Juventus, alta tensione: Allegri e il gelo in ritiro

La Juventus dopo il Maccabi Haifa va in ritiro alla Continassa, una scelta contestata dalla squadra che sembra sempre più distante da Allegri

Domenica Campagna
8 Min di lettura

Una serie inesauribile di sconfitte per la Juventus di Massimiliano Allegri. Un grande crollo. Dopo anni di supremazia assoluta la Vecchia Signora sembra entrata in un vortice da cui appare impossibile uscire. Un mercato di tutto rispetto quello della Juventus nella sessione estiva con l’acquisto di giocatori come Di Maria che dovevano cambiare la struttura stessa della squadra e seguire un progetto da cui ormai sembra essere definitivamente deragliata. Di Maria più fuori dal campo che in partita così come Pogba fermo per l’operazione al ginocchio e Chiesa in stop per una lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ma non sono gli infortunati il problema principale, i titolari affrontano ogni partita con una confusione evidente. Una squadra quasi vagante in campo che sembra non perseguire alcun obiettivo.

Alex Sandro e Bonucci, Juventus
Alex Sandro e Bonucci, Juventus

Sconfitte cocenti e speranze disattese

Un inizio di stagione da brividi, pareggi e sconfitte anche con squadre per cui qualunque scommettitore non avrebbe puntato un soldo bucato. Attualmente sono solo tre le vittorie in campionato su nove partite complessive, i conti sono chiari, 12 punti in classifica che di sicuro non bastano a collocare la Juventus in una posizione dignitosa. Ottava con 10 punti di distanza dalla vetta dove si colloca invece il Napoli di Luciano Spalletti. Come se non bastasse il campionato, a rincarare la dose, si può aggiungere l’esperienza in Champions League. Anche in ambito europeo la parola d’ordine è: sconfitta. Quattro match finora per il girone H e solo una di queste vinta, quella contro il Maccabi Haifa del 5 ottobre allo Juventus Stadium dove il portentoso Di Maria (adesso nuovamente fuori dalla squadra per almeno 20 giorni a causa di una lesione di basso grado del bicipite femorale della coscia destra) ha fornito gli assist necessari a Vlahovic e Rabiot che chiudere la partita con un 3 a 1.

La vittoria contro il Maccabi, così come la precedente in campionato contro il Bologna, avevano riacceso una scintilla di una speranza nel cuore dei bianconeri ma è stata subito spenta dagli stessi israeliani solo 6 giorni più tardi, l’11 ottobre. Atzlii ne mette due in porta e la Juventus esce dallo Stadio Sammy Ofer nuovamente a testa bassa. Risultati davvero deludenti e gli ottavi di finale di Champions League ormai quasi impossibili da raggiungere. Per ottenere la qualificazione è infatti necessario vincere le prossime partite in programma, quella con il Benfica prevista per il 25 ottobre al Da Luz e quella contro il Paris Saint Germain del 2 novembre allo Juventus Stadium. Nemmeno questo basterebbe per mantenere il terzo posto del girone, sarebbe necessaria infatti la relativa sconfitta del Maccabi. La difficoltà è palese e la squadra sembra ormai totalmente sconfortata.

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri

Apparente rottura tra Allegri e la squadra, ritiro indesiderato

Freddo glaciale in casa Juventus. I fallimenti della Vecchia Signora hanno subito richiesto un colpevole e gli sguardi accusatori si sono rivolti immediatamente verso Allegri, ritenuto il principale responsabile del declino bianconero. Il tecnico è entrato nel mirino dei tifosi che negli ultimi giorni hanno fatto circolare un hashtag di palese rifiuto nei suoi confronti, #Allegriout. Ormai una sfiducia generale aleggia nell’aria che non viene però confermata dal club. Agnelli si è mostrato sempre più convinto e fiducioso nei riguardi del tecnico, ritenuto da lui la chiave per risollevare le sorti della Juventus.

Leggi anche: Juventus, spaccatura nello spogliatoio: i giocatori pro e contro Max Allegri

Al fianco dei tifosi però sembra essersi posizionata la squadra che appare ormai sempre più distante dal suo mister. Un elemento di apparente rottura sarebbe stata la decisione di Allegri di mandare la squadra in ritiro subito dopo la sconfitta contro il Maccabi Haifa. Una scelta molto comune in queste situazioni ma che, come è normale accada, viene percepita dai giocatori come una punizione. Anche il tecnico Ancelotti diversi anni fa ha attuato il “ritiro della speranza” con il Napoli, ricevendo la totale approvazione da parte di De Laurentiis. La conseguenza è stata un ammutinamento da parte dei giocatori e uno sfaldamento totale da parte del gruppo. Questo non è sicuramente il caso della Juventus, la squadra non si è ammutinata ma di certo non ha condiviso la scelta del mister ed ha espressamente richiesto e ottenuto di non fermarsi alla Continassa per un ritiro che i giocatori, e non solo, reputano del tutto inutile. La Juventus non si è quindi fermata per il ritiro il giorno del rientro da Israele ma è dovuta comunque andare in ritiro ieri, 13 ottobre.

Allegri Agnelli
Allegri Agnelli

Nessun ammutinamento ma una calma allarmante

Il clima non è dei migliori, non c’è un ammutinamento ma una calma quasi allarmante. Nessun confronto tra Allegri e la squadra ma un silenzio quasi inquietante. Una mancanza di comunicazione che ovviamente va a compromettere le prestazioni in campo. I difensori appaiono confusi e sembrano non avere idea dell’impostazione, i centrocampisti sono quasi inesistenti e l’attacco continua a lamentare la carenza di palloni utili per un azione incisiva. Persino sulle scelte della formazione regna una grande confusione e gli esclusi dalla rosa, la maggior parte delle volte, non ricevono una spiegazione a riguardo. Anche la modalità di allenamento viene contestata dal team, un allenamento ritenuto troppo “vecchio stampo”. Il carico di lavoro a cui la Juventus è sottoposta non è indifferente ma la qualità non è delle migliori. La squadra corre molto ma l’intensità non è funzionale allo scopo, ragione per cui i giocatori fanno fatica a reggere 90 minuti in campo. Visti gli effettivi problemi di impostazione non sarebbe dunque il ritiro a far riemergere una squadra in palese difficoltà ma un incremento di comunicazione, indicazioni chiare e un gioco più intenso.

L’efficacia del ritiro

A differenza della squadra, la società non ha alcuna confusione riguardo ad Allegri, le parole di Agnelli dopo il match contro il Maccabi Haifa sono chiare: completa fiducia nel tecnico e approvazione totale per il ritiro della Juventus alla Continassa. Il ritiro potrebbe comunque essere utile per rafforzare il rapporto tra la squadra e il mister, la convivenza forzata potrebbe aiutare nella comunicazione così come potrebbe succedere l’opposto, un totale rifiuto dei giocatori e di conseguenza un ammutinamento che finora è stato evitato. A rivelare l’efficacia della scelta sarà sicuramente il derby di domani, 15 ottobre, contro il Torino, prevista per le 18 all’Olimpico di Torino. Dopotutto in queste situazioni niente è prevedibile, un anno fa il ritiro fu funzionale alla ripresa, non è quindi da escludere la possibilità di un miglioramento.

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