Toccare il cielo con un dito, per poi cadere pesantemente e rialzarsi con la tenacia di chi vuole dimostrare a sé stesso ed il mondo intero di poter ancora incidere. Così può essere riassunta brevemente la carriera di Francisco Roman Alarcon Suarez, più comunemente chiamato Isco da tifosi ed addetti ai lavori che ne hanno sempre apprezzato le gesta nel rettangolo verde.
Un giocatore che possiede una tecnica per pochi eletti, un trequartista capace di imbeccare i compagni con la semplicità di chi beve un bicchiere d’acqua. La Magia – così soprannominato per il suo talento cristallino – è riuscito a ritagliarsi un ruolo cruciale in quel Real Madrid che ha messo sotto dominio l’Europa tra il 2014 ed il 2018, raccogliendo consensi e complimenti da un certo Zinedine Zidane, una figura che in quanto a cultura calcistica non ha eguali.
Dopo aver raggiunto il massimo splendore con i Blancos, il 31enne ha vissuto inferno e paradiso nelle due metà di Siviglia, prima andando in rotta con i biancorossi e poi rilanciandosi quasi a sorpresa con il Real Betis, come se tutti si fossero improvvisamente dimenticati del suo valore. Riviviamo insieme le tappe nel mondo del pallone di Isco, un campione senza tempo che sta vivendo una vera e propria seconda giovinezza in terra biancoverde grazie all’egregio lavoro del mentore Manuel Pellegrini.
Isco, dal Malaga al Real Madrid: il Golden Boy e le vittorie con Ancelotti e Zidane
Cominciamo il nostro racconto per gradi. Isco si affaccia al calcio che conta grazie al Valencia, con il quale attraversa tutta la trafila delle giovanili e mette a referto il debutto in LaLiga nel lontano 14 novembre 2010, più nello specifico nella vittoria della sua squadra per 2-0 contro il Getafe. Il ragazzo di Benalmadena, comune da circa 66.000 abitanti nel cuore dell’Andalusia, dimostra di avere qualcosa in più con gli Els, tanto da meritarsi la chiamata nel 2011 dal Malaga, club che darà il via ad un’odissea di emozioni e peripezie.
Nel momento storico sopracitato, i biancoazzurri sono uno dei club con il progetto più ambizioso in terra iberica grazie ai soldi del ricco sceicco qatariota Abdullah bin Nasser, che dà vita ad un gruppo di caratura internazionale. Il fulcro è proprio Isco, pupillo dell’allenatore Manuel Pellegrini che fa di lui un simbolo, un punto di riferimento dal quale passare specialmente nei momenti di difficoltà in palleggio.
In soli 2 anni con la maglia del Malaga, il classe 1992 vince il titolo di Golden Boy nel 2012 e mette a referto 17 gol e 10 assist in 82 presenze, numeri che non possono passare inosservati agli occhi di una dirigenza attenta come il Real Madrid, che lo preleva dai Boqueneros nell’estate del 2013. Un colpo che passa quasi in sordina, con i Blancos che nella stessa sessione di trattative battono ogni record e portano fra le proprie fila Gareth Bale per 100 milioni di euro, una spesa che allora sembrava ingente e che ore appare come la normalità.
I dubbi e le perplessità aleggiano su La Magia, che ancora una volta fa parlare il campo. Isco diventa da subito imprescindibile per il credo di Carlo Ancelotti, un tecnico che ha gestito alcuni dei più grandi nomi della storia dello sport che più amiamo. Il Bernabeu entra da subito in sintonia con il centrocampista spagnolo, che si intende a meraviglia con i fuoriclasse come Karim Benzema e Cristiano Ronaldo.
Se è vero che il coach di Reggiolo sgrezza il diamante, è altrettanto lecito ammettere che con Zinedine Zidane arriva la definitiva consacrazione, con i giornali ed i media da ogni angolo del globo che raccontano del nuovo cervello del Real Madrid, vicino a raggiungere i picchi che in quell’organico avevano toccato i soli Luka Modric e Toni Kroos.
Descrivere il palmarès di Isco con le Merengues sarebbe paragonabile alla lettura della lista della spesa. Ci limitiamo a dire che il 31enne ha inserito nella propria bacheca 5 Champions League – 4 da protagonista ed 1 da gregario, nell’Ancelotti bis – 3 Campionati e 4 Mondiali per Club, senza dimenticarsi dei trionfi in Copa del Rey e Supercoppa Europea. L’addio a parametro zero nel 2022, dopo un periodo complicato e tormentato dagli infortuni, appare come una ghiotta opportunità per il trequartista delle Furie Rosse di tornare rilevante nell’immaginario collettivo, ma il futuro avrà in serbo altri crudeli piani.
Isco, il baratro Siviglia: il declino ed il litigio con Monchi
1 giugno 2022. Il Real Madrid saluta sui propri canali social Isco, che non rinnova il proprio contratto e diventa così un free agent, come direbbe gli inglesi. Una scelta ponderata da entrambe le parti dopo una lunga riflessione, con i 14 volte Campioni d’Europa che desiderano aprire un nuovo ciclo e l’allora 30enne che ha il bisogno naturale di cambiare aria, di trovare nuovi stimoli per rivitalizzare una carriera ferma ai fasti della prima gestione Zidane.
La Magia aspetta una chiamata irrinunciabile, da un club che lo metta nuovamente al centro dell’attenzione negli ultimi 20 metri, lì dove ha sempre inciso fra gol ed assist. La meta destinata sembra essere la Roma di José Mourinho, che tratta ad oltranza per portarlo alla propria corte sotto l’ombra del Colosseo. Nell’affare, però, si inserisce come un fulmine a ciel sereno Monchi, in quel periodo storico direttore sportivo del Siviglia, che ha trascorsi non proprio idilliaci con i capitolini.
Nella prima settimana di agosto, Isco viene annunciato come il rinforzo messo a segno dai rojiblancos, che completano il proprio organico con un tassello di esperienza a parametro zero. Tutto sembra andare a gonfie vele ma qualcosa si inceppa sul più bello. Il classe 1992 non riesce ad entrare in sintonia con l’ambiente, complice una forma fisica non ottimale, e dopo sole 19 presenze rescinde con il Siviglia nella settimana che anticipa il Natale.
Una scelta che appare limitata semplicemente al mancato apporto dato ai nervionenses, ma che nasconde in realtà una sfaccettatura molto più grigia. In un’intervista esclusiva a Marca nell’estate 2023, infatti, il centrocampista spagnolo rivela di essersi scontrato aspramente con Monchi, che secondo i fatti lo avrebbe preso per il collo, insistendo per la risoluzione del suo accordo con il Siviglia. Un litigio che rimane come una cicatrice nascosta sulla pelle de La Magia, che rimane fermo per 6 mesi aspettando l’ennesima opportunità invano. Quando tutto sembra perduto, però, una vecchia conoscenza torna a bussare alla porta.
Isco, oasi Real Betis: la chiamata di Pellegrini per il rilancio
Nel gergo mitologico, la fenice è un animale che risorge dalle proprie ceneri. Il paragone con Isco, in questo caso, è servito su un piatto d’argento. Torniamo leggermente indietro nel tempo, più nello specifico allo scorso luglio: l’ex stella del Real Madrid è reduce dalla deludente parentesi a Siviglia ed un ritorno in campo diventa una vera e propria chimera quasi impossibile da tramutare in realtà.
La pazienza e l’attesa, però, pagano. In una calda settimana estiva, il telefono de La Magia squilla. A chiamare è uno dei suoi maestri, una delle figure importanti in questo lungo e folle viaggio nel mondo del calcio: parliamo di Manuel Pellegrini, che lo aveva allenato 12 anni prima al Malaga. Tempi diversi, seppur l’amore per il pallone sia sempre viscerale.
Il tecnico 70enne culla un forte desiderio: ricostruire quell’intesa che tanto aveva incantato l’Europa, in questo caso nel Real Betis. Il destino vuole che Isco rimanga a Siviglia ma nell’altra sponda della città, che si prepara a disputare l’Europa League da possibile outsider. Il 26 luglio 2023 arriva l’ufficialità dell’affare: il classe 1992 sbarca nell’organico dei Los Verdiblancos.
Le aspettative, stavolta, vengono ampiamente ripagate. Nelle prime 13 uscite dell’attuale stagione di LaLiga, La Magia ha collezionato in 9 circostanze il premio di migliore in campo. Un numero impressionante, che rende il giusto merito al suo talento, mai svanito ma semplicemente finito nel dimenticatoio. Grazie alla sua sensibilità e navigazione nello sport che più amiamo, Pellegrini è riuscito nell’impresa di far tornare rilevante quello che può essere definito uno dei suoi figli calcistici.
Il Real Betis sarebbe già pronto ad offrire al 31enne il rinnovo di contratto, una testimonianza di fiducia arrivata dopo i litigi e le incomprensioni con il Siviglia, che rischiavano di sopprimere un ragazzo dal talento cristallino. Tutta il mondo sta tornando a godere della classe e l’intelligenza fuori dal comune di Isco, che vuole ancora intrattenere il pubblico come solo lui sa fare.