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In amore spesso si dice che, in alcuni casi, la distanza serve a curare le ferite e ricucire i rapporti. I legami, quelli veri e sinceri, possono in questo modo mettere da parte rancori e delusioni per comprendere ciò che è davvero essenziale: stare di nuovo insieme. Perdersi per ritrovarsi ancor meglio di prima, insomma. In questa descrizione rientrano perfettamente Leonardo Bonucci e la Juventus. La loro è ormai una simbiosi totale, l’unione che incarna perfettamente lo spirito bianconero nel volto di chi quei colori se li è voluti cucire addosso, sul petto e sul cuore.
Come in ogni grande storia, i momenti di sofferenza non sono mancati, sia quelli condivisi in campo, sia quando l’aria era diventata talmente pesante dal dirsi addirittura addio. Ma, in realtà, fu proprio quella momentanea separazione a schiarire le idee sul cosa fosse davvero importante. Ripercorriamo adesso le tappe più importanti della lunga avventura di Bonucci a difesa della Vecchia Signora, destinata ancora a continuare anche nei prossimi anni a venire.
Bonucci-Juventus, gli inizi: dalla crisi alla consacrazione
La lunga storia d’amore tra Bonucci e la Juventus ha inizio il 1° luglio del 2010, quando la società bianconera lo preleva dal Bari per 15,5 milioni di euro. Rappresenta un giovane innesto di prospettiva per una squadra che non viveva anni felici: tutt’altro che ai vertici, bisognava fare i conti con il post Calciopoli e un necessario ricambio generazionale che aveva indebolito notevolmente il club. Il centrale esordisce il 29 luglio successivo nella vittoria in trasferta contro gli irlandesi dello Shamrock Rovers, valida per il terzo turno preliminare di Europa League e in cui, nello spareggio finale per l’ingresso nella competizione, il 19 agosto realizza il suo primo gol con la nuova maglia nel 2-1 complessivo contro lo Sturm Graz.
Un inizio confortante, dunque, per uno dei nuovi acquisti di quella sessione estiva di calciomercato, che fin da subito va a comporre la retroguardia insieme a colui che sarebbe diventato il suo più fedele compagno di avventure, Giorgio Chiellini. Tuttavia, la stagione 2010/2011 sarà per la Juventus un incubo: sotto la guida tecnica di Luigi Delneri, i bianconeri trascorrono una stagione disastrosa, chiudendo al settimo posto senza qualificarsi alle coppe europee per la prima volta dopo vent’anni. Proprio Bonucci è uno dei giocatori a finire maggiormente nell’occhio del ciclone, ricevendo piogge di critiche per qualche errore tecnico di troppo.
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La maglia bianconera pesa eccome, le responsabilità quando la indossi valgono il triplo. Il giovane difensore e i compagni ne pagano le conseguenze e sanno che bisogna farsi perdonare immediatamente per dimostrarsi all’altezza. Accorre in soccorso anche la società, che chiama a dirigere la panchina un ottimo allenatore ed ex calciatore della squadra che stava iniziando ad esprimere da qualche anno un ottimo calcio in Serie A: Antonio Conte. Sotto la guida del tecnico salentino, oggi divenuto uno dei migliori al mondo, la squadra cambia marcia e inizia a far capire che più di qualcosa è cambiato. L’unico neo è proprio Bonucci, che nei primi mesi della stagione 2011/2012 resta spesso in panchina ad ammirare la coppia composta da Barzagli e Chiellini.
Ma, per sua fortuna, Conte stava semplicemente ragionando su come usufruire delle sue qualità. A fine 2011 il tecnico reiventa la difesa inaugurando la celebre BBC, ovvero la retroguardia a tre composta da Barzagli, appunto Bonucci e Chiellini, e in cui proprio l’ex Bari viene inventato come una sorta di playmaker difensivo grazie alla sua precisa visione di gioco e le sue abilità nei passaggi e nei lanci lunghi. Sarà questa la base dei lunghi successi della Juventus, a cui si diede il via in quell’annata: proprio Leo realizza la prima di alcune sue reti pesanti, il 7 aprile del 2012, nella trasferta vincente per 2-0 sul Palermo che vale il sorpasso e la vetta della classifica di Serie A ai danni del Milan. Un mese dopo, il 6 maggio, sarà ufficiale il ritorno al trionfo in campionato dei bianconeri dopo stagioni tormentate, il primo anche per Bonucci.
Gli anni d’oro: dai successi in Italia alle finali di Champions
Dal 2012 in poi, inizierà per la Juventus un periodo memorabile in cui la squadra si imporrà in modo fisso come prima della classe in Italia. Bonucci diventa un perno fondamentale dello scacchiere bianconero, chiude la stagione 2012/2013 con più presenze in assoluto (48) insieme al compagno di reparto Barzagli, pone in bacheca la Supercoppa italiana e il secondo campionato nazionale, condendo l’annata anche con il primo gol in Champions League, realizzato il 2 ottobre nell’1-1 contro lo Shaktar. I successi vengono bissati anche nel 2013/2014, in cui il centrale va a segno per la prima volta anche in Europa League, decidendo la sfida d’andata dei quarti di finale in casa del Lione.
Nell’estate del 2014 la Juventus subisce una rivoluzione in panchina: Antonio Conte e bianconeri si separano, e così la guida della squadra viene affidata a Massimiliano Allegri, fin lì allenatore del Milan. Le voci contrastanti dei tifosi, dubbiosi riguardo le abilità del nuovo tecnico, vengono subito spazzate via dalle prestazioni convincenti: la Vecchia Signora prosegue la scia trionfante degli anni precedenti, confermandosi la più forte. Il 5 ottobre del 2014, Bonucci realizza quello che di diritto rientra tra i gol più belli della sua carriera, per importanza e per bellezza: regala la vittoria casalinga sulla Roma grazie ad un tiro al volo dal limite dell’area che si infila preciso nell’angolino basso alla destra di Skorupski. Lo stadio esplode di gioia ed urla a squarciagola il nome del proprio beniamino.
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Quella stagione vedrà la Juventus artefice di un cammino straordinario, culminato con la finale di Champions League di Berlino, dove soltanto gli extraterrestri del Barcellona riuscirono a piegare una squadra davvero strabiliante. Non riusciranno a ripetersi a quel livello in Europa nella stagione successiva, la 2015/2016, in cui tuttavia Bonucci e compagni riusciranno a imporsi ancora una volta interamente in Italia, conquistando Supercoppa, Coppa Italia e Serie A.
Qualcosa si rompe: 2016/2017, il famoso sgabello e l’addio
L’annata 2016/2017 rappresenta un momento di crisi totale nella storia d’amore tra Bonucci e la Juventus, nonostante comunque neanche questo sia un periodo fallimentare per la squadra. Il ragazzo subisce una lesione al bicipite femorale a novembre che lo terrà lontano dai campi per quasi due mesi. Dopo essere rientrato, il 17 febbraio del 2017 tocca quota 300 presenze in bianconero nella vittoria casalinga per 4-1 sul Palermo. Tuttavia, proprio in quell’occasione è protagonista di un acceso scambio di battute con il tecnico Allegri, che lo punisce per il suo cattivo comportamento con l’esclusione dalla partita di Champions League in trasferta contro il Porto. In occasione di quell’incontro, Bonucci sarà pizzicato svariate volte dalle telecamere mentre segue i compagni dalla tribuna del do Dragão, seduto su quel famoso sgabello che fu il preambolo dell’addio estivo.
Sì, perché nonostante l’ennesima annata straordinaria della Juventus, in cui la squadra si conferma campione indiscussa in Italia e crolla in Champions League solo in finale contro un mostruoso Real Madrid, le crepe dei mesi precedenti tra Allegri e Bonucci non si risanano e sono talmente evidenti da costare la separazione. Il centrale dice così improvvisamente addio alla Juventus, e, in un momento che poi, anni dopo, ammise di essere un errore dettato dalla rabbia, sceglie di accettare la corte dei rivali del Milan.
Bonucci, la surreale stagione al Milan
La storia d’amore tra Bonucci e la Juventus si interrompe in maniera brusca nell’estate del 2017. Il 20 luglio di quell’anno infatti, una delle colonne portanti dei bianconeri accetta di trasferirsi al Milan, che se lo assicura per ben 42 milioni di euro e gli offre fin da subito la fascia di capitano. L’ambiente rossonero ripone nel giocatore grandissime aspettative, che però verranno ampiamente deluse: la squadra, sotto la guida prima di Montella e poi di Gattuso, non riesce mai a svoltare e conclude l’ennesima annata fallimentare, in cui Bonucci diventa uno dei maggiori indiziati per la disfatta.
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L’unico acuto personale di quella stagione surreale fu incredibilmente proprio il gol nel suo vecchio stadio contro la sua fresca ex, con tanto di esultanza, che però non bastò in quanto i bianconeri si imposero per 3-1. Stesso esito, anzi anche peggiore, in Coppa Italia, dove la Juventus annientò il Milan in finale per 4-0. Bonucci trascorre un periodo davvero complicato a livello psicologico, sa di aver commesso uno sbaglio: dimenticare un grande amore consolandosi con altre infatuazioni di passaggio non è mai una decisione saggia.
Bonucci, 2 agosto 2018: il ritorno a casa
Dopo appena una stagione, resosi conto dell’errore, Bonucci chiede la cessione al Milan e fa clamorosamente ritorno alla Juventus il 2 agosto del 2018, nell’operazione che vede in cambio il passaggio in rossonero di Caldara e Higuain. La tifoseria bianconera si spezza in due parti tra chi lo riaccoglie e lo perdona, comprendendo il suo tradimento, e chi invece non riesce proprio a fargliela passare liscia. Dovrà essere solo lui a dimostrarsi abile nel farsi perdonare con le sue prestazioni in campo, cosa che gli riuscirà in grande stile. Bonucci ritrova la serenità perduta, torna a respirare il caldo ambiente dell’Allianz Stadium che per tantissime volte ha inneggiato il suo nome e lo ha reso grande. Ritrova i vecchi compagni, fedeli combattenti per grandi obiettivi, insieme all’armonia di un ambiente vincente. Riabbraccia Max Allegri, chiarendo una volta per tutte gli antichi dissapori. Insomma, Bonucci torna a casa, ritrovando il suo vero amore.
Chiude quell’annata trionfando nuovamente con la maglia della Juventus, ancora dominatrice assoluta del palcoscenico nazionale. Nella stagione successiva, la 2019/2020, si innalza quasi ufficialmente a senatore della squadra: sotto la guida del nuovo tecnico, Maurizio Sarri, Bonucci diventa un perno insostituibile degli undici titolari, anche per via della lesione del crociato del caro amico Giorgio Chiellini. Dovrà fare da maestro al nuovo acquisto della retroguardia, il promettente Matthijs de Ligt, oltre che tenere in mano le redini della squadra con le sue doti da leader e motivatore. Nonostante il triste avvento della pandemia, che ha reso amari il mondo del calcio e gli scenari di vita, Leo tocca quota 400 presenze in bianconero e metterà in vetrina anche il nono scudetto consecutivo.
La stagione 2020/2021 sarà invece un anno transitorio e che segna la fine del ciclo della Juventus in campionato. Con in panchina l’ex compagno Andrea Pirlo, la squadra perde la bussola e Bonucci scivola qualche volta di troppo in prestazioni sotto tono. Contrae anche il maledetto covid e frena le ottime prestazioni in un periodo davvero complicato per lui e per il club. I bianconeri chiuderanno comunque con i trionfi in Supercoppa e Coppa Italia, ma dovranno dire addio al successo in Serie A dopo ben nove anni di vittorie incontrastate.
Bonucci e la Juventus oggi: dichiarazione d’amore per la vita
Ed eccoci giunti al presente: la stagione 2021/2022, ancora in corso, ha visto il ritorno in panchina di Max Allegri per far ripartire un nuovo ciclo vincente in casa Juventus. Operazione fallita: è stata questa un’altra fase definibile transitoria, in cui la squadra ha mostrato ancora alcune lacune che l’hanno estromessa dalla corsa al campionato e alla Champions League. Rimane ancora però una possibilità di portare a casa un trofeo, ovvero la Coppa Italia: la finale contro l’Inter deve rappresentare l’occasione per prendersi la rivincita sui rivali, quest’anno usciti sempre dal campo da imbattuti contro la Vecchia Signora.
Nonostante l’annata sia stata decisamente ben al di sotto delle aspettative, la squadra è pronta a concludere al meglio le ultime uscite per ripartire dai propri errori con fiducia in vista della stagione successiva. A caricare la squadra verso nuovi importanti traguardi non può che esserci ancora Leonardo Bonucci: gli anni passano, i problemi fisici aumentano ma lui vuole essere sempre presente, in campo e fuori, per dare l’esempio ai più giovani di cosa vuol dire essere un giocatore della Juventus.
A livello personale, in questi mesi si è riscoperto, oltre che difensore, anche bomber: Bonucci realizza due doppiette, la prima su calcio di rigore contro la Lazio durante il girone d’andata, la seconda nello scorso turno di campionato in casa contro il Venezia. Proprio in seguito di quest’ultima, che ha deciso la vittoria dei bianconeri sugli avversari e regalato ad Allegri un posto per la prossima Champions League, Bonucci si è lasciato andare sui social ad una vera e propria dichiarazione d’amore nei confronti dei suoi colori, baciando lo stemma sulla maglia e rimarcando come quell’anno di “pausa” abbia reso il legame ancor più sincero e lo abbia ancor più unito ai colori della sua squadra del cuore.
Non ci sono più dubbi ormai su quanto Bonucci ami la Juventus e incarni lo spirito dell’essere juventino a 360 gradi. Nonostante alcuni periodi infelici, aldilà degli alti e bassi che una grande storia d’amore può attraversare, se un legame è sincero allora il vento del destino soffierà sempre a suo favore, anche quando la corrente è contraria. Il centrale difensivo è sempre stato un personaggio criticato e discusso, ma il suo impegno sul campo, la dedizione e la passione che mette ogni giorno a servizio dei suoi colori lo renderanno eternamente un esempio da seguire per chiunque sogni un posto in bianconero.