Juventus, Gravina spegne gli animi: “In Italia c’è cultura del sospetto, è una strategia”

Le parole del presidente della Figc Gravina che smorza i toni sulle carte Covisoc messe recentemente a disposizione dei legali della Juventus

Fabio Melis
2 Min di lettura

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Negli ultimi giorni ha in un certo senso destato scalpore ma soprattutto riacceso le speranze dei tifosi della Juventus la carta sbloccata una settimana fa dal TAR del Lazio e messa a disposizione dei legali del club bianconero. Carte che nel frattempo sono diventate due con quindi un secondo documento datato 21 aprile 2021 che, in poche parole, la difesa potrà utilizzare per far invalidare l’intero processo. Sull’argomento, si è espresso il presidente della FIGC Gabriele Gravina nella conferenza stampa al termine del Consiglio Federale.

Andrea Agnelli @livephotosport
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Juventus, Gravina sulle carte Covisoc: “Ho chiesto alla Covisoc accertamenti per forme di studio, tutto qui”

Queste le parole del presidente della Figc Gabriele Gravina sulla questione riguardante le carte Covisoc che potrebbero cambiare la sentenza dell’inchiesta Prisma, il processo sulle plusvalenze che vede coinvolta la Juventus: “Nel nostro Paese c’è una cultura del sospetto diffusa. È una strategia, un metodo di lavoro che fa parte del nostro Paese e mi stupisce che si segua questa cultura”.

Il discorso di Gravina continua: “Capisco le diverse strategie, ma è evidente il modo di lavorare all’interno della Figc che io ho dichiarato dal primo istante, tracciando perfettamente i contenuti di quelle due mail. Non c’è niente di strano, ho chiesto alla Covisoc di fare accertamenti per forme di studio e la Covisoc rileva, tutto qui. È una modalità operativa di studio che si è trasformata in una forma di esaltazione, una modalità per trovare un grimaldello. Capisco le esigenze della difesa e non entro nel merito”.

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