Golden Foot 2022, Marcello Lippi nelle leggende: il successo Mondiale

Marcello Lippi entrò nelle leggende del Golden Foot grazie anche al Mondiale conquistato nel 2006 con la Nazionale italiana

Redazione
8 Minuti di lettura

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Sin dal 2003, tra i più ambiti premi individuali a cui un giocatore può aspirare è presente anche il Golden Foot. In questo evento, la cui serata di gala di questa edizione si terrà il prossimo 21 dicembre, viene insignito anche chi ha avuto una gloriosa carriera, finendo quindi nelle Legend. È il caso di Marcello Lippi, Ct della Nazionale italiana che vinse il Mondiale nel 2006. Il premio gli venne attribuito nell’anno 2018, ponendo così anche lui l’impronta del suo piede sulla Promenade des champions di Montecarlo.

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Calciopoli precede il Mondiale

Il Mondiale del 2006 è piuttosto strano per l’Italia. Gli azzurri non arrivano alla Coppa del Mondo da favoriti, complice anche il caso Calciopoli che in quei mesi faceva da padrone tutte le prime pagine dei giornali sportivi e non solo. In un ambiente così teso, nessuno avrebbe scommesso un euro sulla vittoria finale della nostra Nazionale, decisamente all’altezza delle altre big dal punto di vista dei singoli, ma con un gruppo ancora frammentato e non in uno stato mentale idilliaco proprio per le vicende che videro la Juventus retrocedere in Serie B. Per questi motivi la figura di Marcello Lippi, leggenda del Golden Foot nel 2018, è stata necessaria, un condottiero che ha portato un minimo di serenità nello spogliatoio.

Leggi anche: Golden Foot 2022, ventesima edizione del premio: sognando la Promenade di Montecarlo

La fase a gironi

Lippi e Cannavaro
Lippi e Cannavaro

Il Mondiale della Nazionale italiana ha inizio il 12 giugno del 2006. Il gruppo degli azzurri, girone E, è composto da Stati Uniti, Repubblica Ceca e Ghana. L’esordio è proprio contro gli africani, gara in cui la selezione di Marcello Lippi si impone per 2-0 con le reti di Andrea Pirlo, anch’egli entrato nella Promenade del Golden Foot nel 2018, e di Vincenzo Iaquinta. Il commissario tecnico sa bene che per fare strada è necessario dosare le energie e far giocare più o meno tutti, anche per incrementare il sentimento di gruppo-squadra fra i giocatori, creando così un legame che è poi durato negli anni a venire.

La partita con gli Stati Uniti è decisiva per quanto riguarda le gerarchie: l’Italia, uno dei paesi più rappresentati nella storia del Golden Foot, va in vantaggio grazie ad un gol di Alberto Gilardino, ma dopo un autogol di Zaccardo il risultato torna in parità. Il match finirà in 10 contro nove, con Daniele De Rossi espulso per aver dato una gomitata intenzionale ad un avversario. L’ex giocatore della Roma sarà costretto a saltare le quattro partite successive e Lippi lo metterà un po’ ai margini della rosa, salvo poi reinserirlo in uno dei momenti più delicati di questo magico Mondiale.

Arriviamo dunque alla terza e ultima partita del girone, decisiva per il passaggio del turno. La Repubblica Ceca è ancora in corsa per la qualificazione agli ottavi e una vittoria contro gli azzurri gli permetterebbe matematicamente il passaggio alla fase successiva. Anche questa è una gara molto tesa, ma che la Nazionale italiana riesce a vincere con il risultato di 2-0, vincendo dunque il girone. Ancora una volta le doti di Marcello Lippi permisero agli azzurri di scendere in campo con le giuste motivazioni, un altro dei motivi per cui il tecnico italiano è stato nominato Leggenda nella Promenade di Montecarlo.

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Eliminazione diretta: andiamo a Berlino

Golden Foot 2022, Marcello Lippi nelle leggende: il successo Mondiale
Italia-Germania 2006, Alex del Piero

La fase a eliminazione diretta di un Mondiale è sempre delicata. Talvolta, anche se sulla carta si ha un undici decisamente superiore, l’aspetto psicologico e la pressione possono giocare brutti scherzi. Anche per questo motivo Marcello Lippi è stato nominato Leggenda nell’edizione 2018 dei Golden Foot, proprio grazie al suo carisma che ha permesso agli azzurri di superare l’Australia agli ottavi di finale con un gol di Francesco Totti dal dischetto. Successivamente fu il turno dell’Ucraina: questa fu un match a senso unico, vinto con un netto 3-0. Con questa vittoria l’Italia si qualificò per le semifinali, turno in cui dovette affrontare i padroni di casa della Germania.

È il 4 luglio e a Dortmund si respira l’aria dei grandi giorni. I tedeschi giocano in casa, hanno dalla loro il tifo e i favori del pronostico, per quanto questi ultimi possano essere utili. L’Italia però sa che non ha nulla da perdere. Fino a poche settimane prima nessuno avrebbe scommesso su un traguardo del genere, ma Marcello Lippi non vuole che i suoi lascino vita facile alla Germania. Il tecnico prepara una partita difensiva, una delle migliori fasi di gioco che gli azzurri riescono ad interpretare. La scelta si rivela vincente poiché arriviamo ai tempi supplementari sullo 0-0. Lì emergono i campioni: prima Andrea Pirlo e poi Alessandro Del Piero, anche lui vincitore di un Golden Foot, realizzano le marcature che portano la nostra Nazionale nella finale del Mondiale 2006, andiamo a Berlino.

Lippi, l’arte di vincere

Marcello Lippi con il sigaro
Marcello Lippi con il sigaro

La finale della Coppa del Mondo di calcio ha un sapore tutto suo, l’hanno detto diverse volte i protagonisti, non c’è paragone che tenga con la Champions League o le varie competizioni nazionali. La pressione nello spogliatoio dell’Italia era decisamente alta anche a causa della consapevolezza che, arrivati a questo punto, bisognava vincere. Lo stesso Lippi, leggenda dei Golden Foot, ha motivato i suoi, come un grande condottiero prima di una battaglia: quale migliore occasione per riportare in alto il calcio italiano dopo Calciopoli?

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La partita è particolarmente tesa, ma è normale che lo sia. Uno degli episodi decisivi e ancora oggi discusso è indubbiamente la testata di Zinedine Zidane, passato anche lui sulla Promenade dei Golden Foot, a Marco Materazzi. Questo gesto gli costò chiaramente l’espulsione dall’ultima partita della sua carriera. La partita resta comunque molto combattuta e si arriva ai calci di rigore, momento in cui la pressione arriva alle stelle. Fatale l’errore di David Trezeguet, che permise alcuni istanti dopo a Fabio Grosso di portare l’Italia sul tetto del mondo per la quarta volta nella sua storia. Grande merito di tutti i giocatori, ma soprattutto di Marcello Lippi, capace di organizzare un gioco adatto alle caratteristiche dei propri uomini, capace di motivare la squadra nei momenti più difficili, e capace di riunire ancora una volta l’intero Paese.

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