Juventus-Chelsea, Chiellini: “Attenzione massima, ipotesi difesa a 3 e Lukaku…”

Lorenzo Bosca
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Giorgio Chiellini è intervenuto in conferenza stampa in vista della partita che vedrà la Juventus affrontare il Chelsea. Il difensore bianconero ha toccato i temi nevralgici dell’incontro, a partire dalla “sfida nella sfida” contro Lukaku, fino all’ipotesi di scendere in campo con la difesa a tre.

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Sul Chelsea: “Domani sarà una gara più facile di quelle fatte ultimamente, il mister sarà d’accordo con me. L’attenzione è massima, tutto è portato ai livelli massimi: giochiamo la prima in casa contro i Campioni d’Europa, sarà bella e stimolante. Tutto l’ambiente non vede l’ora, noi in primis, di vivere questa grande serata”.


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Sul non dover prendere gol: “In Champions non l’abbiamo preso…Spero sia di buon auspicio. Non dobbiamo concedere ripartenze al Chelsea che ha fisico e compattezza, è una squadra nel vero senso della parola e lo sta continuando a dimostrare. Ci vorranno pazienza e velocità senza andare in quelle che sono le loro migliori qualità”.

Su Lukaku: “È limitante parlare solo di noi, la fortuna sarebbe concedere pochi spazi a campo aperto a uno come lui, Havertz, Werner, ai centrocampisti e ai loro giocatori offensivi. Lì sono immarcabili per il 99% dei difensori al mondo, dovremo essere attenti a creare più situazioni possibili per fermare Lukaku in primis: l’hanno pagato tanto e ha rinforzato i campioni d’Europa non per caso”.

Sulla Champions: “Da marzo si apre una nuova stagione, tutto può cambiare tra sorteggi e condizioni. In campionato e in Coppa ora è inutile pensare a dove saremo. Dobbiamo lavorare, migliorare, consapevoli di dover crescere e delle nostre qualità con la giusta prospettiva e consapevolezza”.

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Sui giovani bianconeri: “Siamo una squadra esperta, tranne qualche ragazzo alle prime in Champions. In queste gare fremevo, non vedevo l’ora di confrontarmi coi migliori. Giocandoci contro capisci cosa ti manca, poi è quotidianamente che devi lavorare per fare questo step”.

Sull’assenza di Dybala: “Che Paulo sia fondamentale per noi è inutile negarlo. Siamo una squadra che ha tutto per sopperire alla sua assenza. Abbiamo una rosa valida che si farà trovare pronta e sopperirà alla sua assenza. Uno dei migliori pregi del mister è non piangersi addosso, cercando nuove soluzioni e faremo anche nei prossimi problemi che avremo”.

Sull’ipotesi vittoria: Aiuterebbe, ma non dovremo mai fare voli pindarici. Servirà equilibrio ma una spinta lo darebbe. Vincere aiuta a vincere e a lavorare con serenità la cosa più importante sarebbe vincere domani, ci permetterebbe di arrivare con lo Zenit col match point al servizio, potendo chiudere presto il passaggio del turno. Ci permetterebbe di gestire le ultime partite a livello di energie, ci darebbe consapevolezza”.

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Sull’ipotesi difesa a tre: “Ancora non faccio l’allenatore…Le richieste sono quelle poi variano di gara in gara. Giocare con Cuadrado terzino non è come giocare con Danilo, giocare con un centrocampo più fisico non è giocare con un centrocampo più tecnico. Serve trovare mix ed equilibrio fuori e dentro al campo per tornare ai livelli a cui aspiriamo”.

Su Jorginho: “Mi auguro che vinca il Pallone d’Oro. E’ un amico, lo sentirei anche mio: è italiano, è un giocatore che ha partecipato a emozioni che resteranno per sempre. Ho sempre pensato che fosse un buon giocatore, dopo due-tre allenamenti fatti insieme tre anni fa, ho capito la sua grandezza. La sua vera differenza è dentro la testa. Sono felice: tutti gli dicevano di poter giocare solo con Sarri e ha dimostrato il contrario ovunque”.

Sul compagno di reparto de Ligt: “Viene da stagioni importanti, ha fatto un post lockdown devastante, in mezzo all’infortunio alla spalla e con tre settimane di Covid, è tornato. Ora dopo un errore la visuale si è compromessa, nella sua testa magari c’è stata qualche certezza in meno. A ventidue anni ha margini di miglioramento non vuol dire che non sia bravo. Ha strapotere che dovrà imparare a usare, ma parliamo di un giocatore di livello internazionale”.

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Sulle avversarie in Champions: “Affronti chi è abituato a vincere e dominare, poi magari contro le grandi fatica. Però ci sono fisicità e ritmi più importanti rispetto a gare medie del campionato italiano. Però rispetto ad altri campionati, rispetto a quello inglese, la qualità dei giocatori fa la differenza”.

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