Inter, la stagione da tuttofare di Brozovic: il faro della manovra nerazzurra

Un'analisi dell'ultima stagione nell'Inter di Marcelo Brozovic: da insoddisfatto a consapevole è diventato il faro delle tattiche di mister Inzaghi

Francesca Rofrano
13 Minuti di lettura

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Più di 4000 minuti in campo, 47 match giocati tutti da titolare, 11,737 km di media macinati ed un premio come MVP in serie A, ladies and gentlement: l’inarrestabile Marcelo Brozovic. Si dice non abbia bisogno di presentazioni perché conosciutissimo ed apprezzato in tutta Europa, ma per i tifosi nerazzurri e non solo per loro, gli elogi per il calciatore croato non sarebbero mai abbastanza. Durante la stagione appena archiviata infatti, EpicBrozo è diventato l’incubo di chiunque affrontasse la squadra allenata da Simone Inzaghi, rendendosi ancora una volta beniamino di tutti gli interisti.

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Nato a Zagabria nel 1992, fisico esile ed un atteggiamento a primo impatto passivo, Marcelo Brozovic si è conquistato con il passare delle stagioni il ruolo di centrocampista insostituibile nella squadra meneghina. Come? Esprimendo il suo genio in tutto ciò che fa. Leader non solo tecnico, instancabile, brillante. Dotato di una velocità di pensiero più unica che rara e soprattutto di grande spirito di sacrificio; insomma, come è stato definito da Franco Vanni de La Repubblica è “un uomo da calcio vero, non da fantacalcio”.

L'arrivo di Brozovic all'Inter
L’arrivo di Brozovic all’Inter

Da Incognita tattica ad indispensabile

Approdato all’Inter nel lontano 2015 nella sessione di calciomercato che lo ha visto allontanarsi dalla Dinamo Zagabria, Brozovic si è ritrovato in un ambiente non troppo tranquillo. Venduto dalla sua ex squadra come “centrocampista”, il numero 77 si è rivelato essere una vera e propria incognita per gli allenatori susseguitisi sulla panchina interista nel corso delle stagioni. Prima Mancini e poi de Boer non sono riusciti infatti a trovare la giusta posizione in campo per Brozovic al fine di sfruttare al meglio tutte le sue magnifiche qualità. Utilizzato dapprima come trequartista, il croato ha peccato di dinamismo nei tempi di inserimento. Da mezzala, complice probabilmente anche la sua conformazione fisica, non è riuscito ad ottenere risultati soddisfacenti in fase di pressing offensivo. Certo è che l’atteggiamento del ragazzo, apparso spesso scocciato, non ha per nulla aiutato le dinamiche interne di una squadra sul punto di crollare.

La maturazione del classe ’92 è arrivata poi proprio in concomitanza con una sorta di rinascita dell’Inter. Il cambio di presidenza ed un ulteriore cambio di allenatore, stavolta riconfermato per due stagioni, ha dato una scossa ad un ormai insoddisfatto Brozovic. Il tecnico Luciano Spalletti che ha creduto in lui più degli altri gli consegna le chiavi della regia nerazzurra piazzandolo lì, proprio davanti la difesa. Il resto è storia. Mister Antonio Conte e poi Simone Inzaghi, hanno approfittato dell’eredità lasciata dall’ex Roma cucendo l’abito su misura per quel giocatore che da lì a poco sarebbe diventato il fulcro della squadra nerazzurra contro ogni aspettativa.

Marcelo Brozovic (Inter)
Marcelo Brozovic (Inter)

Brozovic, il leader che non ti aspetti

Per analizzare la stagione che si è appena conclusa, non è necessario soffermarsi sui meri risultati che hanno portato l’Inter a posizionarsi seconda in campionato alle spalle del Milan. La serie consecutiva di risultati positivi della squadra di Simone Inzaghi nella prima parte di campionato, è dovuta anche all’idee del tecnico piacentino che ha sostituito egregiamente Antonio Conte, colui che ha riportato la Beneamata a “riveder le stelle“. Se il mister è quello che ha deciso l’assetto tattico fuori dal campo, è proprio Brozovic quello che ha diretto l’orchestra in tutte le partite di Serie A ed anche nelle coppe. Determinato e carismatico, maturato e consapevole della sua importanza all’interno del gioco, ha sfruttato il suo genio rendendosi imprevedibile.

Basta pensare alla finale di Supercoppa italiana contro la Juventus. Durante il match, la squadra di Massimiliano Allegri mai stata più lucida durante questa stagione, è dovuta soccombere alla perspicacia di Marcelo Brozovic che ha impostato una gara volta alla difesa dei suoi compagni di retroguardia. Il suo gioco in fase di non possesso è stato fondamentale per “annientare” i suoi avversari. Il tecnico bianconero si è ritrovato dunque a dover sacrificare letteralmente Kulusevski. Il classe 2000 in quell’occasione infatti, è stato schierato come trequartista non al fine di inserirsi nella manovra offensiva ma piuttosto come scudo per arginare il croato. Nonostante ciò le statistiche sono sempre state pro Brozovic: 137 palloni giocati, una precisione nei passaggi del 93% e ben 12 recuperi.

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La finale, che ha visto l’Inter vittoriosa ed Alexis Sanchez premiato come Man of the Match, è stata l’immagine perfetta di come Brozovic abbia acquisito il ruolo di leader silenzioso di cui la Beneamata aveva bisogno, nonostante il suo nome non sia comparso sul tabellone.

Inzaghi e Brozovic all'Inter
Inzaghi e Brozovic all’Inter

Quel sogno che era la Champions

Se risplende anche in Champions League allora è sicuramente una stella. Per ben 3 volte su 6 partite del girone (contro Real Madrid e nelle due contro lo Sheriff) Marcelo Brozovic si è meritato il premio come Man of the Match a suon di possessi guadagnati e passaggi riusciti. Soprattutto negli scontri contro la formazione moldava, l’ex Dinamo è riuscito ad esprimere tutta la sua tecnica. Visto il pressing decisamente meno asfissiante di quello ricevuto solitamente in Serie A, Brozo è salito in cattedra dettando ritmi e linee di gioco e rendendo più semplice il lavoro dei suoi compagni di reparto. Nella partita tenutasi a Tiraspol finita 1-3 per gli ospiti, EpicBrozo si è tolto anche lo sfizio di segnare la sua prima rete dopo 27 presenze nella massima competizione europea. Delizioso il suo destro imparabile dal limite dell’area avversaria.

Il match contro il Liverpool invece, ha lasciato un po’ tutti con l’amaro in bocca. L’Inter infatti, pronta a stravolgere ogni pronostico per volare ai quarti di finale di Champions League porta avanti una partita di gran carattere. Gli uomini di Inzaghi hanno lottato fino all’ultimo per poter espugnare l’Anfield e tornare a Milano scortati dai 2500 tifosi arrivati in terra inglese. Se al 62’ Lautaro Martinez è riuscito a cancellare il brutto ricordo di quel 0-2 ottenuto a San Siro, al 74’ l’Inter ha cominciato a vacillare. Complice l’uscita per infortunio di Brozovic e l’espulsione di Sanchez, la squadra perde di lucidità e viene schiacciata da un instancabile Liverpool. Il croato che fino al momento della sua sostituzione è stato capace di amministrare a meraviglia il centrocampo dando una grande mano in fase di interdizione, ha visto crollare la compagine nerazzurra costretta ad abbandonare il sogno della Champions.

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Marcelo Brozovic (Inter) @Image Sport
Marcelo Brozovic (Inter) @Image Sport

Nessuno come lui

L’Inter è diventata sempre più Brozo-centrica nel corso della stagione 21/22 – e si è visto nelle partite in cui il croato è stato out o per squalifica o per un affaticamento al polpaccio. Se in quelle occasioni la rosa di Inzaghi si è trovata in difficolta è anche colpa della mancanza di sostituti che abbiano le sue stesse qualità. I colleghi di reparto del coccodrillo come affermato anche da mister Inzaghi, sono mezzali che non hanno lo stesso senso della posizione di Brozo: “Quando è mancato ho utilizzato calciatori che non hanno le sue stesse caratteristiche, troveremo il vice Brozovic in questa sessione di calciomercato.”

Gagliardini, più fisico e più predisposto a ricercare la profondità mostra la sua insicurezza quando si tratta di giocare la palla con Skriniar, Bastoni e de Vrij. Nicolò Barella e Calhanouglu che si sono guadagnati anche loro il posto da titolarissimi, sono mezzali che trovano la giusta collocazione nel 5-3-2 di mister Inzaghi in fase offensiva per raddoppiare sulle fasce e bruciare gli avversari in velocità. Ma anche questa volta i ragazzi peccano di quell’imprevedibilità e precisione adatte per smistare i palloni davanti la difesa. L’unico calciatore della rosa interista che avrebbe potuto sostituire Brozovic, in termine di compiti svolti, è Stefano Sensi. Il calciatore marchigiano però è stato ceduto in prestito alla Sampdoria nel mercato di riparazione a gennaio.

Marcelo Brozovic, Spezia-Inter
Marcelo Brozovic, Spezia-Inter

Insostituibile, geniale… ma ha anche dei difetti

Nessuno è perfetto e neanche Brozovic lo è. Se le statistiche portano parte al nazionale croato quando si tratta di costruzione di gioco, precisione e dribbling, è pur vero che le stesse mostrano altri dati da tenere in considerazione. Nella Serie A 2021/2022 con l’Inter infatti Brozovic ha collezionato ben 9 cartellini gialli, rendimento molto simile a quello della stagione precedente. Se per alcuni di questi si può trovare una minima giustificazione nei compiti che gli sono stati affidati dal tecnico nerazzurro, altri sono arrivati per mancanza di autocontrollo. La sua indole per così dire “esplosiva”, lo ha portato a prendere ammonizioni per futili proteste ai danni dell’arbitro. Da ricordare l’ammonizione ottenuta nel corso del match di Serie A Napoli-Inter. Le accese proteste contro Doveri hanno obbligato il direttore di gara ad estrarre il cartellino giallo guadagnandosi così una giornata di squalifica in un momento fatidico per l’intero ambiente interista.

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E se proprio si vuol essere puntigliosi c’è un altro piccolo aspetto su cui soffermarsi e su cui mister Simone Inzaghi potrebbe spronarlo a migliorare. Brozo, sebbene sia dotato di un buon tiro sembrerebbe non avere molto feeling con la porta. Infatti, i dati in fase realizzativa non sono così tanto positivi. Il suo ruolo non è certamente quello del bomber, ma lui sotto porta fatica proprio ad arrivarci. A conti fatti i tiri in porta non sono stati molti ma le due sole reti segnate lo porterebbero direttamente al centotrentesimo posto nella classifica dei marcatori in Serie A.

Brozovic rinnova con l'inter
Brozovic rinnova con l’inter

Il suo futuro è all’Inter: Marotta blinda Brozovic

Ma se questo non è amore dimmelo tu cos’è” recita la celebrissima canzone di Toto Cotugno. Sebbene non si sia mai reso protagonista di dimostrazioni d’amore plateali verso la Beneamata, molto spesso incoerenti, il gioiello interista ha dimostrato a fatti quanto stia bene in quel di Milano. Il 23 Marzo 2022 infatti, Brozovic firma il rinnovo contrattuale fino al 2026 con la sua Inter. Beppe Marotta, amministratore delegato, ha voluto mettere subito a tacere quelle voci di corridoio che vedevano il coccodrillo già a Madrid. Sospiri di sollievo hanno fatto eco a San Siro quando i tifosi sono venuti a conoscenza della promessa di matrimonio rinnovata. Quegl’ultimi tifosi romantici che sperano ancora di vedere diventare bandiera un giocatore così importante, in un calcio in cui ormai si rincorre solo il dio denaro.

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