Oggi più che mai, la loro è divenuta a tutti gli effetti una missione. Parliamo dei più degni rappresentanti di quella che può ormai, a buon ragione, definirsi “generazione clima”. Quei giovani il cui obiettivo primario nella vita è salvare il pianeta dalla pericolosità dell’uomo e delle sue azioni. Una missione di “thunbergiana” memoria che si manifesta oggi sui volti dei giovani attivisti militanti nell’organizzazione britannica nominata Just Stop Oil.
Just Stop Oil: la missione verso il pianeta
Le tre parole inglesi che compongono il loro “nome”, Just Stop Oil, richiamano alla ferma volontà dell’organizzazione di costringere il governo britannico ad abbandonare le energie fossili. Una lotta al cambiamento climatico, iniziata nel febbraio 2022, e che si è spesso tradotta, come riportato da Vanity Fair, in veri e propri episodi di disobbedienza civile volti a sensibilizzare, destabilizzandola, l’opinione pubblica.
Dall’interruzione della gara di Formula 1 all’irruzione alla National Gallery di Londra per gettare della zuppa di pomodoro Heinz, divenuta celebre grazie ai dipinti di Andy Warhol, sopra i Girasoli di Van Gogh al grido “Van Gogh avrebbe appoggiato la nostra azione“.
Quando salvare il pianeta diventa un missione
La loro missione si sta rivelando capace di suscitare l’indignazione dell’opinione pubblica, complici i modi estremi con i quali gli attivisti dell’organizzazione britannica Just Stop Oil agiscono in difesa della salvaguardia del pianeta e del cambiamento climatico. Un compito che finisce per apparire come una vera e propria lezione di disobbedienza, il cui manifesto, su tutti, è divenuto il lancio della zuppa di pomodoro contro i celebri Girasoli di Van Gogh.
Un’organizzazione che trae direttamente ispirazione dalla battaglia ecologista di Gandhi e dalla lotta per i diritti civili di Martin Luther King ed agisce in modalità di non violenza per colpire nel cuore i giganti dei combustibili, la cui ombra continua pericolosamente ad allungarsi sulla Gran Bretagna. Così questa “generazione clima” vuole dare un monito all’umanità, finendo per essere ammonita dietro le sbarre del carcere.
Questo il triste epilogo che la storia di circa 54 esponenti di Just Stop Oil ha subito: da quando le rivolte nei musei sono cominciate, sia l’opinione pubblica che gli amanti dell’arte, hanno infatti richiesto a gran voce pene e provvedimenti in grado di punire tali disobbedienze. Questa generazione necessita di essere ascoltata ma senza che il suo messaggio si confonda con le azioni eclatanti delle quali continuano a “macchiarsi”.