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È arrivato quel momento. Quel preciso momento della storia dell’Inter. Quello dove atterra sul pianeta nerazzurro non un semplice allenatore, ma una figura rara del calcio: Luciano Spalletti. Classe 1959, viene da Certaldo. E lui il 9 giugno 2017 viene annunciato come nuovo allenatore della Beneamata. In Italia, di solito, si tende sempre a speculare troppo sulle voci di mercato. Infatti, tutta l’opinione pubblica considera Luciano la terza scelta della dirigenza Suning, ma la realtà dei fatti è un’altra. Quel giorno di giugno l’Inter non dà solo il Welcome Luciano, ma lancia #InterIscoming.
Non è un semplice hashtag ma un grido di battaglia. Un monito che tutti devono stamparsi nella memoria perché l’arrivo di Spalletti indica che l’Inter sta veramente tornando. I tifosi interisti hanno i brividi solo al pensiero della grandezza del tecnico di Certaldo. L’uomo che più di tutti è in grado di ricostruire la mentalità del Biscione. Una testa quella dei nerazzurri che dev’essere resettata dopo un decennio di delusioni. La storia dell’Inter si è colorata di troppo nero e pochissimo azzurro. Dalle stagioni di Stramaccioni–Jonathan fino alla pioggia di Mazzarri e in mezzo l’avvento del duo de Boer Gabigol e tanti altri personaggi discutibili. Il vero interista sa soffrire, ma con Spalletti spera di ottenere anche qualche grande risultato.

Inter-Spalletti, l’arte di sedurre: la capacità di incantare
Quando l’Inter si consegna a Luciano Spalletti tutti hanno la sensazione che le cose stiano per cambiare. Non ci vuole molto basta una risposta data al momento opportuno oppure l’utilizzo delle parole giuste. Quelle che il tecnico toscano sfodera come se piovesse. Le prime che lo mettono in contatto con i tifosi sono di difesa. Per un ragazzo della difesa, Andrea Ranocchia. Durante il ritiro estivo a Brunico un tifoso si permette di offendere il gigante buono con la maglia numero 23.
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Allora Luciano si avvicina agli spalti e mette subito in chiaro una cosa: “L’Inter si ama, ma con rispetto”. Un sentimento che trascende tutto e fa capire ai ragazzi della Curva Nord che possono stare tranquilli perché il loro allenatore metterà il bene dell’Inter davanti ad ogni cosa. L’inizio di stagione dell’Inter è un piccolo ritorno al passato: si affronta la Fiorentina di mister Stefano Pioli. Quasi un passaggio di testimone tra il nefasto passato e il nuovo avvenire. La partita si conclude con un netto tre a zero per la Beneamata e la voglia di andare alla ricerca di qualcosa di importante. I giocatori sembrano rivitalizzati e con l’aggiunta di alcune pedine, come Vecino, Borja Valero e un giovane difensore slovacco di nome Milan e di cognome Skriniar. La macchina risulta ben oliata.
L’Inter gioca, crea e segna tanto. Nel solo girone di andata della stagione 2017/2018 la compagine nerazzurra segna ben 34 gol. Un bottino che al giro di boa di dicembre le permette di essere in vetta alla classifica in maniera solitaria. L’uomo che tutto può non è solo Spalletti, ma anche Mauro Icardi. L’attaccante argentino si conferma con El numero nueve per eccellenza. Realizza gol fondamentali instaurando un grande rapporto con il popolo nerazzurro.

Tutto va secondo i piani. L’Inter vola in alto in classifica e la credibilità dello Spalletti psicologo si innalza a livelli mai visti. La più grande gioia spallettiana è il rinnovato calore del pubblico che ogni domenica sostiene la sua formazione. “Voglio riportare in alto questo pubblico” le parole nel post-partita di un derby contro il Milan veramente infuocato.

Inter-Spalletti, da Skriniar a Icardi: con Brozovic a legare il tutto
L’Inter che arriva alla fine del 2017 è una squadra navigata che non ha mai conosciuto il gusto amaro della sconfitta. Con Spalletti la squadra ha trovato nuove geometrie di gioco e un attaccamento alla maglia non indifferente. Le personalità che più risaltano all’occhio sono quelle di Milan Skriniar e Mauro Icardi.
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Il difensore slovacco si è ambientato subito nel mondo Inter. Arrivato dalla Sampdoria con delle doti da grandissimo centrale difensivo. Con lui non si passa. Gli avversari ci provano, ma è tutto fiato sprecato. È il simbolo della rinascita nerazzurra. Un ragazzo gentile con l’Inter tatuata sulla pelle. Dall’altra invece c’è il nuovo capitano Mauro Icardi.

Il nove non ha paragoni in area di rigore. Segna di testa, di punta di tacco in tutti i modi possibili e immaginabili. È il capocannoniere della squadra e Spalletti ne ha fatto l’anima sotto porta. Segna almeno un gol a partita ed è uno spettacolo per gli occhi per il modo in cui attacca l’area di rigore. Spalletti questo lo sa e gli mette a disposizione due grandi crossatori come Ivan Perisic e Antonio Candreva al suo servizio.
Il tutto è condito in mezzo al campo dalle sgroppate di Vecino e le linee di passaggio di Borja Valero. Dietro alla punta c’è un certo Marcelo Brozovic. Il croato arriva all’Inter con Mancini però non riesce a calarsi nei panni del perfetto trequartista e in qualche occasione viene beccato dal pubblico esigente di San Siro. Però Spalletti se lo coccola e non vuole privarsene. Quello che ne esce fuori è una squadra che gioca un calcio ordinato e ragionato. Anche se la famosa crisi di gennaio è sempre dietro l’angolo.

Inter-Spalletti, la crisi di gennaio
L’inizio del 2018 è un vero e proprio strazio per i colori nerazzurri. A partire dal 28 dicembre nei quarti di finale di Coppa Italia dove ad avere la meglio sono i cugini del MIlan. Una sconfitta che mina le sicurezze della Beneamata e mette Spalletti ad un angolo. Le vittorie faticano ad arrivare, ma quello che fa preoccupare il mister è l’involuzione della squadra in termini di gioco.
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L’esercito Inter si sfalda partita dopo partita e il sergente Spalletti deve rimodulare la sua missione: non c’è più il tricolore al primo posto, ma la qualificazione in Champions League. Obiettivo raggiungibile grazie ad un piazzamento al quarto posto. Icardi e compagni sembrano fare di tutto pur di non arrivarci. Quello che rimane nella memoria di tutti i tifosi nerazzurri è una partita: Inter contro Juventus del 28 aprile 2018.

Quel giorno succede tutto il contrario di tutto. Sembra la fine per gli uomini di Luciano che si vedono in vantaggio, in inferiorità numerica, a cinque minuti dalla fine del match. Quello che rimane agli occhi del tifoso nerazzurro è la sostituzione di Santon con Perisic, inizialmente, ma poi a lasciare il campo è Icardi.
Da quell’istante in poi il totale vuoto. Si esce da San Siro con il pensiero di aver perso definitivamente qualcosa. Però nulla è perduto perché la Serie A 2017/2018 sembra uscita dalla mano di uno scrittore di trhilling. Infatti, mentre l’Inter sbatte contro il Sassuolo – con Icardi che sbaglia l’impossibile – la Lazio perde contro il Crotone di Walter Zenga.

Tutto rimandato all’ultima giornata di campionato. La sfida è ancora tra presente e futuro. L’Inter affronta la Lazio di un emergente allenatore chiamato Simone Inzaghi. Una sfida da dentro o fuori che può far Tornar a riveder le stelle oppure tracciare la strada per un inferno buio e freddo.

Inter-Lazio, 20 maggio 2018: la prende Vecino
Quello che accade il 20 maggio del 2018 ha dell’incredibile. Nella cornice dello stadio Olimpico di Roma si gioca praticamente un vero e proprio spareggio per accedere alla Champions League. La Lazio parte benissimo. Si porta in vantaggio al minuto 9 con un destro di Marusic che si stampa sulla faccia di Perisic e si infila nell’angolo apposto della porta difesa da Samir Handanovic.

I biancocelesti vanno più volte vicino al raddoppio, ma la retroguardia spallettiana è una saracinesca. Il Biscione trova il pareggio con l’uomo della provvidenza: Danilo D’Ambrosio. Tutto vano però, perché qualche secondo si capitalizza il vantaggio laziale con Felipe Anderson.
Tutto da rifare per l’Inter. Si rientra dagli spogliatoi con la consapevolezza che serve un’impresa per tornare nell’Europa che conta. Di fatto il miracolo si concretizza in un momento incredibile che lega indissolubilmente Stefan de Vrij ai colori nerazzurri. Il difensore olandese è promesso sposo dell’Inter e stende in aria di rigore Mauro Icardi.

Maurito sigla il gol del pareggio e il suo gol numero 29 in stagione. È ufficialmente il capocannoniere, in simbiosi, con Ciro Immobile. Il pareggio è arrivato, ma con il segno X ad andare in Champions sarebbe la Lazio. Nessuno vuole mollare e questa determinazione si vede quando Brozovic recupera un pallone viene steso a terra da Lulic già ammonito.
L’arbitro estrae il cartellino rosso e il popolo nerazzurro sente l’odore della coppa dalle grandi orecchie. Il momento della gloria è il minuto 81. Brozovic batte un calcio d’angolo e trova la testa di Matias Vecino. È lui l’uomo della Champions League. Lui quello che insacca il gol che fa tornare l’Inter a riveder le stelle. In una stagione incredibile la Beneamata torna in Champions League.

Non accadeva dalla stagione in cui al timone c’era Leonardo. È passato veramente tanto, troppo tempo, ma l’annata dell’Inter ha il sapore di rinascita e Spalletti è colui che ha riportato i colori nerazzurri al centro del mondo. Luciano Spalletti guida la rinascita e Zhang decide di premiarlo con un rinnovo di contratto che sa di promessa. Però, il meglio deve ancora venire.