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Milano è in fermento, il mondo nerazzurro non vede l’ora di sapere cosa succederà in queste due settimane prima dell’apertura ufficiale della sessione di calciomercato. I nomi tra i corridoi continuano a rincorrersi velocemente ma quello di Romelu Lukaku è tornato prepotentemente tra i pensieri dei tifosi dell’Inter, o forse è meglio dire che non se n’è mai andato. Beppe Marotta, l’amministratore delegato dell’Inter sembra stia lavorando giorno e notte per poter far ritornare quel pensiero realtà. Se l’accordo con il giocatore non sembrerebbe essere di certo un problema, quello con la società che solo un anno fa ha sborsato 115 milioni potrebbe essere un po’ più difficile da trovare, ma non sicuramente impossibile.
Simone Inzaghi, arrivato all’Inter per colmare l’enorme voragine lasciata da mister Antonio Conte, il tecnico dello scudetto 20/21, si è ritrovato a dire addio, senza neanche potersi opporre, a quell’attaccante che traduceva alla perfezione tutti i pensieri del leccese. Da quell’agosto del 2021, dal momento preciso in cui il Chelsea si è presentato alle porte con una montagna di soldi, l’Inter è nuovamente, profondamente cambiata.
La scelta di Lukaku di ritornare nella squadra che lo ha lanciato, quella che diceva fosse casa sua, è dettata dalla sua voglia di riscatto. Di dimostrare che lui è uno dei migliori attaccanti al mondo. La voglia di far capire che con quella maglia numero 9 blue avrebbe potuto conquistare la Premier League e, perché no, rendersi protagonista di una nuova annata da sogno per il Chelsea che puntava a risollevare la Champions League. Tutte belle parole, che avrebbero fatto almeno chiudere i rapporti con un abbraccio ed un “in bocca al lupo”, ma se così non è stato un motivo ci sarà.
Le parole non dette…
Chi è tifoso lo sa, all’Inter si sono visti addii ben più dolorosi ma allora perché tutto questo rancore verso un giocatore che dice di voler solo rincorrere il sogno che aveva da bambino? Le dinamiche dall’inizio non sono state molto chiare e nessuno sembrava volersi prendere la responsabilità di ciò che stava accadendo. Dopo aver vinto lo scudetto 20/21 qualcosa in società sembra essersi inceppato. Mister Conte non rinnova il suo contratto con la Beneamata ed Hakimi parte alla volta del PSG. Una sorta di ridimensionamento che ha portato Marotta a spalancare le porte anche al Chelsea che aveva tutte le intenzioni di portarsi via quel gioiellino che era diventato la quintessenza della squadra meneghina. Lukaku si trasferisce a Londra, senza dire neanche una parola e facendo rassicurare tutti dall’agente Pastorello: “Romelu presto parlerà“.
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Quelle parole arrivano in un momento particolare, nel momento in cui l‘Inter sembrava mancare di fantasia e quei gol faticavano ad arrivare. Una mossa studiata quasi a tavolino che coincide con i dissidi con il suo nuovo manager Tuchel. È lo stesso tecnico del Chelsea che ammette che le condizioni psico-fisiche del belga non siano al top. Si parla di “mental fatigue and overplaying“, di un’eccessiva stanchezza derivante dal suo utilizzo spropositato anche con la maglia della nazionale. Ma le parole di Big Rom a Marco Barzaghi lasciano tutti interdetti, dichiarazioni che fanno a botte con le politiche interne dei blues. “Prometto con la mano sul cuore di dire tutta la verità“. E poi “Sto bene fisicamente, ma non sono felice. Tuchel ha cambiato modulo e bisogna trovare il modo di adattarmi“.
Un’intervista che contiene una serie di contraddizioni che non hanno fatto piacere a nessuna delle due tifoserie. Si parla di un rinnovo non accettato dalla dirigenza nerazzurra, della voglia di giocare per la squadra per cui faceva il tifo da bambino. Spende parole d’oro per Lautaro Martinez, di quanto sarebbe felice di poter tornare a giocare con lui, ma solo se all’Inter. Parole fin troppo romantiche, che sono finite per sembrare più che altro una sorta di tentativo di scuse andato male, o più semplicemente la volontà di voler scappare, nuovamente, da una situazione difficile. Da lì quello striscione della Curva Nord che insorge “Non conta chi con la pioggia scappa, ma chi con la tempesta resta!”
Si va avanti
Dopo quello scudetto vinto, dopo la miriade di gol segnati dalla coppia Lautaro-Lukaku sembrava che quel ciclo appena iniziato, fosse già concluso. L’Inter però ha dimostrato di non dipendere da un solo giocatore, che una squadra forte e competitiva si può ottenere anche in altri modi, che quel progetto è stato studiato attentamente e vale a prescindere dagli interpreti. Così alla Pinetina fa il suo ingresso Edin Dzeko, quel ragazzo che ha conquistato la capitale diventando il miglior marcatore straniero in casa Roma. Con mister Inzaghi, il bosniaco è riuscito a concludere la stagione con ben 17 gol e 10 assist in 49 presenze.
La perfetta dimostrazione che anche a 36 anni si può essere in grado di fare la differenza e soprattutto che il vero valore di un giocatore non deve essere misurato con il costo del cartellino. Certo, il classe ’86 ha bisogno di determinate condizioni favorevoli per esprimere al meglio le sue qualità e soprattutto necessita di fiducia estrema. Gli ingranaggi in attacco hanno funzionato ad hoc singolarmente ma forse a mancare era proprio l’affinità con quello che si pensava potesse essere il suo miglior compagno di reparto per caratteristiche tecniche, Lautaro Martinez. Nonostante la coppia non fosse rodata alla perfezione, i due hanno fornito 42 gol e 14 assist. Una combinazione la loro che ha permesso di fare un upgrade e vincere ben due trofei: la Supercoppa italiana e la Coppa Italia.
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Il rischio c’è
Ciò che può essere un ritorno di fiamma tra Lukaku e l’Inter però sembra abbia tutte le caratteristiche di quello che qualcuno definirebbe come un amore toxic. La strada intrapresa da Big Rom per provare a ritornare all’Inter può essere interpretato come l’ultimo tentativo disperato di un giocatore in crisi d’identità. Cosa porterebbe però in valigia con sé? Mille domande senza neanche una risposta certa. Ma noi proveremo ad avanzare delle ipotesi, ora che ancora abbiamo la possibilità di farlo.
Uno dei primi aspetti da considerare sarebbe quello prettamente economico. I due club, l’Inter ed il Chelsea starebbero trattando l’arrivo di Lukaku a Milano partendo dall’idea di un prestito oneroso a circa 10 milioni. A sommarsi ci sarebbe anche l’esborso per il suo stipendio, che sarà dimezzato ma non certamente annullato. Si arriverebbe a parlare comunque di quasi 22 milioni messi tra le voci in passivo del bilancio nerazzurro. Se la domanda a questo punto fosse: ne vale la pena per un giocatore che ha concluso la sua stagione con 15 gol? La risposta sarebbe: probabilmente no, se si tiene conto del fatto che l’ultima non è stata un’annata che ha fatto brillare il gigante belga né per condizione fisica né per rendita.
Se poi si pensa all’eventuale arrivo di un altro “mostro” in città, quello di Paulo Dybala, bisogna tener conto dell’aspetto psicologico dello spogliatoio. Quello che sembra sia l’idea di un tridente da sogno che vede schierati Dybala, Lukaku e Lautaro potrebbe rivelarsi un pensiero in più per Simone Inzaghi che dovrà gestire moduli e cambi in modo da riuscire ad accontentare tutti mettendo al primo posto il benessere della squadra. Sembrerebbe una sciocchezza detta nell’epoca delle 5 sostituzioni a partita, ma quanto sarebbero contenti i due argentini di contendersi la maglia da titolare?
Insomma, bisogna far sì che Lukaku si inserisca in un gruppo squadra già ben formato, che faccia i conti con un allenatore che ha avuto la possibilità di conoscerlo per troppo poco tempo. Per tutte le promesse fatte poi, per tutti quei “mi farò perdonare del tradimento“, il classe ’93 dovrà farsi carico dell’andamento della squadra nel prossimo campionato di Serie A e non solo. Dovrà trasformare quelle dichiarazioni d’amore in fatti. Dovrà fare gol, e farne tanti, per provare a riconquistare il cuore di quegli interisti rancorosi.