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Dopo 334 giorni dall’inizio della guerra in Ucraina, la situazione sembrerebbe non evolversi verso una tregua, tutt’altro. Infatti, dopo il no iniziale della Germania all’invio dei carri armati Leopard, la situazione sembrerebbe essere mutata. Dopo un vertice tra il cancelliere tedesco Scholz, la ministra degli esteri tedesca Baerbock e il Presidente francese Macron, sembrerebbe essere arrivato secondo quanto riportato dal Riformista l’Ok per l’invio dei carri armati Leopard 2 da parte della Polonia a Kiev.
Inizialmente il neo ministro della difesa tedesco Pistorius per giustificare il ”no” iniziale all’invio dei carri armati in Ucraina, aveva evocato il timore di un allargamento del conflitto, in caso di nuove forniture militari all’esercito di Kiev. Infatti il portavoce del governo tedesco Hebestreit, franando nuovamente sull’argomento ,ha affermato che ”deve esse fatta una profonda riflessione in merito, prima di prendere questi decisioni difficili”. Lo stato, che sembrerebbe spingere maggiormente per l’invio dei carri armati Leopard è la Polonia.
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Guerra in Ucraina, in Italia decreto per invio armi: si andrebbe verso il sì del Parlamento
Dopo quest’allentamento da parte di Berlino, è arrivata subito la reazione da parte del Cremlino, che tramite il suo portavoce Dmitry Peskov ha minacciato i Paesi europei che contribuiranno direttamente o indirettamente a inondare l’Ucraina di armi, affermando che ”a pagare di ciò sarà il popolo ucraino”. Il ministro degli esteri Russo, ha aggiunto che le forze russe sbricioleranno tutte le armi e i mezzi militari che i Paesi occidentali forniranno.
Nel contempo, nella giornata di oggi 24 gennaio in Italia, precisamente alla Camera, ci dovrebbe essere l’esame del decreto legge, che prolunga per tutto il 2023 l’autorizzazione al governo ad inviare armi all’Ucraina, decreto già stato approvato in Senato. Il Ministro della Difesa italiano Guido Crosetto, durante la trasmissione Che Tempo che fa, ha affermato: ”Il sesto decreto ci sarà e penso che sarà condiviso da quasi tutto il Parlamento”.