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Argentina, patria del vino e della carne, terra dai colori caldi e dall’indomabile amore per il calcio. Molti dei pesi massimi del calcio internazionale provengono proprio da qui, basti pensare che uno dei giocatori più forti di tutti i tempi, Lionel Messi, è nato e cresciuto a Rosario, cittadina dell’Argentina, senza contare poi che anche Diego Armando Maradona è originario argentino. Il rapporto che però, questa terra, ha con l’Inter, è molto speciale: la maggior parte dei giocatori che custodiscono un posto speciale nel cuore dei tifosi provenivano proprio da questa terra del Sud America, a cominciare da Javier Zanetti, eterno capitano dei nerazzurri.

Javier Zanetti il capitano dell’Inter, 19 anni con la maglia nerazzurra
Arrivato nell’estate del 1995, poco più che diciottenne, Javier Zanetti è da subito entrato nel cuore dei tifosi dell’Inter, squadra che non ha più lasciato fino a quello straziante 11 maggio del 2014 quando, dopo Inter-Lazio, ha salutato tutti i compagni di squadra e i tifosi ritirandosi definitivamente dall’attività agonistica. La sua dedizione ai colori nerazzurri non ha eguali: 858 presenze con addosso la casacca nerazzurra, lo straniero con più presenze in assoluto in Serie A. Oltre a questo Javier è il nerazzurro più titolato, sono infatti 16 i trofei ha conseguito nel corso della sua carriera: 5 campionati, 4 coppe Italia, 4 Supercoppe, 1 coppa UEFA, 1 Champions League e 1 Mondiale per Club. Con le sue capacità difensive e le sue doti atletiche ha stupito tutti: una freschezza, un’agilità, una forza nelle gambe impressionante, difficile spostarlo e, soprattutto, difficile fregarlo.

“Ho cercato sempre di onorare e difendere questa maglia in qualsiasi paese del mondo, ho imparato insieme a voi ad amarla e la amerò per sempre: finisce il calciatore, va avanti l’uomo, finisce per me una bellissima carriera dove ho difeso questa maglia che amo veramente, adesso mi tocca fare altro, non so se andrà bene o male ma sono certo di una cosa: difenderò l’Inter così come l’ho fatto in campo” questo il discorso strappalacrime pronunciato dal Pupi dopo la sua ultima partita giocata. La promessa effettivamente l’ha mantenuta, diventando vice-presidente dell’Inter e difendendo la squadra in ogni dove.
Esteban Cambiasso, cuchu dell’Inter dal 2004 al 2014
Arrivato a parametro zero dal Real Madrid, Esteban Cambiasso, uno dei più grandi eroi del Triplete, grande uomo dentro e fuori dal campo e, soprattutto, leader dentro e fuori dal rettangolo verde. Dalla seconda metà degli anni duemila diventa titolare inamovibile del centrocampo dell’Inter e, da quel momento, fu tutta una strada in discesa verso la gloria. El Cuchu è il secondo nerazzurro più presente nella storia della Beneamata, 315 le partite giocate con addosso la casacca del biscione e solo un trofeo in meno del capitano. La sua lettura di gioco, la sua abilità nei passaggi, gli hanno concesso di regalarsi 51 gol da capogiro entrando, così, di diritto nella storia degli argentini più proficui dell’Inter.
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18 maggio 2014, dopo la sconfitta contro il Chievo Verona, Estaban Cambiasso saluta l’Inter e tutti i suoi tifosi. In quei dieci anni l’argentino ha siglato gol importantissimi come quello nella finale di Coppa Italia del 2006 contro la Roma, o quella rete importantissima nel derby di Milano del dicembre 2007 che regalò la vittoria all’Inter, o quel gol che segnò il 2-1 contro il Chelsea nella partita di andata degli ottavi della Champions League di quel pazzo anno che è stato il 2010.
Walter Samuel, The Wall: pulmino nerazzurro dal 2005 al 2014
Niente di tutto ciò che è stata l’Inter di Mancini prima, e Mourinho poi, sarebbe stato possibile senza gli interventi di Walter Samuel, uno dei più grandi difensori della storia nerazzurra. Arrivato nel 2005, riuscì a disputare ben 236 partite con la casacca del biscione, diventando uno dei massimi protagonisti della cavalcata verso la gloria nerazzurra. Tattica, furbizia e premeditazione: questi gli ingredienti del gioco di Samuel che gli permettono di difendere a più non posso l’area di rigore. La sua presenza in campo, la sua prestazione fisica, ha permesso ai tifosi dell’Inter di dormire sonni tranquilli anche prima di quella magica notte di Madrid. I nove anni passati assieme al muro sono trascorsi in un lampo, con la sua intelligenza calcistica è entrato di diritto nella storia dell’Inter.

Diego Milito, principe di Madrid: stella nerazzurra dal 2009 al 2014
Estate 2009, l’arrivo a Milano di Diego Milito non fece altro che confermare un fattore già ormai noto a tutti: l’Inter aveva la rosa più completa e più forte in tutti i reparti del campo. Furono 128 le partite giocate dal principe con la casacca nerazzurra e furono 62 le reti segnate, di cui cinque solo nella fase ad eliminazione della Champions League 2009/2010. Il suo ricordo è immortale nelle menti dei tifosi interisti tanto che, tutt’ora, a sentire pronunciare il suo nome, ritorna in mente quell’immagine in quella magica notte della finale di Madrid e, ad accompagnare quelle bellissime giocate il commento di Marianella: “Eto’o trova Milito, palla avanti, i due attaccanti principi dell’Inter, Milito, una finta, in area, segna ancora lui, il principe Diego Milito, la sigla lui questa finale, questa coppa. Il principe diventa re nella notte di Madrid”.
Mauro Icardi, settimo marcatore della storia dell’Inter: dal 2013 al 2019
Per cercare di tutelarsi l’Inter, prima dell’addio di Milito, nell’estate del 2013 investe 13 milioni di euro su un giovane attaccante argentino che, entro qualche anno, avrebbe indossato anche la fascia da capitano., il ventenne Mauro Icardi, allora di proprietà della Sampdoria. Purtroppo i successi di Icardi con addosso la maglia nerazzurra rimangono individuali, continue raffiche di gol che lo porteranno, nel 2015, ad indossare la fascia da capitano. Sfortunatamente, a causa della crisi finanziaria della società interista, non ci sarà mai la possibilità di costruirgli attorno una squadra competitiva come quella di qualche anno prima. Nonostante la brusca rottura che ha separato l’attaccante argentino, la squadra e i tifosi, i numeri non mentono. dal 2013 al 2019, con ben 219 presenze, l’ex numero 9 ha segnato 124 gol diventando così il settimo marcatore per eccellenza nella storia del club nerazzurro.
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Lautaro Martinez, uno dei pupilli di Milito: l’Inter del presente e del futuro
Il 4 luglio 2018 la società Inter ufficializza l’acquisto di Lautaro Martinez, giocatore del Racing Club, per una cifra vicina ai 25 milioni di euro. Fin da subito fa notare le sue qualità: tattica, intelligenza, forza fisica e velocità, questi sono le doti che fanno di lui un giocatore dal talento e della tecnica che all’Inter mancava da diverso tempo. In questi quattro anni Lautaro, oltre che professionalmente, è potuto crescere anche a livello di titoli conquistati, allargando il suo palmares: una Coppa Italia, una Supercoppa e uno scudetto. Da sempre sostenuto da Diego Milito, attorno a Lautaro, sta piano piano creandosi un organico sempre più competitivo e di livello, cosa che a Icardi – suo predecessore – è mancata.
Assieme a compagni come Barella, Bastoni e Lukaku, Lautaro ha potuto alzare l’asticella diventando osservato speciale di molte big europee che, però, devono fare i conti con la forte volontà del calciatore e della società di rimanere insieme ancora a lungo. Essendo ancora nel pieno della sua carriera, Lautaro può fare ancora molto per l’Inter ma, fino ad oggi ha segnato 58 gol in 135 presenze, numeri che si spera possano solo che moltiplicarsi all’infinito.