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Spesso giocatori e allenatori prendono i meriti, o i demeriti, per successi e fallimenti di una squadra, offuscando l’operato della dirigenza. Giuseppe Marotta è la prova vivente che alla base del conseguimento di obiettivi sportivi c’è un’attenta ed oculata pianificazione dietro la scrivania. L’attuale amministratore delegato dell’Inter, nel corso della sua carriera, ha operato in diverse società ed è riuscito a garantire sempre risultati di altissimo livello. Nella maggior parte dei casi, il mandato di Marotta è coinciso con i migliori momenti dei club degli ultimi anni, a testimonianza di quanto incida la sua attività sui risultati sportivi.

Nel 2018 vince il prestigioso premio come miglior dirigente d’Europa agli WFS Industry Awards. All’epoca direttore generale della Juventus, ha preceduto tra gli altri Ferran Soriano e José Angel Sanchez, manager rispettivamente di Manchester City e Real Madrid. Tre anni dopo, nell’estate del 2021, Marotta riceve il Leone d’Oro per meriti professionali a Venezia, città che affiora al lombardo splendidi ricordi come la promozione in Serie A nella stagione 1997/98. In questa occasione, l’ad nerazzurro ha precisato come il suo incarico non sia esclusivamente tecnico ed economico. “Il mio compito – ha sottolineato – non è solo quello di gestire i campioni, nel mio operato c’è sempre una missione educativa e sociale. Sempre più ragazzi e ragazze si avvicinano al calcio, che diventa un’occasione formativa importante”.
Gli inizi della carriera
Il percorso di Giuseppe Marotta, detto Beppe, è iniziato molto tempo fa, ma anche agli albori della sua carriera non sono mancate le soddisfazioni. Nel 1987 entra a far parte dei quadri societari del Monza, dove rimane per tre anni: qui nell’estate 1989 tratta, tra le altre, la cessione di Pierluigi Casiraghi alla Juventus. Successivamente, diviene direttore generale del Como e poi del Ravenna, prima di approdare al Venezia, dove resta cinque anni. Il momento più alto di questo lustro coincide con la promozione in Serie A ottenuta nella stagione 1997/98: la miglior categoria italiana mancava ai lagunari da ben 31 anni. Dal 2000 al 2002, Marotta ricopre il ruolo di direttore generale dell’Atalanta. In entrambe le stagioni i bergamaschi superano l’allora primato societario di punti conquistati nei campionati di massima serie.

È durante l’esperienza alla Sampdoria che Marotta emerge nel panorama calcistico italiano: il 6 maggio 2002, infatti, inizia la sua carica come direttore generale dei blucerchiati. La stagione 2002/03 sancisce il ritorno in Serie A, ancora con Novellino che fu già suo allenatore a Venezia. Nell’estate del 2007, il dirigente italiano conclude la trattativa con il Real Madrid che porta a Genova Antonio Cassano, autore di un’annata straordinaria che gli vale il ritorno in Nazionale. Un’altra fantastica intuizione di calciomercato è stata sicuramente quella di Giampaolo Pazzini, prelevato dalla Fiorentina dopo anni altalenanti. Il Pazzo e Fantantonio regalano spettacolo a Marassi nel 2009/2010, portando la Sampdoria ad una storica qualificazione ai preliminari di Champions League. Al termine della stagione, Beppe Marotta rassegna le sue dimissioni dal club ligure.
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La parentesi Juventus
Nel 2010 Beppe Marotta compie il definitivo salto di qualità. Il primo giugno, infatti, approda alla Juventus come direttore generale, prima di entrare nel consiglio di amministrazione del club ed essere nominato amministratore delegato. Tra i suoi primi acquisti spicca sicuramente Andrea Barzagli: acquistato dal Wolfsburg per soli 300mila euro, è stato un punto fisso della difesa bianconera per il decennio successivo. Nella stagione 2011/12, Marotta e Antonio Conte sono i principali artefici della vittoria dello Scudetto, titolo che mancava a Torino da ben nove anni. Complici nuovi innesti del calibro di Andrea Pirlo, arrivato a parametro zero dal Milan, e Arturo Vidal, la Juventus termina il campionato da imbattuta. Nell’annata successiva brilla, tra gli altri, l’acquisto di un giovane Paul Pogba, cui segue nel 2013 l’ingaggio di Carlos Tévez.

La Juventus, sotto il mandato Marotta, si aggiudica il campionato italiano per sette stagioni consecutive, siglando il record di punti, 102, nella stagione 2013/14. Inoltre, il club di Andrea Agnelli partecipa due volte alla finale di Champions League, nel 2015 e nel 2017, perdendo però in entrambe le circostanze contro Barcellona e Real Madrid. Nel 2016, Giuseppe Marotta completa quello che lui stesso definisce l’affare migliore della sua carriera. Nel calciomercato estivo cede Paul Pogba al Manchester United per 105 milioni di euro, dopo averlo acquistato dai Red Devils stessi a costo zero quattro anni prima. Il dirigente italiano decide di investire i soldi ricavati dal trasferimento del centrocampista per l’acquisizione di Gonzalo Higuaìn dal Napoli. Il percorso di Marotta con la Juventus termina nell’autunno del 2018, forse a causa di divergenze che si sono venute a creare con l’acquisto di Cristiano Ronaldo.
Il passaggio all’Inter
A distanza di qualche mese dalla separazione con la Juventus, Giuseppe Marotta assume l’incarico di amministratore delegato dell’Inter per l’area sportiva. A Milano il dirigente si ricongiunge con Antonio Conte e, sotto sua indicazione, nell’estate del 2019 acquista dal Manchester United Romelu Lukaku. Un affare da 74 milioni che fa diventare l’attaccante belga il giocatore più pagato dal club nerazzurro. Dopo un decennio di appannamento senza alcun trofeo, la società milanese torna finalmente competitiva ad alti livelli. Il tandem Marotta–Conte porta l’Inter in finale di Europa League nel 2020, persa contro il Siviglia, e alla conquista dello Scudetto l’anno successivo. Nell’estate del 2021 perfeziona il trasferimento di Lukaku al Chelsea per 115 milioni di euro, facendo segnare la cessione più remunerativa di sempre per un club italiano superando il record di Pogba.
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Nella sua esperienza interista, Giuseppe Marotta ha dovuto affrontare una crisi del movimento calcistico italiano che non era lontanamente immaginabile. La pandemia derivata dalla diffusione del Covid-19 è stata molto dannosa per numerose società, tra le quali figurano anche i nerazzurri. I conti del club sono profondamente negativi, nonostante siano in leggera ripresa anche grazie alla riapertura degli stadi e ai nuovi sponsor. Il cda di Fc Internazionale ha approvato la trimestrale al 31 marzo 2022. I ricavi sono cresciuti del 20%, anche per via delle cessioni di Hakimi e Lukaku della scorsa stagione. Si prevede una chiusura del bilancio a -120 milioni, in netto miglioramento rispetto al -246 dell’anno passato. A causa di queste condizioni, è evidente la necessità di ridurre il monte ingaggi e chiudere il mercato in attivo. Beppe Marotta ha intenzione di ripetersi anche quest’anno ed è pronto a regalare ai tifosi interisti una rosa competitiva.