions. Nel 2005 toccò a Gigi Riva, bandiera del Cagliari con il quale vinse l’unico storico Scudetto della società sarda. Nel 1968 Riva conquistò il primo Europeo della Nazionale italiana, di cui ancora oggi è il miglior marcatore in assoluto con 35 reti.
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La tradizione italiana ha sfornato dei campioni che saranno eterni. Tra questi c’è Giacinto Facchetti, il quale nel 2006 è entrato nelle leggende di Montecarlo. Dopo aver mosso i primi passi nella Trevigliese, Facchetti decise di legare la sua carriera all’Inter, di cui ancora oggi è considerato una grande icona. Per il quinto anno consecutivo l’Italia potè contare un altro grande campione come Paolo Rossi tra le leggende che hanno ricevuto il Golden Foot. Pablito, vincitore del Pallone d’Oro nel 1982, è ricordato soprattutto per la storica tripletta contro il Brasile che portò l’Italia in semifinale del Mondiale del 1982, successivamente vinto. Nel 2010 fu la volta di un altro Campione del Mondo come Giancarlo Antognoni, considerato come una vera e propria bandiera della Fiorentina con cui ha trascorso quindici anni, vincendo anche una Coppa Italia.
Golden Foot, Baresi, Maldini e non solo: le altre leggende
Sono tanti i protagonisti italiani capaci di vincere il premio del Golden Foot per le leggende. Nel 2012 entrò nella Promenade des Champions Franco Baresi, il grande difensore che dedicò tutta la sua carriera al Milan, vincendo tutto. Anche lui fu Campione del Mondo nel 1982. Bisognerà aspettare cinque anni per rivedere una stella italiana brillare a Montecarlo. Nel 2017 l’attuale commissario tecnico dell’Italia Roberto Mancini conquistò il Golden Foot per le leggende. Da calciatore è stato protagonista con le maglie di Sampdoria e Lazio, vincendo numerosi titoli. Da allenatore ha dominata il campionato italiano con l’Inter, ma soprattutto ci ha regalato l’Europeo della scorsa estate come CT dell’Italia. Protagonista con Inter, Juventus e soprattutto Milan, Andrea Pirlo ricevette il premio per le leggende nel 2018. Il centrocampista italiano vinse molto a livello di club e fu tra i protagonisti del successo dell’Italia nel Mondiale del 2006.
Nello stesso anno di Andrea Pirlo, la splendida Montecarlo celebrò uno dei migliori allenatori italiani. Si tratta di Marcello Lippi, tecnico della Juventus per nove stagioni con in mezzo un anno all’Inter. Sulla panchina bianconera Lippi ha trionfato in Italia ed in Europa, ma quello che probabilmente è il suo successo più grande è arrivato con la Nazionale italiana nel Mondiale del 2006. La carrellata di vincitori italiani del Golden Foot per le leggende si conclude con due bandiere di Inter e Milan, premiate nel 2018. Il primo è Gabriele Oriali, oggi team manager della Nazionale italiana, che con la maglia nerazzurra ha trascorso tredici anni, vincendo due Scudetti e due Coppe Italia. La seconda è Paolo Maldini, che ha dedicato i 25 anni della sua carriera alla maglia rossonera. Tra i difensori italiani più forti di sempre, l’ex capitano del Milan ha vinto sette Scudetti e cinque Champions League, tra gli altri titoli. Il suo amore per il Diavolo prosegue ancora oggi nelle vesti di direttore tecnico.
Golden Foot, Prestige Award: Agnelli e Gravina unici vincitori
Il Golden Foot classico e quello dedicato alle leggende sono stati affiancati negli ultimi anni da un nuovo premio. Si tratta del Golden Foot Prestige Award, riconoscimento riservato a quei presidenti che si sono distinti per i risultati ottenuti durante il primo mandato. Gli unici due iscritti a questo albo d’oro sono italiani. Nel 2020 fu protagonista a Montecarlo il presidente della Juventus Andrea Agnelli. Arrivato nel 2010, Agnelli ha dato vita a quel ciclo di nove Scudetti consecutivi conquistati dalla formazione bianconera. Nell’edizione successiva fu la volta di Gabriele Gravina, presidente della FIGC dal 2018. Sotto il suo mandato la Nazionale italiana ha portato a casa il secondo Europeo della sua storia, trionfano a Wembley contro l’Inghilterra dopo i calci di rigore.