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Nel pomeriggio del 23 settembre, la tifoseria organizzata nerazzurra ha espresso la sua ormai totale disaffezione verso Steven Zhang. “Vattene” recitavano lapidari gli striscioni indirizzati al presidente dell’Inter. Si tratta indubbiamente del punto più basso nella storia dei suoi rapporti con dei tifosi che lo avevano accolto con un certo scetticismo. Sono ormai quattro anni, infatti, che Steven ricopre la massima carica della Beneamata, dopo essere succeduto al padre, dal 2016 proprietario del club. Eppure, la sua storia al timone dell’Inter ha vissuto anche momenti di successo e apparente grande apprezzamento da parte della tifoseria.
Il ritorno alla vittoria

Il suo primo anno da presidente si concluse con il tanto atteso ritorno in Champions League. Il quarto posto ottenuto all’ultima giornata non bastò però a garantire la permanenza Luciano Spalletti. Affidatosi all’esperienza di Beppe Marotta, a fine maggio del 2019, Steven Zhang annunciava come nuovo allenatore Antonio Conte. L’intenzione dichiarata era tornare a vincere, e per farlo Suning stanziò somme notevoli, forte anche di una serie di sponsor cinesi in qualche modo collegati alla complessa galassia economico-politica degli Zhang. Con Conte alla guida, l’Inter di Steven Zhang riuscì a conquistare il primo trofeo dopo dieci anni. Dopo aver sfiorato l’Europa League nel 2020, arrivò lo scudetto nel 2021. Zhang succedeva così a Moratti nell’albo d’oro dei presidenti interisti scudettati.
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Il Covid e la crisi economica
Nel frattempo, tuttavia, dal punto di vista economico la situazione si deteriorava molto rapidamente. La pandemia di Covid-19 ha costituito per la proprietà un punto di non ritorno. Da un lato, i due anni di restrizioni hanno causato un crollo dei ricavi, problema questo comune a tutte le società. L’Inter ha però dovuto fare i conti anche con il diktat arrivato da Pechino di interrompere qualsiasi immissione di capitali dalla Cina verso società estere. Sono contestualmente spariti anche tutti gli sponsor asiatici, lasciando l’Inter letteralmente sommersa dai debiti. Per i tifosi, si trattò di una doccia fredda, che quasi non diede loro il tempo di festeggiare la vittoria in campionato.
Un periodo di transizione

Steven Zhang è riuscito ad evitare il fallimento immediato tramite prima l’emissione di bond, e poi grazie ad un prestito. Alla fine del campionato 2021, mentre si consumava il burrascoso divorzio con Conte, deluso dall’improvviso cambio di atteggiamento della presidenza, arrivava Oaktree, fondo di investimento americano. Oaktree ha garantito all’Inter un prestito di ben 336 milioni di dollari, rimborsabile entro il giugno 2024. Gli interessi sembrerebbero essere molto alti, anche se su questo punto non vi è una certezza assoluta.ciò che è sicuro, e che Zhang a dovuto dare impegno, come garanzia per il prestito stesso, le quote di controllo dell’Inter detenute da Suning. Questa manovra ha permesso al club di sopravvivere, ma lo obbliga a navigare a vista.
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Il limbo in cui si aggira l’Inter
Zhang si ritrova in un certo senso in un limbo: è proprietario, ma non ha apparentemente modo di riscattare la squadra data in pegno. Come riportato da Milano Finanza, il presidente dell’Inter è stato condannato a Hong Kong al pagamento di oltre 250 milioni di dollari a copertura di altri debiti contratti nell’ambito di operazioni societarie non collegate alla squadra italiana. Ma questo dimostra come il Gruppo Suning si trovi in enorme difficoltà. La dirigenza nerazzurra deve quindi gestire la squadra tramite autofinanziamento. Il che significa che Marotta può acquistare giocatori solo dopo averne venduti per cifre molto superiori. Ad esempio, l’AD nerazzurro ha da tempo pubblicamente dichiarato che dovrà chiudere il bilancio 2022-23 con cessioni tali da realizzare un attivo sul mercato di almeno 60 milioni di euro. In pratica, tutti sanno che, a gennaio o a giugno uno o più grandi nomi della squadra saranno venduti per non essere sostituiti. Da qui l’ira degli ultrà.
Il futuro incerto della Beneamata

Per quanto riguarda il prossimo futuro, esiste una sola certezza: la scadenza dell’estate 2024. Se la famiglia Zhang non riuscirà a restituire ad Oaktree il prestito e gli interessi maturati, il fondo di investimento subentrerà come proprietario dell’Inter. Si tratterebbe di una dinamica speculare a quella che ha coinvolto il Milan in questi anni, con la differenza che Oaktree si è già detta non interessata a gestire una squadra di calcio. Sembra quindi probabile che si limiterebbe a traghettarla verso una nuova vendita. Un’alternativa potrebbe essere quella che a vendere sia direttamente Zhang, entro il prossimo anno, come sperano i tifosi organizzati. Tuttavia, non pare una soluzione al momento così probabile. È notizia di questi giorni, che il presidente nerazzurro starebbe cercando negli Stati Uniti un socio di minoranza, che gli consenta di allentare la pressione debitoria nel breve periodo. Potrebbe vendere, ma, come riportato da Tuttosport, soltanto di fronte a un’offerta ritenuta congrua.
Si tratterebbe di una cifra che permetta a Suning perlomeno di rientrare dei grandi investimenti effettivamente fatti negli anni precedenti: almeno 1,2 miliardi di euro. Anche questa opzione non sembrerebbe di facile realizzazione. Assai probabile parrebbe quindi che Steven Zhang stia cercando di barcamenarsi per tenere in piedi l’Inter. Almeno fino alla definitiva approvazione della costruzione del nuovo stadio di proprietà, come confermato da Milano Finanza. Si tratterebbe infatti di un asset fondamentale per aumentare il valore della società e strappare un buon prezzo di vendita. Nessuna rivoluzione all’orizzonte, quindi, con il giovane Zhang che si appresta a vivere il suo quarto compleanno alla guida dell’Inter sotto tono. Ma senza dimenticare che è con lui che sono arrivati gli unici trofei nerazzurri dell’ultimo decennio, raddoppiati l’anno scorso con Coppa Italia e Supercoppa.