Il Goleador che segna difendendo. Si potrebbe iniziare così a raccontare la storia di Federico Gatti con la Juventus. Una trama intricata ricca di up e down e di numerosi colpi di scena, degni di una trama intricata quanto emozionante. Sensazioni che sono andate ad alternarsi quasi come un gioco, talvolta crudele, che ha fatto conoscere al ragazzo, ancor prima del professionista, quanto il mondo del calcio possa essere crudele e al contempo immenso. La doppia faccia di una stessa medaglia per cui tuttavia vale la pena lottare, sempre. Un privilegio per pochi, per chi ha il sangue del pallone nelle vene. Proprio come accaduto per il numero 4 bianconero, croce e delizia della squadra più amata ed odiata d’Italia.
Juventus, la favola del giovane Gatti
La storia di Federico Gatti rappresenta una vera e propria favola di un giovane ragazzo che, come tanti, per arrivare a fine mese arrotondava come muratore e serramentista, oltre qualche mattinata di lavoro al mercato. Un fanciullo che malgrado le difficoltà custodiva il sogno di vivere per il calcio, valutando l’idea di trasferirsi anche in zone molto lontane, fino a Malta e negli Stati Uniti, per raggiungere le proprie ambizioni. E chissà, magari proprio la Juventus. Una fame di passione, di vita, nel voler vincere a tutti i costi la sfida più grande: quella con se stesso.
Nato a Chieri, un piccolo comune di 35 anime, ad una ventina di km scarsi da Torino, Federico nasce in una famiglia con il cuore granata, con un nonno che esultava per i gol di Pulici e Graziani. Una quotidianità fatta di cose semplici, valori che accompagnano tutt’oggi quel ragazzino diventato la favola Gatti, nonostante la fama che di botto ha invaso la vita del giocatore prima che dell’uomo. Ne ha passate tante il fanciullo sognatore da uomo e da professionista, anche se negli ultimi tempi la resilienza ha lasciato spazio alla stella del futuro della Juventus.
Juventus, gli inizi: Gatti ed il mondo del pallone
Nato nel 1998, piemontese di Rivoli, gli inizi di Gatti nel mondo del pallone cominciano nelle giovanili dell’Alessandria. Esperienza continuata nei campi duri di periferia della Promozione e dell’Eccellenza col Pavarolo, società in cui ha militato dal 2015 al 2017 e in cui Federico si è anche spostato per la prima volta dal centrocampo alla difesa. Proprio in quegli anni, il giovane ragazzo pieno di sogni, viene pescato in Serie D dal Verbania: è il 2018. Il club piemontese gli permette di compiere un maturazione calcistica che porta il difensore a vestire la maglia della Pro Patria in Serie C fino a giungere al Frosinone nel 2021, dove nei primi 6 mesi racimola 17 presenze e 3 gol, mettendosi in luce come uno dei difensori centrali più affidabili e interessanti della cadetteria.
Caratteristiche importanti quelle dimostrate da Gatti che attira l’attenzione di mezza Serie A, tra cui la Juventus. Corteggiato da Torino, Napoli e dall’Inter di Beppe Marotta, Federico finisce nel mirino della Vecchia Signora che attraverso un vero e proprio blitz strappa il giocatore dalle grinfie delle squadre avversarie, con un’offerta da 7.5 milioni di euro più eventuali bonus, con la promessa di concludere la stagione alla corte di Grosso. Il ritiro estivo 2023 dello stesso anno sancisce l’inizio della favola nel mondo del pallone a tinte bianconere.
Juventus, l’arrivo di Gatti a Torino: lo smarrimento
L’arrivo a Torino di Gatti parte con la determinazione dello stesso giocatore che mostra fin dalle prime apparizioni con la maglia della Juventus una grande intraprendenza e spirito di sacrificio. Un percorso che tuttavia registra un periodo di smarrimento all’inizio della stagione quando al difensore viene imputato il pesante autogol contro il Sassuolo. Un episodio determinante, ritenuto in errore clamoroso che ha provocato addirittura l’ilarità dei social e lo stesso dispiacere dello giocatore.
Un momento di smarrimento che avrebbe messo qualsiasi giocatore in difficoltà e così è sembrato inizialmente anche per lo stesso Gatti, abile tuttavia a non farsi trascinare dalle negatività. Federico si rialza riscoprendo la resilienza che per anni lo ha portato a sognare i campi di calcio, del pallone che conta, giorni in cui nonostante le difficoltà il desiderio era esclusivamente quello di, un giorno, diventare un grande giocatore. Una mentalità che ha aiutato il centrale non solo a riprendersi, ma anche nel dimostrare a se stesso che anche l’ultimo tentativo di ripresa vale quanto il primo.
Juventus, la rivincita di Gatti: è nata una stella?
La rivincita di Gatti non è tardata ad arrivare, giungendo in uno dei momenti più decisivi per la Juventus. Il gol messo a segno contro il Napoli, il terzo in campionato, ha rappresentato l’apice di un percorso che necessitava di ritrovare la strada della leggerezza. Un peso al cuore in meno per un giocatore che poche settimane prima aveva vissuto il baratro di una carriera pronta a decollare messa in standby nel momento più importante. Ma, come risaputo, le vie del calcio sono sempre infinite e la migliore rivincita, versata su un piatto freddo, è quella che poi resta maggiormente impressa.
Ancora è presto per affermare che è nata una stella, tuttavia quel che maggiormente stupisce è l’abilità del centrale a rivelarsi fondamentale nel ruolo d’attacco, non soprassedendo tuttavia anche agli obblighi difensivi. Un’attitudine riscontrabile in pochi giocatori made in Italy volti più al tecnicismo difensivo che alla facilità di essere propositivi in attacco. Una questione culturale forse o magari di capacità. Quelle che Gatti è riuscito a mettere in mostra con la Juventus, la squadra che potrebbe far raggiungere l’apice della carriera a quel giovane ragazzo che, pieno di sogni, mattone dopo mattone è riuscito a mettere in piedi il desiderio più grande: vivere di calcio.