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Ci sono storie d’amore speciali che spesso vengono espresse su un campo, con al piede un pallone e dentro al cuore tanta passione. Quel sentimento che Federico Dimarco non è mai riuscito a nascondere, anche quando la vita lo ha portato lontano dall’Inter. La sua amata gloriosa Inter. Una favola a tinte nerazzurre che stupisce visto quanto, ad oggi, il calcio sia spesso associato a questioni puramente economiche. Motivi che nulla hanno che fare con il reale attaccamento ad una squadra, ad un’intera città.
“Non ci sono più i presidenti di una volta, gli allenatori di una volta e i giocatori di una volta”, quante volte si è sentita pronunciare questa frase? Tante. In un mondo del pallone sempre più industrializzato, però c’è anche chi mette ancora davanti a tutto la passione e l’amore per la sua squadra del cuore. Dimarco è uno di questi. Perché chi nasce con il dna nerazzurro, non può non essere fedele alla magica, storica Inter. E Federico, questo, lo sa. Come lo sa bene, d’altronde, la sua Milano nerazzurra.
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Inter, c’era una volta Dimarco: un bambino pieno di sogni
C’era una volta Federico Dimarco, Dima o Whisky per gli amici di sempre. Un ragazzino grande amante del calcio, ma con i piedi ben saldi a terra. Dopo la scuola, il bambino di Porta Romana, da una mano a papà Gianni nel lavoro ortofrutticolo di famiglia, poi corre al campetto adiacente al negozio, per dar sfogo alla sua viscerale passione: il calcio. Il suo sogno è quello un giorno di emulare i beniamini della sua squadra del cuore: l’Inter, il club che porta dentro al suo petto fin dalla nascita.
Dall’ortofrutta di famiglia al campo sportivo del Calvairate, prima squadra in cui inizia a dare i primi calci al pallone, il passo è breve. Sono tre i km che separano il negozio dalla sede della storica società milanese, chilometri che diventano nel tempo fondamentali nel percorso calcistico di Dimarco. Infatti, la crescita calcistica dell’allora attaccante mancino è troppo evidente, affinché gli osservatori di altri settori giovanili non se ne accorgano.
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Tra questi c’è Giuliano Rusca che, assillato dal collaboratore Dall’Acqua, decide di dare un’opportunità a quel ragazzino forse ancora troppo basso, ma ricco di talento. Una vera e proprio occasione gli si presenta davanti, ad appena otto anni: una possibilità chiamata Inter. Di li a poco, il bambino di Porta Romana diventerà un adolescente, con un percorso, quello nella Primavera nerazzurra, da predestinato. Trasformato da esterno sinistro, Dimarco diventa il capitano di una squadra pluridecorata.
Percorso che gli consente l’esordio nel calcio che conta datato 11 dicembre 2014, all’età di 17 anni. Dimarco entra in campo, sostituendo D’Ambrosio, nel secondo tempo della partita di Europa League pareggiata dall’Inter 0-0 in casa del Qarabag. Una gara indimenticabile per l’esterno. Un piccolo puzzle di un sogno che si realizza e che si ripresenta, qualche mese più tardi, quando mister Mancini decide di inserirlo al posto di Palacio, durante il match vinto 4-3 contro l’Empoli. La sua prima gara in Serie A.

Inter, Dimarco e gli anni lontani dall’Inter
La stagione seguente, 2015-2016, Dimarco viene inserito nella rosa della prima squadra dell’Inter. Un organico composto da nomi importanti, tra cui Jovetic e Icardi, che di conseguenza non consentono al giovane Whisky di poter iniziare il suo percorso in nerazzurro, nel calcio che conta. La scelta di salutare la sua squadra del cuore nel gennaio dello stesso anno viene maturata sia dall’entourage del calciatore, sia dalla stessa dirigenza.
Dimarco è un giovane di prospettiva e l’Inter vuole donargli la giusta continuità per crescere, quella che non avrebbe sicuramente trovato a Milano. Un ragionamento più che giusto, che ha dato l’opportunità a Federico di farsi conoscere, maturare e mostrare il suo valore. Certo, non una scelta semplice. Lasciare la squadra del cuore è sempre un evento destabilizzante, ma sarà proprio questa lontananza che porterà l’esterno difensivo a dare il massimo. Il meglio per ritornare dalla sua Beneamata.
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Inter-Dimarco, parte I: da Ascoli a Parma, fino al ritorno
Quando Dimarco, nel gennaio 2016, saluta Mancini e compagni, va via lasciando un pezzo di cuore. Ma si allontana anche con una grande consapevolezza: ritornare il prima possibile a vestire la maglia nerazzurra. Quel futuro prossimo si è tramutato in un periodo più lungo, che comunque ha dato la possibilità a Whisky di superare l’insicurezza e l’inconsapevolezza tipica dell’età. E anche di capire quanto quel percorso un giorno avrebbe rappresentato un tassello fondamentale con un’unica tabella di marcia: direzione Inter.
Da Ascoli a Parma fino al ritorno. Ebbene sì, nei lunghi anni lontani dalla sua Beneamata, Dimarco ha vagato verso mete che gli hanno concesso di diventare il calciatore, il difensore simbolo dell’Inter. È proprio con il club marchigiano che Federico inizia il suo percorso. Sono in tutto 15 le presenze collezionate e 4 gli assist confezionati in un campionato, quello cadetto, che ben differisce da quella Serie A. Torneo che fino a quel momento aveva soprattutto ammirato dalla panchina.
Una realtà totalmente diversa, che non si preannuncia affatto semplice. Nella stagione 2016-2017, Dimarco viene girato in prestito all’Empoli. Utilizzato come alternativa di Pasqual, colleziona 12 presenze in un campionato che emette il verdetto peggiore: la retrocessione in Serie B. Pochi mesi più tardi, il difensore nerazzurro sceglie il Sion. È l’estate del 2017 e l’allora diciannovenne si trasferisce in Svizzera, firmando un accordo quadriennale.

Anche in questo caso la nuova esperienza non va nel verso giusto. Infatti, nella partita d’esordio Dimarco si infortuna, riportando la rottura del quinto metatarso del piede. Frenato dall’incidente, l’unica stagione disputata con il club elvetico è caratterizzata dalla sua scarsa presenza in campo: solo 9 gare. Nel luglio 2018 viene riacquistato dall’Inter, che decide di prestarlo al Parma, club neopromosso in Serie A. Federico non riesce a fare a meno della sua Beneamata e la sua Benamata non vuol rinunciare al figlio prodigo.
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Forse anche per questo Whisky inizia a dar il meglio di se. L’attestato di stima del presidente Thohir da nuova linfa al difensore, che inizia a collezionare minuti e soddisfazione. Il 15 settembre, alla quarta giornata di campionato, realizza il suo primo gol in Serie A, che permette al Parma di vincere 1-0 al Meazza, fatalità proprio contro la sua amata Inter. Un gol sentito. La sua prima rete nel calcio che conta. Una soddisfazione a metà.
Qualche giornata dopo accade l’impensabile. Un infortunio agli adduttori, non di poco conto, tiene Dimarco a lungo fuori dal terreno di gioco. Nel momento migliore, l’ennesimo stop. Una defezione che lo tiene fermo per tutto il girone d’andata. Nell’estate del 2019 fa nuovamente ritorno all’Inter, stavolta però in pianta stabile. Agli ordini di mister Conte, arriva anche il secondo debutto in prima squadra: è il 23 novembre, entra e sostituisce D’Ambrosio all’83’ di Torino-Inter, gara terminata 0-3 a favore dei nerazzurri.
Successivamente subentra a Biraghi durante la gara vinta contro il Genoa 4-0. Gioca invece la sua prima partita da titolare in Inter-Cagliari, gara valida per gli ottavi di Coppa Italia, terminata con la vittoria della Beneamata per 4-1. Proprio contro i sardi, Dimarco disputa la sua ultima gara con il club nerazzurro, che decide di girarlo nuovamente in prestito, con diritto di riscatto, al Verona.

Inter-Dimarco, parte II: dal Verona alla tanto Beneamata
La storia d’amore tra Dimarco e l’Inter è una storia d’amore intricata, fatta di addii e ritorni. Il presidente Zhang, alla fine della stagione, decide di girarlo in prestito, con diritto di riscatto, indice del fatto che il rapporto non è affatto arrivato alle pagine conclusive. Il Verona diventa la nuova squadra di Federico e la Serie A ancora il palcoscenico che potrebbe finalmente lanciare la sua carriera. Debutta, nei minuti finali, l’8 febbraio contro la Juventus, in una gara vinta 2-1. Con gli Scaligeri colleziona in tutto 13 presenze.
All’inizio della stagione seguente, 2020-2021, il prestito viene riconfermato ma stavolta le regole cambiano. Complici alcuni problemi fisici accorsi al titolare designato Lazovic, Dimarco trova maggior spazio. Il 6 gennaio sigla il suo primo gol in maglia gialloblù, rete fondamentale che permette di raggiungere il pareggio, 1-1, contro il Torino. Centro che viene replicato quattro giorni dopo con il Crotone, superato per 2-1 e nel prestigioso match disputato con il Napoli, terminato 3-1.
Un passo in più, ad una carriera fortemente in discesa. A Verona, in un anno e mezzo, Dimarco mette insieme 50 presenze e 5 gol tra campionato e Coppa Italia, tutti segnati nella seconda stagione disputata con gli Scaligeri. Il resto è storia. Il ritorno alla tanto Beneamata, nel luglio del 2021, è un sogno realizzato. Agli ordini dell’attuale mister dell’Inter Simone Inzaghi, Federico fa il suo terzo debutto con la maglia nerazzurra nella prima gara vinta 4-0 contro il Genoa.

Ma una delle date più importanti sarà proprio il 12 settembre 2021, un giorno speciale. Una giornata in cui Dimarco realizza il suo primo gol con la gloriosa maglia dell’Inter. Una rete trasformata grazie ad una punizione trasformata in rete dal medesimo, nella gara esterna contro la Sampdoria, terminata 2-2. Il 27 ottobre l’esterno difensivo realizza il secondo centro, questa volta nella vittoria esterna contro l’Empoli. Il 12 gennaio 2022 vince il suo primo trofeo con la Beneamata: la Supercoppa italiana, battendo 2-1 la Juventus.
L’11 maggio, dello stesso anno, conquista anche la Coppa Italia sempre superando la compagine bianconera. Una stagione positiva, in preparazione di un’annata indimenticabile. Quella che oggi sta vivendo. Dopo una stagione giocata come riserva di Perisic, a seguito dell’addio di quest’ultimo, si alterna con Gosens per poi conquistare il posto da titolare sulla fascia sinistra. Il 9 novembre segna la sua prima doppietta in Serie A contro il Bologna.
Il 18 gennaio 2023 arriva il gol più importante, messo a segno nella finale di Supercoppa italiana vinta contro il Milan 3-0. Reti, corsa e cuore. Un mix che per Dimarco è oramai diventato un marchio di fabbrica, in un’annata che rappresenta l’inizio dell’avventura nel calcio che conta. Il calcio della sua amata Inter. In un mondo del pallone che il ragazzo di Porta Romana ha sempre desiderato: quello nerazzurro, il colore del suo cuore.

Inter, la parabola Dimarco: figlio della Milano nerazzurra
18 gennaio 2023. Una data assai speciale per tutti i tifosi interisti. L’Inter vince la Supercoppa italiana contro il Milan per 3-0. Ma a far sorridere tutti i supporters è stato anche un episodio curioso. I canti, sotto la curva, attraverso il megafono di chi la Beneamata l’ha sempre custodita nel cuore: Dimarco, il figlio della Milano nerazzurra. La parabola in ascesa di un terzino che ha sempre amato solo due colori. Quelli che ora porta sulla maglia e sul petto.
Tenacia, perseveranza, sacrifico, amore, passione. Un mix di ingredienti difficili da trovare. Non è semplice infatti, al giorno d’oggi, riuscire a crescere un’atleta con dei valori talmente forti verso la squadra che non solo ha sempre creduto in lui, ma che soprattutto ha sempre amato. Il rapporto tra l’Inter e Dimarco è un legame d’altri tempi, quelli di un calcio dedito alla fedeltà, all’attesa, alla perseveranza. Un mondo del pallone che, a tratti, rappresenta tutt’altro.
E la favola tra Dimarco e l’Inter rappresenta tutto questo. Un sogno di un piccolo bambino, diventato grande, che forgiato dalle esperienze altrove ha poi riabbracciato il suo vero unico amore. Ma anche la storia di una gloriosa società che ha cullato, cresciuto e coccolato un talento, sempre più prossimo, a sbocciare definitivamente. Una scommessa vinta, una di quelle scelte che riempiono il cuore. Perché se è pur vero che di talenti ne è pieno il mondo, nulla è paragonabile ad avere in squadra un giocatore interista.

Un calciatore di grande prospettiva che oltre alle doti tecniche e fisiche regala qualcos’altro: il cuore. Quello che spesso è mancato ad alcuni calciatori, o meglio campioni, che non sono riusciti a diventare determinanti per il club in cui hanno militato. “L’inter agli interisti”, dice una citazione famosa. Una frase retorica, certo, ma che con Dimarco, come nelle migliori storie d’amore, è diventata realtà.