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Una favola che prende forma nel 1985 in una delle zone più remote di Funchal quando viene alla luce il quarto figlio di una cuoca e di un giardiniere. La nascita di Cristiano Ronaldo, in un certo senso come quella di Benjamin Button, può essere vista come un miracolo.
La madre del portoghese, Dolores Aveiro, avrebbe infatti tentato di abortire più volte durante il corso della gravidanza, considerando che la famiglia non poteva di certo permettersi un’altra bocca da sfamare. Il nome, Cristiano, che viene dato all’infante si deve alla forte fede cristiana di mamma Dolores mentre il secondo nome, Ronaldo, è stato scelto in onore di Ronald Reagan, l’allora Presidente degli Stati Uniti d’America.
Nella New Orleans del 1918, invece, Caroline la madre di Benjamin Button muore mentre il neonato viene alla luce e il padre Thomas si libera di lui non appena lo vede in fasce, talmente sconvolto da quel corpo rattrappito simile a quello di un anziano. Ad occuparsi di Benjamin è la signora Queenie, governante presso la casa di riposo sulle cui scale il padre abbandona il fagottino.
Per entrambe le famiglie, la povertà rappresenta quindi un grande ostacolo. Si racconta addirittura che durante i primi allenamenti, la magrezza anormale di Cristiano destasse grande preoccupazione nei suoi allenatori tanto da indurli a fargli mangiare zuppa e pane prima che facesse rientro a casa.
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I primi anni
Le nostre vite sono determinate dalle opportunità, anche da quelle che ci lasciamo sfuggire
All’età di dodici anni, Cristiano Ronaldo approda nelle giovanili dello Sporting Lisbona. Da quel momento in poi, lo Sporting dà a quel bambino ancora povero e sconosciuto una speranza, uno spiraglio di luce nel buio di quel che era la sua vita. Tutto il mondo di Cristiano è ora sul campo da calcio e ha la forma sferica di un pallone. Nella sua prima stagione allo Sporting, Cristiano colleziona 25 presenze in campionato, di cui 11 da titolare, vincendo la Supercoppa portoghese 2002, pur non giocando la partita decisiva.
Cristiano a Manchester
Non sai mai cosa c’è in serbo per te
Impossibile non raccontare la fatidica notte in cui Cristiano divenne CR7. È il 6 agosto 2003 quando si disputa la partita che cambia per sempre l’esistenza di quel bambino di Funchal. Lo Sporting Lisbona fronteggia il grande Manchester United di Sir Alex Ferguson. Le prodezze di Cristiano quella sera fanno sì che Sir Alex lo voglia a tutti i costi. Si racconta che Ferguson si sia trattenuto per circa mezz’ora al termine dell’incontro per convincere Cristiano a diventare uno dei Red Devils.
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Ronaldo accetta e il 13 agosto 2003 ha inizio la leggenda. Il trasferimento a Manchester di Cristiano Ronaldo per 12 milioni di sterline lo rende ancora oggi il teenager più costoso nella storia della Premier League. Il numero di maglia che Cristiano vuole scegliere non appena sbarcato a Manchester è il 28, lo stesso che aveva a Lisbona, ma Sir Alex lo convince a scegliere il 7, maglia indossata (e allora da poco lasciata) da uno dei più amati di sempre, David Beckham. Cristiano veste la maglia dei Red Devils dal 2003 al 2008, collezionando 118 goal in 292 presenze. A Manchester, CR7 comincia a vincere tutto: arrivano il primo pallone d’oro e la prima Champions League vinta. Ma questi saranno solo i primi di una lunga e fortunata serie.
Lo sbarco a Madrid
Non è mai troppo tardi per essere quello che decidi di essere
I 9 anni al Real Madrid consacrano CR7 a dio del calcio mondiale. Il suo nome diventa una firma. Per lui, il club fissa una clausola rescissoria di 1 miliardo di euro, somma che non ha eguali nella storia del calcio. La sua presentazione ufficiale al Santiago Bernabéu, il 6 luglio, manda in delirio circa 80.000 tifosi arrivati lì per celebrare la venuta del fenomeno. Dal 2009, infatti, Cristiano fa la storia dei blancos, vincendo tutto il possibile sia a livello individuale che di squadra. Arrivano altri 4 palloni d’oro e altrettante Champions League vinte, di cui tre tutte di fila.
Durante questi anni, il peregrinare di Cristiano si sovrappone in un certo qual modo a quello del bambino nato vecchio. Benjamin, infatti, comincia a girare e a conoscere il mondo lavorando come mozzo sul rimorchiatore del capitano Mike Clark. L’uomo apre la mente di Benjamin quasi come, in principio di carriera, Sir Alex fa con quella di Cristiano. Per Benjamin ha inizio una nuova vita e scopre anche di stare ringiovanendo. Lo stesso si potrebbe dire del fenomeno portoghese che in questi anni lavora sul proprio corpo fino a renderlo un capolavoro plastico di linee e muscoli.
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Benjamin scopre poi l’amore, quello che durerà per sempre, con la giovane ballerina Daisy che gli farà vivere la gioia di essere padre della piccola Caroline. Allo stesso modo, nel 2016 Cristiano Ronaldo incontra Georgina Rodriguez, la donna della sua vita e ben presto anche madre di due dei suoi cinque figli, Alana Martina e Bella Esmeralda.
Cristiano Ronaldo oggi
Mi sembra di aver vissuto tutta una vita, però non me lo ricordo…
Nel luglio 2018, all’età di 33 anni la parabola calcistica di CR7 si sposta clamorosamente in Italia a Torino con la Juventus. Il suo diventa il trasferimento più oneroso della Serie A. E a Torino, seppur per breve tempo il portoghese incanterà l’Italia intera.
Nel 2021, Cristiano torna a Manchester per chiudere idealmente il cerchio della sua vita. Finire proprio dove ha cominciato. Allo stesso modo, Benjamin torna nella sua vecchia casa di riposo per poi ripartire con Daisy verso nuove avventure. Oggi, Cristiano ha 37 anni ma il suo aspetto, e la sua età biologica che sfiora i 23 anni, lasciano davvero pensare che abbia fermato il tempo e stia invecchiando al contrario proprio come l’avvenente Brad Pitt che veste i panni di Benjamin Button.
Il giusto finale
Per quello che vale, non è mai troppo tardi
“Per quello che vale, non è mai troppo tardi, o nel mio caso troppo presto, per essere quello che vuoi essere. Non c’è limite di tempo, comincia quando vuoi, puoi cambiare o rimanere come sei, non esiste una regola in questo. Possiamo vivere ogni cosa al meglio o al peggio, spero che tu viva tutto al meglio, spero che tu possa vedere cose sorprendenti, spero che tu possa avere emozioni sempre nuove, spero che tu possa incontrare gente con punti di vista diversi, spero che tu possa essere orgoglioso della tua vita e se ti accorgi di non esserlo, spero che tu trovi la forza di ricominciare da zero”. (Benjamin Button)
