E ora? E ora la cessione sembra essere la sola e l’unica soluzione possibile perchè la partita di ieri, forse, ha sancito ufficiosamente la fine della storia d’amore, mai scoppiato, fra Eriksen e l’Inter. Il danese, in società, è bene specificarlo, aveva convinto tutti nell’idea assoluta, quindi sciolta da ogni tipo di valutazione, del suo acquisto. Prendere un vice-campione d’Europa ad un prezzo di saldo, “appena” 20 milioni di euro, sembrava di gran lunga l’opzione migliore.
I più ferrati e quelli con una memoria storica importante si ricorderanno che c’era già chi dava dell’incompetente a Paratici e del fenomeno a Beppe Marotta e forse, adesso, al netto degli errori fatti nel mercato, al dirigente bianconero si dovrebbero delle scuse. Si perchè non ascoltare il proprio tecnico, forse, è l’errore peggiore che un dirigente possa fare, specie se la rincorsa e gli obiettivi sono così importanti e così difficili. Eriksen, anche per colpe sue, ma non solo per colpe sue, non è riuscito a dare la scossa ad una squadra che aveva e, forse ha ancora, un disperato bisogna di accendersi una giocata. Il danese doveva essere l’uomo della fantasia ma il genio e la qualità non si possono ingabbiare nella tattica.
Ora l’Inter, per colpa di tutti, deve risolvere non di poco conto che sembra avere un’unica soluzione. Ha vinto Conte. Possiamo riassumere così la vicenda Eriksen ma il salentino era stato preso, pagato, corteggiato ed accontentato per invertire il potere e se l’Inter perde, perde anche lui. Eriksen è un corpo estraneo. I 4 minuti scarsi di ieri sera sono la testimonianza più evidente di questa condizione che complica i piani e i progetti futuri di una società che adesso deve cedere e cercare di non rimetterci economicamente.