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È terminato 3-1 il match che ha visto protagonisti l’Inter di Inzaghi e, anche se un po’ di meno, la Roma di Mourinho. La 34esima giornata di campionato è subito stata teatro di una partita intensa dal punto di vista dell’intensità e dell’importanza dei premi in palio, con l’Inter sempre più vicina a conquistare il ventesimo scudetto e la Roma imbrigliata in una lotta serrata per conquistare un posto in una competizione europea. Ieri sera, la striscia di risultati positivi, tra vittorie e pareggi, nelle ultime dodici partite, è stata bruscamente interrotta, provocando ai giallorossi una battuta d’arresto potenzialmente rischiosa, date le dirette concorrenti per l’Europa, Fiorentina, Lazio ed Atalanta, estremamente vicine in classifica.
Inter-Roma, l’analisi del match
Ciò che è emerso dal big match disputatosi a San Siro nella serata di ieri, è il dominio dell’Inter sulla Roma, che ha assistito quasi inerme ad una squadra dimostratasi nettamente superiore. Non è un segreto che l’Inter sia una delle squadre più forti del campionato, lo ha dimostrato con caparbietà e costanza, e i giallorossi ne sono stati diretti testimoni sul campo del Meazza. La partita è iniziata subito con grande tenacia da parte dei nerazzurri, che hanno tenuto sin dall’inizio un baricentro alto, schiacciando la squadra ospite con un pressing alto che ha reso il lavoro molto difficile alla Roma.
Gli uomini di Mourinho sono subito stati vincolati dalla formazione di Inzaghi, che ha lasciato poco spazio per le giocate tra le linee agli avversari, portandoli, dopo il quarto d’ora, a prediligere giocate lunghe per Abraham, che però sono sempre state poco precise e fruttuose. L’Inter è stata tatticamente superiore già dal primo tempo, riuscendo ad occupare bene gli spazi e a tenere il campo anche in fase di non possesso, mettendo in ulteriore difficoltà la squadra della Capitale. I giallorossi sono riusciti a rendersi pericolosi solamente in qualche occasione, su palle inattive, e non sono stati in grado di arginare gli esterni nerazzurri che sono stati fondamentali nella costruzione del vantaggio del club di casa.
Inter-Roma, le occasioni e i protagonisti
A San Siro è tutto esaurito per il ritorno dell’amatissimo allenatore portoghese, che con l’Inter ha collezionato trofei su trofei, regalando ai tifosi nerazzurri l’indimenticabile triplete nel 2010. Due mancanze importanti per la Roma, quella di Zaniolo che ha saltato il match per squalifica e quella di Cristante, che si è fermato ai box per un problema lombare. Simone Inzaghi schiera la formazione titolare, escluso Bastoni a cui ha preferito Dimarco. Il primo tentativo è proprio di quest’ultimo, che al 7’ prova, con una punizione fuori area, a cambiare le sorti del match, senza però riuscire a sbloccare la partita. La Roma, ingabbiata dal pressing dell’Inter, è messa in seria difficoltà dopo qualche minuto, con un tiro potente di Calhanoglu dalla distanza, che causa problemi a Rui Patricio, il quale riesce in qualche modo a smanacciare il pallone, senza però bloccarlo.
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In questo frangente è provvidenziale l’intervento di Mancini che riesce a rispondere bene all’attacco di Lautaro Martinez, anticipandolo e spazzando la palla in calcio d’angolo. La Roma prova a rendersi pericolosa al 20’, in ripartenza, con un tiro di Mkhitaryan, che però non è un granché. I giallorossi riescono a mettere sotto pressione l’Inter solamente su palla inattiva, come accade al 29’ su punizione di Pellegrini, con Mancini che salta più in alto di tutti, ma non riesce comunque a centrare la porta di Handanovic.
È Dumfries il primo nerazzurro a punire la Roma, come era successo nel match di andata, con un gol al 30’ su assist di Hakan Calhanoglu, partorito da un’azione veloce in verticale. I giallorossi incapaci di reagire subiscono il secondo gol al 40’, per opera di Brozovic, che manda il pallone in rete dopo un’azione personale strepitosa. È poi Lautaro Martinez al 52’ a sigillare il risultato di una prestazione magnifica dell’Inter a discapito dei giallorossi, che hanno fatto di tutto tranne che brillare sul suolo meneghino. Nella parte finale della gara, il gol di Mkhitaryan risulta vano per le sorti di un match, che segna l’interruzione della striscia di risultati positivi della Roma.
Roma, l’importanza delle coppe Europee: Champions, Europa o Conference?
Con lo stop di ieri sera, la Roma è attualmente quinta in classifica, con 58 punti, ma con alle spalle due squadre che hanno un match (Lazio) e due (Fiorentina) ancora da giocare. I viola e i biancocelesti sono diretti concorrenti dei giallorossi per l’entrata in Europa League, dal momento che l’ultimo posto disponibile per disputare la Champions League, ad oggi è occupato dalla Juventus di Allegri. Quest’anno la quarta classificata si aggiudicherà un posto diretto nella competizione più ambita d’Europa, senza dover disputare i play off, grazie al posizionamento del campionato italiano nel Ranking UEFA. I giochi sono ancora aperti, ma, data la lotta serratissima, per la Roma di Mourinho sarà sicuramente più facile accedere all’Europa League che alla Champions, visti i due posti disponibili per la qualificazione, che sono il quinto e il sesto.
La Roma continua ad avanzare in Europa, dopo la vittoria con il Bodø/Glimt, conquistata in casa, rifilando un poker alla squadra norvegese che nell’ultimo anno è stata parecchio insidiosa per i giallorossi. Nonostante la novità della Conference League, ed il fatto che sia la terza competizione per prestigio in Europa, i premi in palio sono considerevoli, dati i 15 milioni incassati fin qui dalla società romana. Se i giallorossi dovessero vincere la competizione, arriverebbero a guadagnare 20 milioni, 5 in più di quelli collezionati fino ad adesso: 3 milioni in caso di raggiungimento della finale e altri 2 milioni in caso di vittoria. In caso di vincita finale, inoltre, la Roma avrebbe la possibilità di disputare l’Europa League il prossimo anno, aggirando la classifica di Serie A, dato che il regolamento UEFA garantisce la fase a gironi al vincitore della Conference League.