“E adesso so chi sei, e non ci soffro più, e se verrai di là, te lo dimostrerò. Tu mi rimpiangerai, bella senz’anima“. Chissà se i pensieri del centrocampista turco dell’Inter Hakan Calhanoglu, al termine della finale di Supercoppa Italiana vinta dal Biscione sui mal sopportati cugini del Milan nella notte di Riad di mercoledì 18 gennaio, sono stati simili a questi celebri versi resi immortali dal cantautore Riccardo Cocciante nel suo brano “Bella Senz’Anima“, pubblicato del lontano 1974.
Forse si o forse no, ma se analizziamo le dichiarazioni rilasciate dal centrocampista nell’immediato post-partita, col turco appena sceso dal podio della premiazione che aveva visto il capitano interista Samir Handanović sollevare al cielo saudita l’ambito trofeo di fronte ai giocatori del Milan, spettatori poco entusiasti, è chiaro come il ricordo delle parole rivoltegli dai rossoneri durante i festeggiamenti dello scudetto 2021/2022 fosse ancora vivo e doloroso nella memoria di Calhanoglu.

“Questa vittoria è molto importante per l’Inter, e per me lo è ancora di più. C’era in me voglia di rivincita, sicuramente; dopo i festeggiamenti del Milan dell’anno scorso ho preferito stare zitto, è stato troppo pesante per me vedere e sentire cose che non mi aspettavo. Ma il karma ritorna, e noi oggi avevamo fame. Devono rispettarci, e devono rispettare questo 3-0. Oggi li abbiamo mangiati, e con questo risultato li abbiamo mandati a casa velocemente“.
Parole inequivocabili, specchio fedele di un cambio di casacca fra Milan e Inter, avvenuto all’alba della stagione 2021/2022, che probabilmente Calhanoglu aveva immaginato complicato tanto per la nuova quanto per la vecchia tifoseria, ma che probabilmente nemmeno lui pensava capace di generare un tale astio nei suoi confronti da parte non solo dei supporters del Diavolo, ma anche dei suoi ex compagni. Una voglia di rivalsa partita da lontano.

Calhanoglu e l’Inter: il passaggio cambio di sponda del Naviglio
Era il luglio del 2021 quando Calhanoglu passava a parametro zero dai rossoneri del Milan ai nerazzurri dell’Inter. Un cambiamento di casacca vissuto dai milanisti come un tradimento, ma accolto con non poco scetticismo anche da parte della tifoseria della Beneamata, ancora intenta a festeggiare uno scudetto che mancava, in casa del Biscione, da ben 11 anni e poco propensa ad accogliere fra le proprie fila non solo un ex-milanista, ma anche un giocatore che coi rossoneri non aveva convinto fino in fondo.
Nelle quattro stagioni vissute da Calhanoglu con la maglia del Milan, quelle comprese fra il 2017 e il 2021, il suo rendimento era stato infatti altalenante e discontinuo, squarciato da lampi di classe propri di un calciatore dall’indiscusso talento, ma anche spesso contrassegnato da momenti di apatia e scarsa ispirazione anch’essi tipici dei giocatori estrosi, in puro stile genio e sregolatezza. D’altra parte, quello era sempre stato il suo compito in campo fino a quel momento della sua carriera: inventare calcio.

Calhanoglu era arrivato, infatti, all’Inter con le credenziali da trequartista, ma il nuovo allenatore del Biscione, Simone Inzaghi, chiamato a raccogliere la non facile eredità di un Antonio Conte andatosene dalla Benamata non senza code polemiche, aveva deciso di affidargli altri compiti: non più trequartista, e nemmeno seconda punta o esterno d’attacco, altri ruoli coperti dal turco nel corso della sua carriera, ma mezz’ala sinistra al fianco di un inamovibile Marcelo Brozović.
L’adattamento al nuovo ruolo non è stato né indolore né immediato per il centrocampista turco, apparso soprattutto agli inizia della stagione 2021/2022 abbastanza in difficoltà nel fornire continuità di rendimento in un ruolo non solo così importante, ma anche di difficile interpretazione, soprattutto per una mezz’ala nn naturale. Le cose sono però andate via via migliorando nel corso della stagione, grazie all’ evidente impegno profuso dal giocatore, che ha chiuso la stagione con 8 reti e 13 assist.

Calhanoglu e l’Inter, stagione 2022/2023: dal difficile inizio all’infortunio di Brozović
Archiviata la bruciante delusione per lo scudetto a lungo accarezzato e poi sfumato a favore dei poco amati concittadini del Milan, con tanto di coda polemica per gli sfottò e i pesanti insulti a lui dedicati nel corso dei festeggiamenti rossoneri tanto dai supporters del Diavolo quanto dai suoi ex-compagni di casacca, tutti debitamente annotati e rispediti al mittente dopo finale di Supercoppa Italiana del 18 gennaio, come abbiamo visto, Calhanoglu si è gettato nella stagione 2022/2023 con rinnovata fame.
Schierato nuovamente in posizione di mezz’ala sinistra nella prima giornata di campionato nella vittoriosa trasferta di Lecce al fianco di Brozović, con l’altro fianco del centrale interista coperto dall’inamovibile Nicolò Barella e con la linea di centrocampo completata sulla corsia di sinistra da Robin Gosens e, su quella di destra, da Matteo Darmian, Calhanoglu è sembrato ingranare col piglio giusto, dimostrando un adattamento al nuovo ruolo sempre più marcato.
La successiva giornata ha visto Calhanoglu mettere a segno al sua prima rete stagionale in occasione della partita vinta per 3-0 dalla Beneamata contro lo Spezia al Meazza di Milano il 20 agosto, ma il momento sereno, per il centrocampista turco così come per tutta l’Inter, è finito poco dopo. Strapazzata per 3-1 il 26 agosto sul terreno di una Lazio spietata, la Beneamata ha dato il via a un momento di grande alternanza di risultati e prestazioni culminato con la sconfitta per 1-2 a domicilio patita per mano della Roma il 1° ottobre.
La partita con la Roma è stata un po’, allo stato attuale, lo spartiacque della stagione 2022/2023 sia per l’Inter che per Calhanoglu: l’infortunio al flessore della coscia sinistra rimediato da Brozović nel corso del match di Nations League del 25 settembre fra Austria e Croazia ha costretto il tecnico nerazzurro Inzaghi a ripensare al nome da piazzare al centro della sua linea mediana, ripiegando dapprima su Asllani, schierato al posto del croato nelle partite contro Roma e Sassuolo, e poi proprio sul turco.

Calhanoglu e l’Inter, stagione 2022/2023: la rinascita del Biscione col turco in regia
Il debutto di Calhanoglu da play basso di centrocampo è avvenuto in occasione del match di Champions League vinto per 1-0 dall’Inter al Meazza contro il Barcellona il 4 ottobre 2022. Un esordio roboante, con tanto di gol vittoria, per quello che molti, fra i supporters nerazzurri, avevano considerano un azzardo tattico non da poco. Inzaghi però sembrava convinto: Calhanoglu era l’uomo giusto per sostituire Brozović nel ruolo di regista.
Il suo grande senso della posizione, la comprovata intelligenza tattica e le rinomate, grandi doti di palleggiatore: queste le caratteristiche che hanno convinto il tecnico nerazzurro a puntare su Calhanoglu per sopperire a una situazione che avrebbe potuto compromettere non poco il cammino stagionale dell’Inter. Dalla partita vinta dai nerazzurri contro la Salernitana per 2-0 a domicilio il 16 ottobre il turco si è preso definitivamente la maglia da play basso titolare, per non mollarla più.

Affiancato sulla sinistra, in quello che fino a poco tempo prima era stato il suo ruolo di mezz’ala, dall’armeno Mkhitaryan, Calhanoglu ha dato il via a un crescendo rossiniano di prestazioni sempre più convincenti, diventando un perno inamovibile dello scacchiere del tecnico Simone Inzaghi e contribuendo in modo sostanziale al rilancio della stagione nerazzurra, concretizzatosi in risultati importantissimi, non ultimo l’accesso dell’Inter agli ottavi di finale di Champions League ai danni del Barcellona.
Impossibile non citare, a tal riguardo, la splendide prestazione messa a referto dal turco nello spettacolare quanto fondamentale 3-3 conquistato dall’Inter contro il Barcellona al Camp Nou il 12 ottobre 2022, prestazione condita con l’assist per Lautaro Martinéz in occasione del momentaneo 1-2, oppure quella solidissima consegnata agli almanacchi in occasione della vittoria esterna per 2-3 conquistata dalla Beneamata sul difficile campo dell’Atalanta il 13 novembre.
Pochi giorni prima, nel corso del roboante 6-1 col quale l’Inter ha avuto la meglio sul Bologna di Thiago Motta, subentrato nel settembre 2022 sulla panchina degli emiliani al posto dell’esonerato e compianto Sinisa Mihajlović, Calhanoglu ha messo a segno il suo secondo gol stagionale in campionato, stavolta su rigore, mettendo in mostra una personalità e un affiatamento con i compagni di reparto Mkhitaryan e Barella sempre crescenti, sublimati poi alla ripresa del campionato dopo la sosta Mondiale.
La vittoria per 1-0 sul Napoli capolista archiviata il 4 gennaio 2023 e il trionfale 3-0 col quale l’Inter in generale e Calhanoglu in particolare si sono vendicati del Milan nella finale della Supercoppa Italiana del 18 gennaio sono state infatti le vette assolute del Biscione griffato dal turco quale regista, prima di un momento di appannamento culminato con la recente sconfitta a domicilio per mano dell’Empoli che l’Inter e Calhanoglu si augurano essere solo un incidente in un percorso, fin qui, entusiasmante.

Calhanoglu e l’Inter, stagione 2022/2023: le prospettive col rientro di Brozović
Nonostante il suo nome sia finito al centro di non pochi rumors di mercato che lo suggerivano possibile partente, sembra proprio che il futuro di Marcelo Brozović, almeno per questo finale di stagione 2022/2023, vedrà il croato vestire ancora la casacca dell’Inter. A fronte di un possibile rientro che sembra slittare più avanti ogni qualvolta si avvicina il termine ipotizzato, la questione relativa al nuovo cambio in regia fra lui e Calhanoglu è sicuramente un pensiero in più nella testa del tecnico Simone Inzaghi.
L’equilibrio trovato in mediana dalla Beneamata con lo spostamento del turco da mezz’ala a regista basso durante il periodo di forzata assenza di Brozović, nonostante il parziale raffreddamento dell’ambiente nerazzurro a seguito dell’inaspettata sconfitta rimediata a domicilio contro l’Empoli di mister Paolo Zanetti, si è rivelato un’arma preziosa nonché fondamentale per il rilancio della stagione del Biscione, e l’adagio squadra che vince non si cambia resta una regola difficile da infrangere.

A rigor di logica, ritendo fuori discussione la possibilità che il croato venga retrocesso al ruolo di riserva, la soluzione più semplice fra quelle a disposizione di Inzaghi sembrerebbe essere quella di riconsegnargli il suo posto da registra al centro della linea mediana nerazzurra, dirottando di nuovo Calhanoglu a fare la mezz’ala sinistra, ma rinunciare al turco play basso per rimetterlo in un ruolo in cui ha reso di meno potrebbe rivelarsi un azzardo passibile di ripresentare vecchi fantasmi.
Uno dei problemi maggiori dell’altalenante Inter di inizio stagione era infatti un centrocampo dal ritmo compassato e poco performante , gravato da un giro-palla spesso sterile e poco verticale, forse anche a causa di uno stato di forma mai ottimale di alcuni suoi elementi, fra cui Brozović. Riproporre il vecchio schieramento, con un croato reduce da un lungo infortunio, potrebbe riportare le medesime problematiche in mediana all’interno di una squadra assolutamente bisognosa di nuove certezze.

La prudenza potrebbe suggerire che a Brozović venga dato un po’ di tempo per ritrovare il ritmo partita, magari prendendo in considerazione la possibilità, per un periodo di tempo limitato, di una staffetta fra i due giocatori, con Calhanoglu play basso titolare e il croato pronto a subentrargli con un minutaggio via via sempre maggiore, ma questo ritarderebbe il riadattamento del turco al suo vecchio ruolo di mezz’ala, col rischio di portare nuova confusione in seno alla squadra.
Un rebus di non facile soluzione per il tecnico Simone Inzaghi, alle prese con un inaspettato problema, ironicamente, di coperta corta nonostante si sia ritrovato ad avere in squadra un regista in più rispetto a quanto preventivato sulla carta. Ogni soluzione sembrerebbe scontentare qualcuno o presentare nuove problematiche e incognite: tutte considerazioni che il tecnico nerazzurro dovrà vagliare con attenzione, al fine di trovare la quadra migliore possibile.