Ci sono giocatori che restano negli annali di una società e nei ricordi più vividi e importanti. Campioni inimitabili, difficili da ritrovare, proprio perché oltre all’ingegno e alle capacità tecnico-tattiche di cui sono dotati rappresentano anche la figura del professionista serio. L’incarnazione del talento fuori e dentro al campo. E tra questi, l’Inter non ha di certo dimenticato un pezzo di storia nerazzurra, leggenda scritta da Recoba: il fantasista che fece innamorare l’amato presidente della Beneamata Massimo Moratti.
Un vero e proprio colpo di fulmine. Si narra che in quel periodo, ad Appiano Gentile, girassero le videocassette di un talento in erba di cui la società nerazzurra rimase colpita. El Chino, il soprannome donatogli in virtù del taglio orientale dei suoi occhi, divenne un giocatore nerazzurro nella stagione 1997-1998. Nato il 17 marzo del 1976, il fantasista che fece innamorare l’ex presidente dell’Inter Moratti è uno tra i giocatori-bandiera rimasto nei ricordi più emozionanti della Beneamata. Buon compleanno Recoba.

Inter, c’era una volta il piccolo Recoba
“Il più grande giocatore di sempre a non voler diventare il più grande di tutti”, una frase ripetuta da chi ha conosciuto Alvaro Recoba agli inizi della sua carriera. E forse proprio quest’atteggiamento così umile e, ad oggi, particolare ha segnato il percorso di El Chino nel mondo del calcio. Una storia che si differenzia da altri racconti spesso narrati relativi ad altre leggende dell’Inter. Ovvero dai differenti giocatori che hanno lasciato anch’essi il segno e che oggi la Milano nerazzurra ricorda con estremo piacere e riconoscenza.
Ma la storia del fantasista uruguayano è differente e molto più semplice di altre. C’era una volta il piccolo Recoba nato a Montevideo, una cittadina stile Buenos Aires. Una vita semplice composta da piccole gioie e da forti emozioni. Una routine, quella del fanciullo, divisa come ogni bambino tra scuola, compiti e il calcio, il momento più bello della giornata. Il pensiero alla leggendaria Inter, in quegli anni, ancora non c’era, come d’altronde la volontà di immaginare il mondo del pallone sotto una visuale più professionistica.

Ed è stata forse proprio questa la carta vincente: la passione. La voglia di giocare a calcio per piacere e per amore dello sport. Senza andare oltre, senza immaginare che una palla potesse diventare un vero e proprio lavoro. Una mentalità differente da tante altre, dai tanti desideri che altri bambini di talento come Recoba hanno custodito durante tutta l’Infanzia. In un mondo del calcio sempre più commercializzato, El Chino ha rappresentato l’immagine pulita di chi il mondo del pallone lo ha davvero amato.
Una semplicità disarmante mostrata anche dopo il saluto al calcio. Indimenticabile, qualche anno fa, l’aneddoto raccontato da Calciomercato.com. Un episodio che narra di Recoba e del suo essere umano e, al contempo, semplice nonostante abbia scritto un pezzo di storia dell’Inter. L’emozione del figlio nel vedere Marcelo avvicinarsi al tavolo per chiedere l’autografo. A Jeremia avevano raccontato del passato calcistico del papà, ma mai avrebbe immaginato che Alvaro godesse di tale considerazione e ammirazione.

Inter, il tanto amato Recoba
Se c’è una cosa che non passerà mai in sordina è quanto la Milano interista abbia apprezzato e stimato il tanto amato Recoba, uno dei giocatori oramai annoverati tra le leggende dell’Inter. La storia d’amore tra il fantasista e il club nerazzurro inizia quando l’ex presidente Moratti fa di tutto per portare un giovane talento uruguayano alla sua cara Beneamata. Prezzo dell’ingaggio? Ben 7 miliardi delle vecchie lire. All’epoca, El Chino era ancora un oggetto misterioso, un calciatore con un enorme punto interrogativo.
Arrivato nella stagione 1997/1998, fa il suo esordio da vero fuoriclasse impreziosito da una doppietta, e ribalta completamente l’incontro. Peccato però che il proseguo dell’annata con i nerazzurri si riveli, successivamente, al di sotto le aspettative. Performance che lo portano lontano dalla Beneamata, con direzione l’approdo al Venezia. Il ritorno di Recoba nella sessione di calciomercato dell’Inter avviene qualche mese dopo, ma parte con un piglio e una determinazione totalmente differente. tutta un’altra storia.
Nonostante l’alternarsi delle prestazioni, El Chino resta il preferito di Moratti, il giocatore più pagato della rosa. Recoba diventa una vera e propria bandiera nerazzurra, un professionista che se in giornata è capace di togliere dal cilindro giocate degne di un fuoriclasse assoluto. Nei dieci anni all’Inter, i gol del fantasista uruguayano hanno strappato gli applausi da parte dei tanti supporters e di tutti gli amanti del bel calcio. Indimenticabile la magia compiuta da calcio d’angolo ad Empoli nell’aprile del 2007, una perla rara.
261 presenze, 72 reti, due scudetti, due coppe Italia, due Supercoppe e una Coppa Uefa. Un bottino esiguo ed indelebile nella mente di ogni tifoso nerazzurro. Numeri che raccontano anni importanti e vincenti. Stagioni vissute da un calciatore che poteva diventare uno tra i più forti al mondo, se non avesse riscontrato nel suo percorso qualche difficoltà. Talvolta infortuni, in altrettante situazioni la mancanza di continuità. Limiti che comunque non hanno compromesso il percorso all’Inter del tanto amato Recoba.

Inter-Recoba, nella buona e nella cattiva sorte
Ma oltre al profilo calcistico, ai numeri e alle prodezze messe a segno, c’è qualcos’altro che rende Recoba una delle bandiere dell’Inter del passato. Ed è il rapporto che lo ha legato ai colori nerazzurri nella buona e nella cattiva sorte. Perché l’avventura nella Milano nerazzurra non ha regalato solo emozioni positive, ma anche una brutta pagina che ha rischiato di compromettere la credibilità del giocatore e del club.
Infatti, il fantasista e la Beneamata nel 2020 furono implicati in uno scandalo relativo ai passaporti falsi. Un brutto ricordo, seguito anche da numerose polemiche. Nonostante il El Chino e la società nerazzurra, all’epoca, non furono i soli ad infrangere il regolamento, modificato poi qualche anno dopo. Recoba decise di patteggiare, così come scelse di fare anche Oriali. Una delle pagine più brutte della storia dell’Inter e del calciatore stesso.

Un momento sicuramente difficile, in cui l’uruguayano non abbandonò comunque mai le parti della sua società, nella buona e nella cattiva sorte. El Chino scontò la sua pena assumendosi le responsabilità di quanto avvenuto. Atteggiamento per nulla scontato, ed indice di quanto fosse stato legato ai colori nerazzurri. Considerazione molto apprezzato dai tifosi dell’Inter gli stessi che oggi, in uno stadio gremito, avrebbero intonato la canzone di ringraziamento più bella: “Buon compleanno Alvaro Recoba“.