Ci sono date che nessun tifoso può dimenticare e quella del 4 maggio per i tifosi del Torino rappresenta la tragedia di Superga. Una squadra di calcio che dominava, ammirata non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo, che ha fatto sognare e soffrire milioni di italiani. Per un popolo che usciva dalla seconda guerra mondiale, il Grande Torino, rappresentava la speranza, l’orgoglio nazionale di cui tutti andavano fieri.
Il Torino in quei anni dolorosi, è stato un patrimonio per tutti gli sportivi e non solo. Una squadra capace di rappresentare la nazionale italiana per 10/11, come nell’occasione della partita vinta per 3-2 contro l’Ungheria l’11 maggio 1947. L’unico “intruso” era il portiere juventino Sentimenti IV che giocava al posto del portiere granata Bacigalupo.
Il Grande Torino è stato capace di vincere 5 scudetti consecutivi, dal 1943 al 1949 lasciando pochissimo spazio alle proprie avversarie. Parlare di numeri sembrerebbe riduttivo e banale per una squadra che il fato ha trasformato in leggenda. Giusto per rimarcare le imprese, va sottolineato il fatto che rimasero imbattuti in casa per 88 partite e riuscirono a vincere per 10-0 contro l’Alessandria, record ancora inavvicinabili, che resistono nel campionato di Serie A.

Torino, gli invincibili: da Bacigalupo a Valentino Mazzola
Il Grande Torino del presidente Ferruccio Novo era composto da: Bacigalupo in porta, Ballarin e Maroso i terzini con Rigamonti centrale di difesa. Con lo schema WM, così chiamato perché la posizione dei giocatori in campo richiamava alla memoria le due lettere dell’alfabeto, la formazione proseguiva con Grezar e Castigliano in mediana. A supporto dell’attacco c’era il capitano, la leggenda per eccellenza: Valentino Mazzola.
Valentino Mazzola, padre di Ferruccio e Sandro, bandiera della Grande Inter di Herrera, è stato il vero trascinatore degli invincibili. Un suo tipico gesto era quello di alzare le maniche alla maglietta, come per indicare la riscossa, quei 15 minuti granata che hanno fatto storia del Torino. Grande rimonte accompagnate dalla tromba di Oreste Bolmida, una delle figure più iconiche del Grande Torino.
Insieme a Valentino Mazzola, a comporre l’attacco del Grande Torino c’erano Loik, alle fasce Menti e Ossola con centroattacco Gabetto. Un attacco capace di segnare 125 reti in campionato, di vincere in ogni campo strapazzando l’avversario. Un calcio di altri tempi, con sistemi di gioco completamente diversi, ma le avversarie erano sempre le stesse: Juventus, Milan ed Inter.

Torino, gli stadi intitolati: dal Grezar al Menti
Sono tanti, e in tutta Italia, gli impianti intitolati a giocatori del Grande Torino. Non solo nella loro città: quella squadra è un simbolo per tutto il paese. Sono tante le città che hanno intitolato uno stadio agli invincibili, per rendere omaggio a queste leggende. A Trieste c’era il Grezar, come ancora a Brescia c’è il Rigamonti. A San Benedetto del Tronto il vecchio stadio era intitolato ai fratelli Ballerin come lo stesso di Chioggia.
Passando per Varese c’è l’Ossola come c’è a Mantova il Martelli. Il Bacigalupo lo troviamo a Savona, come il Fedini a Giulianova. Il Menti è presente a Vicenza, come Castellamare di Stabia e Montichiari e chiaramente il Mazzola oltre nella città natale di Cassano d’Adda lo troviamo in diverse città italiane. Un Grande Torino presente in ogni parte della penisola italiana, come a rimarcare il fatto che il ricordo è sempre vivo e presente.

Torino, non solo una squadra di calcio: una fede
Nell’immaginario collettivo il Torino rappresenta una squadra gloriosa che suscita sempre una particolare emozione ricordando le gesta degli invincibili. Le parole di Federico Buffa, noto giornalista di SKY, sintetizzano un concetto di una certa unicità: “Se la sorte ti ha dato in dote di essere innamorato di una squadra come il Torino, allora avrai la ragionevole certezza che quel tuo amore non sarà mai angustiato dalla monotonia. Ma da qualsiasi altra possibile condizione dell’anima, inevitabilmente, sì”.

Seguici su Google News
Resta aggiornato con tutte le ultime notizie di calcio e calciomercato