Inter-Milan 1-2, quando lo Scudetto ‘gira’: Giroud ritara la bilancia di Milano

Inter-Milan 1-2, quando lo Scudetto 'gira': la notte di Olivier Giroud, l'uomo che ha ritarato bilancia della Milano del pallone

Nicola Liberti
9 Min Read

Vincere è cosa per pochi, tornare a farlo dopo 11 lunghi anni di sofferto digiuno è da Milan. Il fattore anima che influenza da sempre la storia del club pareva essersi dissolto con l’ultima zampata strascicante di quel ciclo di vittorie che per un decennio ha animato l’Europa del calcio. 2011-2022: 11 lunghi anni separano l’Olimpico di Roma dal Mapei Stadium di Reggio Emilia. 2011-2022: 11 lunghi e complessi anni forgiano lo spirito di tifosi, squadra e staff. 11 lunghi e complessi anni dopo la vittoria conferisce le stesse emozioni, seppur da un sapore innegabilmente differente.

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In una Milano cinta d’assedio emotivo come le biglietterie meneghine nei giorni antecedenti la gara, l’assalto dei tifosi giunge nel tempio sacro dello sport: San Siro. Full house alla Scala del Calcio ad accogliere il derby più sentito d’Italia; tutto esaurito in occasione di quello che viene presentato dai media come il match point Scudetto nerazzurro. Il vantaggio di 7 lunghezze in classifica su un Milan in flessione durante la parte centrale della stagione appare come sufficiente per porre le proprie mire sul bis iridato nella casa del biscione. La pratica del Derby si pone così dunque sul cammino come non agilmente sbrigabile, ma certamente archiviabile con fruttuosi risultati atti alla conferma del Tricolore cucito al centro del petto.

Bilancia meneghina, la Francia grava sul piatto rossonero

Mike Maignan, Milan-Inter
Mike Maignan, Milan-Inter

La sponda Sud di San Siro si cinge di carica, cori e canti ad animare la squadra. Gli inni intonati dalla curva rossonera fluidificano gioco e stadio, facendo divenire il mare di seggiolini blu l’oceano rossonero atto al risucchio dei palloni in gioco. Olivier Giroud indossa le vesti da ingegnere della Milano rossonera: la bilancia meneghina è pronta ad esser ritarata ad arte dal bomber transalpino.

Al fischio d’inizio da parte del direttore di gara l’Inter parte meglio gettandosi sin dai primi minuti all’attacco della porta avversaria. Preso di mira per ampi tratti della stagione dai tifosi nerazzurri, Mike Maignan è chiamato a fornir loro prova del concreto ed effettivo talento risiedente nel corpo da gatto che si trova a destreggiare magicamente tra i pali. Uno squillo, poi due, poi tre. La Milano capolista manda chiamate all’inseguitrice diretta in classifica. Il Mike centralinista le riceve e ben risponde a tutte quante. Abile, elegante, felino e reattivo come il migliore dei trapezisti, il transalpino copre più volte la porta superandosi e dando prova di parate estrose d’alta scuola. La serranda più volte tastata dalle offensive avversaria si trova a crollare sotto il colpo decisivo, ai fini di sbloccare l’incontro, da parte di Ivan Perisic. Su un cross operato dall’angolo destro la retroguardia milanista appare spaesata ed a maglie troppo larghe in fase di marcatura, conferendo così ampio spazio al croato per rifinire in rete il cross del compagno.

Inter-Milan 1-2, tra cronache e propaganda

Brahim Diaz, Milan
Brahim Diaz, Milan

Segni di rinascita e rivalsa vengono gettali fievoli e timidi sul campo da parte di Pioli ed i propri ragazzi. Tonali prova dalla distanza a pescare l’incrocio salvo cogliere un solo impatto potente anziché di precisione. I segni di ripresa iniziano a moltiplicarsi in avvicinamento al fischio che decreta la fine della prima frazione di gioco. Leao incute timore ad Handanovic intrufolandosi tra le maglie della difesa e provando la conclusione all’angolino. Palla deviata, Milan Skriniar interviene a “parare” di fatto la potenziale occasione da rete. Il colpo dello slovacco finisce quasi per beffare il proprio portiere e l’intera propria retroguardia, cogliendo di fatto tutti in controtempo e facendo rifiatare lo stadio post illusione ottica dell’autogol. All’intervallo è 1-0 Inter. All’Intervallo è gloria e sentimento d’un trionfo annunciato da una parte di Milano, sensazioni opposte e contrapposte a quella d’una Milano in ginocchio, quella rossonera, che stenta ad arrendersi e crede alla possibilità del capovolgimento totale, così nell’esito della sfida e così nell’esito finale del campionato.

Allo scadere degli a lungo decantati “70 minuti di dominio” il Milan esce fuori guidato dai propri condottieri. Da bordocampo Stefano Pioli orchestra da acuto stratega le tattiche per ribaltare l’esito dell’incontro; davanti a tutti nella disposizione in campo milanista Olivier Giroud, uomo solo al comando della Milano calcistica, ritara la bilancia della città. Con l’ingresso in campo di Brahim Diaz le dinamiche sulla trequarti rivale sono ormai completamente rivoluzionate. Dai timidi accenni in avanti si passa a rapide e pungenti sferzate offensive ispirate dal maghetto andaluso.

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Olivier Giroud, l’uomo che ha ‘girato’ lo Scudetto

Olivier Giroud
Olivier Giroud

Olivier giunge al check in della difesa nerazzurra ben munito di documentazione atta a scardinarla ed a ribaltare il risultato. I tentativi vani lungo tutto il corso del match, sino a quel punto, gettano le basi per il primo sussulto di San Siro. Dal check in offensivo al body check più discusso dell’anno nei pressi della zona mediana del campo che ha visto coinvolto Alexis Sanchez: Giroud combatte per far proprio e della squadra il possesso di palla, dannando la propria anima da bomber d’altri tempi sino al punto di sganciarsi dal mero compito di rifinitore sotto porta per contrastare le offensive avversarie a centrocampo. Il cozzare di Francia e Cile intorno alla metà del campo provoca il primo vero e proprio sisma nel match. Contrasto, caduta sul terreno dei due contendenti, contropiede e parità. 10 tocchi sono quanto basta ai ragazzi di Pioli per coprire una intera metà di campo e finalizzare in rete un contropiede da manuale. Giroud recupera e cade, Sandro Tonali fugge palla al piede strappando sulla trequarti avversaria, Brahim Diaz controlla, rifinisce e pone l’assist per la scivolata cruciale dello Sparviero pronto a planare su San Siro quella sera come mai prima.

180 secondi, 3 minuti: appena il tempo di terminare i festeggiamenti per il risultato inchiodato sulla parità momentanea, riassestare le proprie posizioni sul campo ed Olivier colpisce ancora. Nuovamente Diaz ad orchestrare sulla trequarti, palla dolcemente appoggiata a Davide Calabria il quale pesca verticalmente Giroud. Arpionata mistica di mancino a scongiurare l’intercetto di Stefan de Vrij, girata storica ad inscriversi negli annali cittadini, sinistro basso piazzato a beffare Samir Handanovic. 3 minuti come i 3 movimenti attraverso i quali Olivier Giroud ritara la bilancia Scudetto e di Milano, i 3 movimenti attraverso i quali lo Sparviero giunge in planata su San Siro, i 3 movimenti attraverso i quali, infine, Olivier scende all’inferno e cuce il Tricolore in petto al Diavolo.

Il 5 febbraio di San Siro come prefazione del 23 maggio di Reggio Emilia, da si è girato Giroud a da Reggio segna Giroud: el segna semper lu avrebbero detto anni prima da quelle stessi parti meneghine presso le quali è ormai conclamato idolo delle folle. Olivier Giroud, quando lo Sparviero ritara la bilancia di Milano lo Scudetto ‘gira’.

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